ep.09 Le rose di Na'in

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Illustrazione: Elena Liverani

Testo: Marco Morselli

Personaggio: Renata

Non c'è molto da fare in questo posto. Ogni pomeriggio mi ritrovo a fare le solite cose, vedere le stesse facce. Uno fa per prendere un po' d'aria, scambiare quattro chiacchiere. La stessa gente, che ti racconta le stesse cose. I pettegolezzi sulla figlia del macellaio, gli americani, lo svitato che va in giro a raccattare le rane, quel giovanotto che chissà che diavolo si fuma.

"Cara, è stato tanto bello parlare con te, ma adesso devo tornare a casa a dar da mangiare ai pesci."

"Renata, non sapevo che avessi dei pesci?"

"Oh sapessi, me li ha regalati..."

"Chi? Da quanto li hai?"

"Sono un regalo del mio povero marito."

"Ma quanto tempo hanno? I pesci vivono così a lungo?" Che voce goffa che ha questa donna.

Detesto quando le persone mi fanno le domande a bruciapelo. Soprattutto quando si mostrano così invadenti. Cosa te ne importerà di quanto vivono i pesci? Preoccupati di come ti cade male quel vestito, sei così seccaticcia, con quelle gambe lunghe che sembrano dei paletti conficcati nel tronco. Ah se la grazia del Signore ti avesse sfiorato almeno per sbaglio, cara mia.

"Si riproducono tesoro, sai? I pesci, come tutte le creature su questo mondo si riproducono. Sapessi quante uova mi fanno! Ma ne posso lasciare solo due o tre, che altrimenti non mi basterebbe un lago per tenerli tutti. Me ne avanzano sempre a centinaia, però. Sai cosa ci faccio?"

"Cosa?" Guardala, sembra una bambina dell'asilo, con gli occhi sgranati e la bocca aperta come un nasello. E chiudi quella bocca che ti ci entrano le mosche!

"Li metto a mollo nel nero di seppia, e ci faccio il caviale!"

"Oddio..."

"Non fare quella faccia schifata, cara, sapessi, viene una meraviglia. In fondo sempre uova di pesce sono. Mi ricordano tanto il mio Pietrino. Ne mangiavamo tanto di caviale noi, ci arrivava direttamente dalla Persia. Ricordi che Pietro aveva una società laggiù? Ci abbiamo anche fatto il viaggio di nozze."

"Sì Renata, me lo racconti sempre. Avevate comprato lì quel famoso tappeto persiano di cui parli spesso ma che non ho ancora visto?" Acida come quel nasino aguzzo e tronfio.

"Eh già, il tappeto persiano. Adesso devo andare!"

"Renata, ho detto qualcosa...?!"

"I pesci, cara, i pesci!"

Io non so mai come liberarmi di quella donna. Per carità, fa tanta compagnia, è sola come un cane e si attacca a tutti. Ma dopo un po' è una cosa che non si sopporta. Solo perché non c'è più la Signora Pallari. Lei sì, lei era una tanto cara donna. A differenza del marito, un maleducato che non lo raccomanderei a nessuno. Quando lo incontro, proverei anche a salutarlo, per educazione e per rispetto verso il ricordo della moglie, ma non appena lo guardo quello mette un ghigno in mezzo alle rughe che mi fa passare la voglia anche solo di sorridere. Neanche fossi una sconosciuta che passa di qui per caso. E poi, qui, per caso, chi ci passerebbe? Non si vede un forestiero da non so quanto tempo. Potrei dire da almeno una decina di piogge di rane, o forse di più.

Che pace però camminare per strada a quest'ora. In giro non c'è nessuno. Nessuno che ti guarda, nessuno che si fa i fatti tuoi. Così dovrebbe essere questo paese. Ognuno che si fa i fatti suoi.

La mia casa da fuori è davvero incantevole. Il giardino è pulito. Senza rane. Perfetto. Quasi perfetto, ci sono un paio di foglie rinsecchite. Meglio toglierle subito di lì. Chissà poi cosa si direbbe in giro. "Ci sono le foglie secche nel giardino della signora Renata!" No. Sistemiamo subito prima che arrivi qualcuno. Ecco qui, ora mi sembra tutto a posto. A parte la schiena. Quella scricchiola sempre di più. Siamo anziani Renatina, siamo anziani. Scricchiola come la porta di casa che mi sbatto alle spalle. Con queste nuove lampadine bianche il soggiorno mi sembra più luminoso. È tutto come l'ho lasciato. Esattamente come era e come deve essere. Tranne l'acquario con i pesci. I pesci. Quella donna è proprio cretina. Eppure ci è anche venuta a prendere il tè da me qualche volta. Dove li avrà mai visti i pesci. Sciocca.

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