Illustrazione: Elena Liverani
Testo: Luigi Pratesi
Personaggio: Nello
Passi. Venivano verso di lui. Non c'era più tempo. Lo avrebbero arrestato.
"Corpo di mille bombe, ragazzina. Mi hai spaventato."
"Non l'ho fatto apposta. Eri sovrappensiero."
Certo che lo era, maledizione. Il suo cervello era come una vela gonfia e non c'era modo di ammainarla. Sorrise alla bambina per rassicurarla. La figlia che non avrebbe mai avuto. "Lo so, cara. Forse hai fatto male a fidarti di questo vecchio, ma visto che ormai siamo qui sarà meglio darci una mossa."
Era scorbutico, solitario e un poco di buono, lo sapeva bene cosa pensava la gente di lui. Era Nello dell'aspirarane. Quello da cui stare alla larga. Eppure aveva un paio d'orecchie fin troppo grandi che gli permettevano di sentirci ancora bene, nonostante l'età. E ultimamente aveva sentito cose interessanti. Oscure, ma interessanti.
Ormai diverse sere addietro si era trovato per caso nello stanzino accanto alla rimessa per le scope, quello che gli avevano assegnato come ufficio. Si era dimenticato la giacca ed era tornato a prenderla. Due erano i fattori che avevano cambiato il corso di quella serata: le pareti troppo sottili e il confinare con l'ufficio del suo capo, che aveva pure una targhetta sulla porta: Patrizio Crosti, Primo del Collettivo Mobilità e Trasporti. Ma questo non era rilevante.
Patrizio era un tipo a posto, che il più delle volte si faceva le sue. Un omino insignificante, basso e peloso, baffetti come a compensare la pelata, visto che non potevano certo bastare i pochi peli che aveva sopra le orecchie, peraltro sempre in disordine. La testa enorme poggiava poi su spalle a gruccia. Al di là dell'aspetto, però, c'era molto di più in Patrizio, non ultimo che era il cognato e il confidente di Gerardo, il Rappresentante della Collettività.
Se c'era qualcosa di Gerardo che non gli dava uggia, non l'aveva ancora scoperta. Persino i baffi a spazzola, li trovava biondicci al punto che sembravano volessero nascondersi. Falsi proprio come lui. Per non parlare dell'orologio da taschino, gli dava fastidio vederglielo consultare ogni cinque minuti, come se il tempo dedicato agli atri fosse tempo sprecato. Oppure il doppio petto nero. Il modo in cui lo lisciava, lo metteva in mostra... Non vuoto, no. Gerardo non era vuoto come tanti altri di FN314, lui era pieno. Pieno di sé, traboccante di bile e arroganza.
Quei due sembravano così diversi, eppure quella sera si erano rintanati nell'ufficio di Patrizio e stavano parlando, sicuri di non essere ascoltati. Che la marea se lo portasse via se non aveva imparato più di quanto si era aspettato da quella conversazione rubata. C'era da perderci il sonno, parola sua. Ma il tempo delle chiacchiere era finito, adesso doveva agire.
Sentì stringersi la mano con delicatezza. Aveva quasi dimenticato la bambina. "Sì, andiamo."
Si fece forza e bussò, tenendo Camilla con l'altra mano. Non l'avrebbe lasciata, non l'avrebbe fatta sentire sola. No, signore. Se dovevano fare quella cosa, l'avrebbero fatta insieme.
"Chi è?"
"Chi vuoi che sia, ragazzo. E parla più piano, per la bocca sdentata di una balena, non voglio che tutti sappiano che ci siamo incontrati."
Non appena Juri aprì la porta si rifugiò al sicuro nel suo appartamento. Indossava jeans strappati e una maglietta di un gruppo rock anni '90. "Buonasera Nello. Ciao Camilla." La piccola annuì, lui pure. "Che cosa c'è di così urgente e misterioso? Ci sono novità?" Con la testa indicò la ragazzina.
"No, nessuna. Teresa è ancora scomparsa, ma io suppongo che sia tutto collegato."
"Tutto?"
"Sì, per Ercole. Tutto. Io non sono un tipo che ci sa fare con le parole, quindi barra a dritta. Non ci giro intorno. Le rane non esistono. Ecco, l'ho detto." Il silenzio che seguì fu più esplicativo di molte parole. "No, davvero figliolo, le rane non esistono. Mia moglie, per esempio, non le ha mai viste. Camilla, qui, non le vede. E sono sicuro che molti altri siano come loro, solo troppo impauriti per dirlo."
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FN314
Science FictionFN314 è uno sputo di paese disperso nella vasta periferia del Distretto13. Una sorta di villaggio dove la vita scorre lenta e senza grossi scossoni. O almeno così sembra se escludiamo le piogge di rane e i danni che ne derivano. Non ci sono molti vi...