far away | kei tsukishima

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«𝐈 𝐠𝐞𝐭 𝐚 𝐥𝐢𝐭𝐭𝐥𝐞 𝐛𝐢𝐭 𝐚𝐥𝐨𝐧𝐞 𝐬𝐨𝐦𝐞𝐭𝐢𝐦𝐞𝐬 𝐚𝐧𝐝 𝐈 𝐦𝐢𝐬𝐬 𝐲𝐨𝐮 𝐚𝐠𝐚𝐢𝐧

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«𝐈 𝐠𝐞𝐭 𝐚 𝐥𝐢𝐭𝐭𝐥𝐞 𝐛𝐢𝐭 𝐚𝐥𝐨𝐧𝐞 𝐬𝐨𝐦𝐞𝐭𝐢𝐦𝐞𝐬 𝐚𝐧𝐝 𝐈 𝐦𝐢𝐬𝐬 𝐲𝐨𝐮 𝐚𝐠𝐚𝐢𝐧.
𝐈'𝐝 𝐛𝐞 𝐭𝐡𝐞 𝐥𝐨𝐯𝐞 𝐨𝐟 𝐲𝐨𝐮𝐫 𝐥𝐢𝐟𝐞 𝐢𝐧𝐬𝐢𝐝𝐞 𝐲𝐨𝐮𝐫 𝐡𝐞𝐚𝐝.»

Alle nove di sera, (T/N) accende il portatile, sistemandosi le cuffie sulle orecchie.
Apre Skype e guarda distrattamente il telefono, aspettando che la videochiamata venga avviata.
Dopo poco, lo schermo si illumina e la scritta "Tsukki ❤️" appare a grandi caratteri.
Sorridendo sia di gioia che per apparire presentabile, (T/N) accetta la chiamata.

"Buongiorno Tsukki" esordisce la ragazza, non sciogliendo quel sorriso.

"Buonasera, (T/N)" le risponde Kei.

Inizialmente il fuso orario era stata una bella rogna per entrambi, finendo spesso per chiamarsi a orari improbabili per distrazione, ma ci avevano fatto presto l'abitudine.

"Quí a New York c'è un tempo bellissimo Tsukki, Tadashi mi ha detto che a Miyagi sta facendo un bello schifo" dice (T/N), lanciando un'occhiata fuori dalla grande finestra di camera sua.

Il cielo è punteggiato di stelle luminose, è uno di quei pochi giorni in cui l'inquinamento luminoso della cittá non le nascondeva e ne è felicissima.
Vivere da soli non è stato facile, e la mancanza del Giappone si faceva sentire parecchio i primi tempi.
La sua coinquilina, Kate, le è stata di grande aiuto nel farla sentire a suo agio e grazie al cielo perché da sola non se la sarebbe mai cavata.
Per distrarsi dalla nostalgia di casa aveva riarrangiato la sua stanza, dipingendola di un (c/p) pastello e aggiungendo qualche foto dei suoi amici e famiglia in Giappone, ordinatamente appese alle pareti.
La cosa che le piaceva di piú tuttavia, era la grande finestra alla sinistra del suo letto, dalla quale si poteva vedere la cittá in tutta la sua bellezza, con la fortuna di avere un appartamento ai piani alti di un grattacielo.
Le era costato un po', ma il desiderio di diventare giornalista era sempre stato bruciante in lei e non avrebbe potuto ripiegare sui giornali giapponesi per molto tempo.
Essere l'addetta al giornalino della Karasuno era stato un buon ripiego al liceo ed un buon esercizio per il futuro, ma lasciare il Sol Levante fu una scelta inevitabile.

"Sí, fa abbastanza schifo" commenta Tsukishima "come procede con il lavoro?"

"Tutto bene, il capo è un po' stronzo ma Ava dice che mi ha presa in simpatia" dice lei, sorridendo ironicamente.

Tsukishima e (T/N) capitarono di fidanzarsi probabilmente nel momento piú sbagliato delle loro vite.
La ragazza era l'addetta al giornalino scolastico, con la pallavolo come suo secondo hobby.
Non era esattamente brava in quello sport, non avendolo mai praticato veramente, ma si era innamorata delle partite vedendo il club di pallavolo giocare al primo anno.
Era stata lei a insistere per aggiungere una sezione sportiva al giornalino, prendendosi lei tutta la responsabilitá di scrivere gli articoli al riguardo.
Di conseguenza, si abituó a seguire la squadra ovunque loro andassero, guadagnandosi il loro rispetto e apprezzamento, fino a diventarne quasi un pezzo importante.
Di conseguenza, si legó indissolubilmente a Tsukishima
Nessuno avrebbe scommesso su loro due, eppure avevano deciso di tentare il tutto e per tutto in aeroporto, il giorno della partenza per l'America di (T/N).
Almeno, lei aveva deciso di tentare il tutto e per tutto, dichiarandosi al ragazzo a cuore aperto.
Non si aspettava minimamente la risposta positiva che ne seguí poco dopo, come non se l'aspettava il resto della squadra che rimase allibito accanto a loro.
Nonostante l'inaspettato gesto di Kei, fu perfettamente nel suo stile non tentare di allungarsi per baciarla.
(T/N) fu costretta a mettersi in punta di piedi, afferrandogli il colletto del maglione per abbassarlo al suo livello e baciarlo sulle labbra.
Inutile dire che l'intera squadra, compresi gli ex membri che ci tenevano a salutare la ragazza, eruppero in grida incoraggianti ed esaltate, tanto da guadagnarsi l'attenzione e lo sconcerto di tutto l'areoporto.
Non fu esattamente il primo bacio che (T/N) si sarebbe aspettata di condividere con Tsukishima, ma fu anzi meglio, soprattutto nel momento in cui sentí le mani impercettibilmente tremanti (dall'imbarazzo delle attenzioni) di Kei sfiorarle il viso nel mentre.
Parlarono molto quella sera, anzi, mattina per l'ex-centrale, e finirono inevitabilmente per parlare anche della loro relazione.
Era solo qualche mese che stavano insieme, e fu talmente tutto improvviso che il modo in cui si erano trovati era diventato il loro argomento preferito di cui discorrere.

𝘴𝘱𝘢𝘳𝘬𝘴 | 𝘩𝘢𝘪𝘬𝘺𝘶𝘶 𝘹 𝘳𝘦𝘢𝘥𝘦𝘳 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora