Illustrazione: Elena Liverani
Testo: Ivan Nannini
Personaggio: Juri
"Barba o capelli?"
"Solo barba."
Mi sono svegliato di buon'ora stamattina, non capita spesso. Il temporale di stanotte con i suoi tuoni e lampi non mi ha fatto dormire granché. Sono riuscito a prepararmi una buona colazione, avevo delle uova in frigo e della pancetta, delle arance per fare una spremuta e del caffè. Ho dato una bella pulita al mio appartamento e gettato un bel po' di immondizia.
"É strano per un ragazzo della sua età venire da me per farsi la barba."
"Non sono così giovane come pensa e poi le mie lamette sono consumate e non ho voglia di farmi una decina di chilometri per raggiungere il magazzino di spaccio."
Ha smesso di piovere ma il cielo resta scuro, fuori si vedono ondeggiare dei cipressi e sulla strada dei fogli di giornale danzano sbattuti da raffiche di vento. Mi sento al sicuro. Alvaro, un uomo in carne e basso di statura con pochi capelli solo ai lati della testa, è il proprietario e unico inserviente di questa attività. Indossa ogni giorno la sua spolverina bianca che sembra uscita da un film d'epoca, a tratti si cimenta in esuberanti esibizioni di canto lirico destreggiandosi con pennello e rasoio. É il barbiere dell'immaginario collettivo e il suo locale è un vecchio scantinato situato poco fuori dal paese in mezzo ad un gruppetto di tre o quatto case. Credo che Alvaro lo abbia ereditato dal padre se non dal nonno. L'arredamento è rimasto intatto negli anni. Le pareti sono coperte per tre quarti da listelli in plastica beige, il pavimento una stesura di mattonelle in graniglia scheggiate e rovinate dal tempo, gli specchi ossidati ai bordi e le sedie ricordano poltrone chirurgiche vintage se non strumenti di sevizie e torture. Sulla parete alle mie spalle ci sono pure delle seggiole in formica e metallo per gli ospiti: perchè di questo si tratta, vecchietti che trascorrono le giornate seduti a chiacchierare con Alvaro e i pochi clienti, leggendo un giornale qualsiasi e commentando varie notizie. La luce al neon rende i volti grigi e opachi, anche il mio appare così sullo specchio mentre Alvaro mi spalma una mistura da lui preparata in precedenza sul mento e sulle guance con il pennello.
"Cazzo che occhiaie che mi ritrovo..." Dico al mio opposto sullo specchio.
"É la luce." Dice l'ometto dietro di me. Deve essere entrato mentre ero già seduto, non lo vedo bene ma sono sicuro che è piccolo e magro, la voce stridula lo conferma e ne rimarrei deluso se così non fosse.
"Cos'è questa cosa che mi mette in faccia?" dico.
"La preparo io." Risponde Alvaro. "Non si trova più una crema da barba decente allo spaccio distrettuale."
Detto questo si perde in una oscena ma deliziosa performance di canto, Il pennello vola con maestria tra la mia faccia e il piattino che ha in mano in un movimento rapido e teatrale. Un attimo dopo tiene in pugno il suo rasoio, lo ha tolto con cura dalla sua custodia in legno. La sua lama è fredda e i movimenti forti e decisi. Si sente sulla pelle l'esperienza di Alvaro, anni e anni di mestiere, e forse anche l'esperienza dei suoi avi impressa nei suoi geni la fanno scorrere come in automatico. La sua testa è libera di pensare e la sua bocca di parlare e di cantare se necessario. Mi chiede della mia famiglia di origine, di mia figlia, della mia attuale compagna e della mia ex, di cosa faccio la sera, di come mi trovo con i miei vicini e tanto altro. Io rispondo a monosillabe: tutto bene. Mia figlia sta bene, la famiglia lo stesso, pure la mia compagna. In verità mio padre e mia madre non li sento da un bel po', mia figlia la vedo di rado e la mia compagna è fuori per lavoro. Sono spesso solo e non trovo sempre la forza per accettarlo. Ma questo logicamente non lo dico. Mi chiedo come possa sapere tutte queste cose, ci vediamo di rado, ma in un paese così piccolo tutti sanno tutto di tutti a quanto pare.
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FN314
Science FictionFN314 è uno sputo di paese disperso nella vasta periferia del Distretto13. Una sorta di villaggio dove la vita scorre lenta e senza grossi scossoni. O almeno così sembra se escludiamo le piogge di rane e i danni che ne derivano. Non ci sono molti vi...