secrets | kōtarō bokuto

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(T/N) infila un auricolare nell'orecchio e si sdraia sul letto, lanciando uno sguardo fuori dalla finestra

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(T/N) infila un auricolare nell'orecchio e si sdraia sul letto, lanciando uno sguardo fuori dalla finestra.
Piove, e anche pesantemente.
Adora la pioggia, la fa sentire non solo in pace, ma anche più stabile.
Le giornate di pioggia sono per lei giorni della settimana per fermare tutto quello che sta facendo, dirsi che può bastare e cercare di dedicarsi a ciò che le piace, perché anche se volesse di studiare non si deciderebbe proprio, tanto la impigrisce il tempo.
Accende il telefono e la luce dello schermo si riflette sul suo viso stanco, illuminandone i tratti.
Ogni volta che guarda lo sfondo le viene da sorridere.
Il sorriso di Bokuto è tremendamente contagioso, lo aveva imparato negli anni, e infatti nella foto stessa anche lei ne sfoggiava uno bello ampio.
Bokuto e (T/N), (T/N) e Bokuto, due nomi indissolubili e guai a chi osa separarli.
Nessun loro amico si ricorda di un tempo in cui i due non siano mai stati amici.
In effetti, nemmeno i diretti interessati si ricordavano una cosa del genere, tanto erano piccoli quando avevano scambiato le loro prime parole tra di loro.
Si completavano vicendevolmente, se c'era qualcosa in Kōtarō aveva una mancanza, (T/N) la possedeva e così il contrario.
(T/N) era una ragazza piuttosto riservata, mentre Kōtarō era chiassoso, (T/N) adorava provocare la gente con cinica ironia mentre Kōtarō aveva un umorismo tutto suo.
Sfortuna volle che i due non fossero destinati a vedersi per molto, solo durante le vacanze, quando il ragazzo arrivava nel suo piccolo paese marittimo per trascorrere il tempo con lei e i loro amici comuni.
Quelli erano i giorni che le facevano venire voglia di fermare il tempo, i giorni in cui la pioggia non si sarebbe dovuta azzardare a cadere per quanto la adorasse, i giorni in cui voleva che Bokuto le promettesse di non andarsene.
Bokuto era facilmente definibile un deficiente, ovviamente in senso buono, per usare un termine più appropriato, un cazzaro.
Era difficile trovare momenti in cui fosse serio, sempre con quell'espressione esaltata anche per la minima cosa sul volto, quella risata così piena e quell' "hey, hey, hey!" ad ogni schiacciata che faceva a beach volley.
Per la cronaca, nessuno dei loro amici voleva giocare a beach volley con lui, per la troppa poca competizione e perché Kōtarō non sembrava minimamente in grado anche solo di provare ad andarci piano.
Erano queste le piccole cose di lui che piacevano a (T/N), e si scoprì ad avere un debole per i ragazzi completamente idioti.
La cotta per Bokuto era stata per molto tempo altalenante, soprattutto quando la ragazza era ancora piccola.
I sentimenti man mano che si cresce diventano sempre più complicati, ma anche concreti.
Per molto tempo (T/N) era andata avanti con la stupida legge del ricaderci in pieno solo ogni volta che si rivedevano, per poi lasciare scemare tutto nei pochi mesi tra un ritorno di Bokuto e l'altro, e magari prendersi cotte per qualche altro compagno di classe o di scuola.
Ma man mano che il tempo passava, i sentimenti ci mettevano sempre di più a sfumare, e l'attrazione per gli altri ragazzi veniva meno, mentre i ricordi delle loro passeggiate sulla spiaggia deserta durante le vacanze invernali e del tempo trascorso con Kōtarō si facevano sempre più insistenti nella sua testa.
Fu dovuto probabilmente al fatto che piú crescevano piú capivano che la loro non era solo un'amicizia di circostanza, di quelle di cui ci si ricorda l'importanza solo nelle vacanze, ma qualcosa di molto piú grande, e finirono per mantenersi a stretto contatto anche da lontani.
Cominciato il liceo (T/N) si accorse che niente da fare, ormai la legge che tanto contraddistingueva il loro rapporto era andata totalmente all'aria e che ora non c'era più nessun altalenamento, ma solo stabilità in quelli che erano i suoi sentimenti per Bokuto.
Le viene da ridere sempre, ogni volta che pensa a una loro possibile relazione, perché immaginarsi il ragazzo in gesti tanto romantici era certo qualcosa di assurdo e a tratti anche imbarazzante.
Insomma, vederselo davanti alla porta di casa con un mazzo di rose in mano non avrebbe fatto altro che farla scoppiare a ridere, e poi si riprende mentalmente pensando che sarebbe stato veramente crudele farlo.
Però lo sa in cuor suo, che Kōtarō non sarebbe mai stato un fidanzato da dare per scontato, ma certamente uno amorevole, non può negarlo.
Per quanto lo vedesse male a regalarle un mazzo di rose o a dedicarle una canzone, lo vedeva benissimo ad avvicinare il suo viso per baciarla sul lettino di un ombrellone in estate, e si chiede se sarà mai quello, il loro primo bacio.
Non si era mai decisa di confessare i suoi sentimenti, perché crede che se mai verranno fuori lo faranno da soli, e non ci si vede proprio a chinarsi come una ragazzina di uno shojo ed esclamare cose come "mi piaci, Kōtarō-kun!"
Sarebbe stato per altro molto strano, dopo così tanti anni a conoscersi, fare un'uscita del genere.
Ecco, principalmente è quello a frenarla, quella sensazione di conoscersi da fin troppo per confessare i propri sentimenti.
Si è sempre chiesta che cosa sentisse in cuor suo il ragazzo, come la vedesse, se come "l'amica del mare" o come una vera cotta, o magari era ancora incastrato nella legge del "vedo non vedo".
Era certo frustrante, non poter sempre stare con lui e non sapere come se la cavasse a relazioni, ma (T/N) non aveva mai fatto scoperte spiacevoli.
C'erano giorni in cui piangeva, per la mancanza del ragazzo, solitamente dopo le loro interminabili chiamate. Si chiedeva come fosse andare a scuola con lui e averlo sempre in classe insieme, come dovesse essere scrivergli semplicemente "oggi pomeriggio usciamo?" anche quando non era una giornata di vacanza, come dovesse essere tornare a casa da scuola insieme.
Ogni tanto, lasciava che i suoi sentimenti da ragazzina prendessero piede e si immaginava scene patetiche come Bokuto che la sorprendeva all'uscita da scuola, non necessariamente baciandola ma anche solo un abbraccio sarebbe bastato a renderla felice.
E poi, le vengono in mente le loro feste sulla spiaggia con gli amici, il suo sorriso illuminato dal fuoco del falò, il suo corpo umido che asciuga al sole, e quelle poche volte in cui andavano a vedersi un film demenziale al cinema all'aperto, combattendo contro le zanzare.
Forse, se tutte le giornate fossero sempre con Bokuto avrebbero meno senso, ma non le importa proprio quando sente la sua mancanza.
Guardando la loro foto insieme sullo schermo del cellulare, il suo braccio avvolto attorno alla sua spalla, (T/N) pensa che forse è meglio così.

Lo sai mantenere un segreto?

Come se il solo pensare a lui avesse richiamato la sua attenzione, il messaggio da parte di "Bokkun" appare sullo schermo.
In un primo momento lo trova buffo, un messaggio del genere.
Insomma, certo che lo sa mantenere un segreto, soprattutto se si tratta di lui.
Gli risponde in fretta e con leggerezza.

Sì che lo so mantenere.

E' naturale, no?
Quel giorno, (T/N) non aveva pensato tanto a Bokuto, avendo dovuto affrontare una giornata piuttosto pesante a scuola, e il tempo non le faceva certo venire voglia di fantasticare su quando si sarebbero rivisti di lì a poco in estate, in effetti voleva solo dormire.
Ovviamente non prima di sentire che cosa doveva dirle.

Vabbé te lo dico, ma non ridere.
Mamma mia mi immagino solo quanto mi prenderai in giro ora.
Mi piace una ragazza della mia classe.
Ma non è una cosa tanto leggera, ci ho riflettuto un po' e pare che sia piuttosto andato.
TI PREGO NON PIGLIARMI PER IL CULO.

Il fatto che quel giorno non avesse pensato tanto a Bokuto, ha solo peggiorato nettamente le cose.
Forse, se ci avesse pensato di più, sarebbe stata più preparata.
E invece, leggere quei messaggi in quella giornata a cui Bokuto non ci pensava, li rese ancora più gravi di significato.
Di solito si dice che quando capita questo genere di cose, si sente il cuore saltare un battito, o spezzarsi, ma (T/N) non sente nessuna di queste cose, sente solo il suo stomaco contrarsi dolorosamente.
Rilegge quei messaggi ancora un'altra volta, e poi di nuovo, per dieci volte forse, e quando decide che per lei è abbastanza per confermare la realtà, lascia il telefono sul letto con ancora la conversazione aperta.
Se solo quel giorno avesse pensato di più a Bokuto, si sarebbe messa anche a pensare a cosa avrebbe fatto nel caso di un possibile rifiuto, e si sarebbe trovata più preparata a quei messaggi, e invece erano arrivati come un fulmine a ciel sereno, in un pomeriggio qualunque che per lei si prospettava anche piacevole.
Gli auricolari le scivolano fuori dalle orecchie, si sentono solo il suono della pioggia che picchietta sulla finestra e la suoneria di altre notifiche dal cellulare.

DAI (T/N) LO SO CHE SEI LI A RIDERE.
Però era l'ora che cominciasse a piacermene una.
Poi pare sia anche interessata a me, proverò a tastare il terreno e a parlarci di più.

Lancia uno sguardo sui nuovi messaggi, e la prima cosa che le passa per la testa è come le faccia una certa tenerezza il fatto che lui non sappia che ciò che le ha scritto non l'ha fatta ridere, il contrario.
Ripensa a quelle parole, e sente nuovamente lo stomaco contrarsi, e le lacrime che subito sgorgano senza pietà.
Prova a figurarsi questa ragazza nella sua testa, e non ci riesce, è solo una figura astratta, ma quella figura astratta ha più importanza di lei.
E' tremendo, quando tu non sei la persona preferita della tua persona preferita.
Forse è quello a fare più male, più che l'idea di non poterlo baciare.
Il non essere la sua persona preferita è molto peggio.
Era arrivata troppo tardi per esserlo.
Si chiede se si sarebbe cacciata in questa situazione se avesse come minimo provato a baciarlo negli ultimi anni, anche solo sulla guancia da bambini.
Ripensa a quella volta in cui erano sulla spiaggia, già brilli alle undici di sera, a cantare qualche canzonaccia insieme ai loro amici, e Bokuto le aveva preso il viso tra le mani e aveva fatto poggiare le loro fronti insieme, entrambi cantando a squarciagola il testo della canzone assordandosi i timpani, per poi scoppiare a ridere.
Si ricorda che quella sera, dopo aver alzato il gomito, si era addormentata per poi svegliarsi con un braccio di Kōtarō attorno alla sua vita, i loro corpi stretti in un abbraccio, e si chiede se le cose sarebbero andate diversamente se avesse deciso di approfittare per quella prima occasione per andare oltre.
Se non gli piaceva ora, c'è mai stata una frazione di secondo in cui sarebbe bastato dirgli "mi piaci" per farli mettere finalmente insieme?
Ora è troppo tardi, e il suo segreto non può restare più con lei.
Ignorando gli altri cinque messaggi che le chiedevano dove fosse finita, (T/N) si asciuga gli occhi per vedere meglio.

Lo sai mantenere un segreto, Kōtarō?

𝘴𝘱𝘢𝘳𝘬𝘴 | 𝘩𝘢𝘪𝘬𝘺𝘶𝘶 𝘹 𝘳𝘦𝘢𝘥𝘦𝘳 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora