𝐈. 𝐀𝐫𝐠𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐞 𝐛𝐢𝐚𝐧𝐜𝐨𝐬𝐩𝐢𝐧𝐨

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*Nota Importante*

Nel capitolo verrà trattata la questione dell'aborto in maniera più approfondita, perciò, se alcuni sono sensibili a certi temi e argomenti, consiglio di saltare la lettura dello specifico paragrafo in cui viene affrontato. È abbastanza riconoscibile il punto del capitolo in cui si parla della questione e basterà saltarlo e proseguire oltre.
Grazie per l'attenzione!

Erano le dieci di sera passate quando in un hotel a due stelle piuttosto malconcio e vecchio dalle mura scrostate e lampadine che gettavano sull'ambiente una sgradevole luce giallognola, fece il suo ingresso qualcuno che il portinaio scambiò a una...

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Erano le dieci di sera passate quando in un hotel a due stelle piuttosto malconcio e vecchio dalle mura scrostate e lampadine che gettavano sull'ambiente una sgradevole luce giallognola, fece il suo ingresso qualcuno che il portinaio scambiò a una prima occhiata per una giovane donna. Doveva avere al massimo venticinque anni e il suo viso color avorio era incorniciato da una fluente cascata di capelli biondo cenere un po' scarmigliati; il soprabito nero, di almeno due taglie più grande del dovuto, era aperto e rivelava un fisico asciutto, tonico e pur tuttavia mingherlino avvolto in abiti casual e neri come il cappotto. Sulla maglietta era possibile scorgere il logo di un gruppo metal e i pantaloni, invece, presentavano strappi in più punti che, in qualche modo, non sembravano affatto esserci sempre stati. Era come se avessero subito un gran pessimo trattamento.

C'era, però, un dettaglio che mise in all'erta l'uomo che si trovava alla portineria: era sangue quel che vedeva sulle pallide mani della ragazza e poi, ancora, qui e là sul viso e sui vestiti sotto forma di macchie che rendevano il colore nero ancora più nero?

Il vecchio e grasso portinaio guardò con aria tesa la ragazza avvicinarsi alla reception e abbandonare a terra una borsa scura. «C-Cosa posso fare per lei, s-signorina?» chiese, già pronto a reagire nel caso quella tizia si fosse rivelata pericolosa per lui. Era ovvio che le fosse successo qualcosa, prima di approdare in quell'hotel, e non era del tutto sicuro se lei avesse interpretato il ruolo di vittima o di carnefice. In ogni caso, era talmente mingherlina da non essere credibile nei panni di una malintenzionata molto violenta. Gli schizzi di sangue, però, fugavano ogni dubbio.

Un'altra cosa che il portinaio notò fu che la strana giovane avesse gli occhi da cerbiatta di un colore molto particolare e strano: viola, ricordavano i fiori di lillà. Erano strani e, tra l'altro, non così espressivi. Non lasciavano trasparire assolutamente nulla, a parte una fredda calma.

Recuperò un fazzoletto dal taschino dei consunti pantaloni e si tamponò la fronte e i lati del grasso e taurino collo.

L'ospite appena giunto nell'hotel di terz'ordine lo squadrò come a voler studiarlo bene, poi, lentamente, si accese una sigaretta e rifilò al portinaio un'altro sguardo vigile e calcolatore. Pareva voler testare ogni sua singola reazione. «Sono un maschio, a dire la verità» replicò mentre espirava un contorto rivolo di fumo attraverso le labbra piene simili a petali di rosa. «Sto cercando un posto dove trascorrere qualche giorno, per favore» aggiunse, la voce un po' più calma e accomodante. Frugò nella tasca del soprabito e piazzò sul bancone diverse banconote. «Pago in anticipo e in cambio gradirei che lei evitasse di fare domande. È stata una brutta serata, sa com'è.»

RÓDON - The Alphaga Series| 2# [Omegaverse]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora