In casa Aguillard, al numero 164Π di Lilac Lane, quartiere rispettabile e inamidato di Mythfield, non si udiva quasi volare una mosca mentre Ellis, il suo sposo River, il figlio Ariel e il fidanzato di questi, Vargos, si guardavano a vicenda in una miscela di imbarazzo e teso nervosismo. In realtà Ellis, più che imbarazzato e teso, sembrava a un passo dal sentirsi realmente male o dall'implodere come un vulcano al contrario.
«Beh... q-questa... questa è... una notizia davvero inaspettata!» disse infine River, cercando di risollevare la situazione. La serata era iniziata splendidamente grazie all'ottimo cibo e all'aiuto di conversazioni via via più sciolte e informali. Il fatto che i signori Aguillard, poi, avessero comunque dato una mano al maggiore dei fratelli Elimar con Ragos, dopo la morte di Farron, tanto da aver rappresentato per lui, a volte, una seconda famiglia, aveva di certo aiutato a eliminare quel sottile velo di formalità nel rapporto fra il giovane governatore della città e i coniugi Aguillard.Le cose avevano tuttavia preso una piega non proprio ottimale quando lo sceriffo aveva notato un bizzarro movimento da parte di Ariel del tutto involontario e istintivo che subito lo aveva indotto a pensare a una cosa e a una soltanto. Era stato allora che, munendosi di non poca forza di volontà, aveva domandato al figlio se la serata fosse stata organizzata da quest'ultimo proprio per informare lui e River che sarebbero presto diventati nonni.
I due ragazzi, davanti a un tale smascheramento così diretto e dal retrogusto decisamente poliziesco, si erano scambiati un'occhiata e Ariel, stringendo una mano a Vargos, aveva ammesso di esser effettivamente gravido e che fra altri nove mesi, se tutto fosse andato bene, avrebbe avuto un figlio. Ora, dunque, eccoli là, immersi in un denso silenzio, in attesa di qualcosa, qualunque cosa, da parte dei coniugi Aguillard.
Lo sceriffo respirò profondamente e drizzò la colonna contro lo schienale della seggiola, guardando Vargos con i seri occhi tali e quali, nel colore, a quelli di Ariel. Per lui era diventato improvvisamente difficile dover interagire con il ragazzo in questione: lo aveva trattato per tanti anni come un figlio acquisito e poi aveva dovuto moderarsi, imparare a rivolgersi a lui con il rispetto che si doveva a un'autorità importante come quella rappresentata dal figlio maggiore di Farron e Lenore Elimar. Si era sempre dovuto ripetere che Vargos non fosse più già da tempo un ragazzino, che ormai fosse un uomo fatto e finito e che dunque, per tale motivo e anche per via delle circostanze, lui avrebbe dovuto un giorno abituarsi a vederlo nelle vesti di governatore, non più del figlio del suo migliore amico deceduto. In quel momento, però, non sapeva se parlare al governatore di Mythfield o al ragazzo al quale voleva bene e che senza preavviso, tuttavia, volente o nolente, aveva messo suo figlio in una posizione davvero scomoda e sconveniente, per non dire rischiosa, visto cosa minacciava di abbattersi su Mythfield.
Per lui Ariel sarebbe sempre rimasto quel ragazzino impertinente e dal sorriso beffardo che così tante volte lo aveva affiancato nelle passeggiate nei boschi o nel riparare un motore; sarebbe sempre stato un bambino taciturno e immusonito per via della sua prolungata assenza dovuta alla guerra intestina della città, anche se poi, ogni volta che lo aveva visto tornare sano e salvo a casa, sempre era corso a salutarlo e a fiondarsi fra le sue braccia. Più di ogni altra cosa, però... sarebbe stato sempre il suo piccolo, fragile e bellissimo bambino il cui arrivo, all'inizio, lo aveva un po' turbato e messo sotto pressione, indotto a temere che non fosse pronto per diventare genitore o che sarebbe stato un pessimo padre. Le aveva pensate un po' tutte, ma poi Ariel era venuto al mondo e niente di tutto ciò aveva più avuto importanza. Aveva pianto come un infante nel vedere il suo amato River reggere fra le braccia, con aria esausta, il loro primo e unico figlio. Unico per il semplice fatto che poi, qualche anno più tardi, River avesse dovuto sottoporsi a un intervento che aveva richiesto la rimozione dell'utero e una degenza che si era rivelata ben poco piacevole; il loro sogno di dare prima o poi un fratello o una sorella ad Ariel era sfumato dunque per sempre e benché avessero a volte affrontato l'ipotesi di adottare un bambino, per un motivo o l'altro non avevano mai messo in pratica la cosa e si erano infine ritrovati a dover fare i conti con il fatto di essere ormai un po' troppo in là con gli anni per ottenere la custodia di un bimbo. Il prezzo della vita fattosi via via più alto e la volontà di non far mancare niente, ma proprio niente, al loro prezioso Ariel, avevano dato il colpo di grazia ad ogni buon proposito.
STAI LEGGENDO
RÓDON - The Alphaga Series| 2# [Omegaverse]
Fantasy{Prima di leggere questa storia, è obbligatorio aver letto anche "LEÍRON", il primo libro} Crystal Hawthorn ha ventidue anni e un passato turbolento alle spalle. A dieci anni è rimasto orfano, a sedici è scappato dalla casa dei genitori adottivi che...