not about you | kōshi sugawara

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音楽 𝓂𝓊𝓈𝒾𝒸𝒶

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音楽 𝓂𝓊𝓈𝒾𝒸𝒶

"Suoneresti di nuovo per me?"

Mi porge questa domanda con un sorriso tenero su quel volto dai tratti tenui, ora appoggiato contro il palmo della mano destra.
Le mie dita, al contrario delle sue, sfiorano i tasti di ebano del vecchio pianoforte di casa mia, unico elemento rimasto immutato da chissá quanti anni.
Credo che sia impossibile, dire di no a Kōshi, tanto chiede garbatamente anche le cose piú semplici e per cui non ci sarebbe neanche bisogno di domandare.
É un ragazzo a modo, perbene, di quelli che piacciono ai tuoi genitori alla prima sola presentazione.
Non è un tipo che dá nell'occhio, di quelli di cui ti accorgi quando passi per i corridoi della scuola, ma è comunque una persona importante.
Il suo ruolo stesso nella squadra di pallavolo lo definisce, è importante ma non dá nell'occhio.
Eppure, ora che sta seduto a qualche metro da me, con quel sorriso e gli occhi semichiusi, mi chiedo come faccia a non farsi notare.
È uno sguardo incredibilmente accattivante, seppur supplichevole, e mi ritrovo a domandarmi se mai abbia incontrato qualcuno dai colori cosí delicati. I colori che Kōshi porta con sé, che siano parte di lui o meno, sono sempre delicati, come i tratti del suo volto e il suo modo di fare.
Anche il modo in cui suona il suo nome di battesimo Kōshi, é armonioso, e non mi capacito di come una persona possa essere cosí.
Ci siamo innamorati a maggio, a 18 anni, ancora lontani dal raggiungere la maggiore etá, eppure questo per noi non ha voluto dire niente.
Ci siamo innamorati in primavera e questo si vá ad aggiungere a come tu, Kōshi, sia estremamente ideale.
La primavera non è una stagione per tutti, è una stagione in cui si rischia tutto e in cui amarsi è estremamente facile.
Il sorriso ancora non è sfumato dal tuo volto, mentre attendi pazientemente che cominci a suonarti qualcosa di nuovo.
Pigio qualche tasto bianco e nero sperimentalmente, voltandomi un attimo a guardare i tuoi occhi che ora si chiudono completamente esprimendo il tuo appagamento.
La melodia dei tasti che premo non è niente di nuovo, niente di spettacolare, almeno per me mentre per te è tutto diverso.
Guadagno velocitá e poi torno a suonare lentamente, e cosí via per tutto il tempo in cui mi guardi cosí.
Mi fermo e mi volto a guardarti, hai ancora quel sorriso sulle labbra sottili.

"Ogni volta mi suoni sempre qualcosa di nuovo, (T/N)-chan"

Faccio un sorriso sfuggente, scuotendo la testa.
Quello che dice è sbagliato, ma non gliene do una colpa, non è stata colpa sua.
Non ho mai suonato nulla di nuovo per Kōshi, e se dico mai vuol dire che è cosí.
Non c'è mai stato nulla di nuovo nelle note che ho suonato per te, negli accordi che ti ho fatto sentire e nelle canzoni con cui ho fatto musica.
Kōshi mi ha sempre chiesto di suonare per lui, ma mai mi ha chiesto di suonare su di lui.
Forse perchè ha sempre pensato fosse chiedere troppo, tanto è riguardoso, ma non posso saperlo.
Mi si siede accanto, davanti al pianoforte, e la sua mano dalla pelle candida comincia a sfiorare i tasti, talmente simili che sembrano mescolarsi con le sue dita.
Non sa suonare il pianoforte, benchè lo avesse studiato per qualche anno, era talmente piccolo che ora ne è dimentico.
Ricorda solo i nomi delle note e il loro susseguirsi, ma quando è con me prova sempre a farmi compagnia, lo apprezzo molto.
Mi rubó il mio primo bacio davanti a questo stesso strumento, la prima volta che gli dedicai una canzone.

"Questa è la quinta canzone che mi dedichi"

Le sue parole non sono pronunciate per caso, Kōshi non parla mai a sproposito.
Sorrido come sta facendo lui, e scuoto la testa per una seconda volta.
Se solo sapessi, quante te ne ho dedicate.
Se solo sapessi, quanto mi sono innamorata di te il giorno in cui ci incontrammo per la prima volta e ti dissi che amavo trascrivere la musica.
Se solo sapessi, quante canzoni ti ho dedicato da quel giorno in poi.
Mi hai sempre detto che ti piacerebbe imparare di nuovo a suonare il pianoforte per potermi dedicare tante canzoni quante te ne ho dedicate io, ma non sai che non sono solo cinque.
Io e te, Kōshi, vorrei fossimo fatti per lo stesso strumento, eppure non lo siamo.
Ció non ci rende peró lontani, perché anche se non siamo stati fatti per lo stesso strumento, suoniamo bene comunque, io e te.
Accenno qualche nota insieme alle tue, e la nostra musica diventa irregolare e confusa, ma ha un suono talmente tenue che non importa.
Del resto non siamo fatti per lo stesso strumento, no?
Te ne dedicherei molte di piú, di canzoni, ma ogni volta che le punte delle mie dita toccano questi tasti, non posso farne a meno.
Tu non lo sai, Kōshi, ma ora che ti sei fermato per baciarmi sulle labbra, penso che anche le note che sto toccando ora non esistano per puro caso.
Queste note non esistono perchè io, come ragazza e come individuo, ho deciso personalmente di suonarle, perchè mi piace la musica.
Ho smesso di amare la musica quando ho cominciato ad amare te.
Ora la musica la amo solo in funzione di te.
Se tu decidessi, Kōshi, di ripagarmi per ogni nota che ho suonato per te, impiegheresti chissá quanto tempo, forse mi raggiungeresti il giorno in cui ti dedicheró la mia ultima canzone, che sia presto o tardi.
Ci siamo innamorati a maggio e questo pianoforte ne fa da testimone.
Mi viene in mente la tua gentilezza, il tuo animo buono, che sbocciarono anche il giorno in cui mi chiesi di essere tua.

"(T/N), diventeresti la mia fidanzata?"

Ti risposi che andava bene, che per me stava bene condividere la mia musica con te, non curante del fatto che avrei cominciato a farla per te.
Sei diventato tu la mia musica.
Separi le labbra dalle mie e le pieghi in un sorriso, guardandomi colmo dello stesso amore che ci portiamo dietro da tempo e chiedendomi una cosa.

"Me ne dedicherai una sesta?"

Mi poni questa domanda con un'innocenza tale, che mi fai intenerire, Kōshi.
Ma l'innocenza non sta nella timidezza della tua domanda, ingiustificata perchè ormai è tanto che io e te stiamo insieme, quanto nella tua convinzione di ció che dici.
Ti sorrido come fai tu e come ho sempre fatto quando mi parli.

"Kōshi, non posso scrivere una canzone che non parli di te"

Ci siamo innamorati a maggio e da lí non ho mai scritto una canzone che non parlasse di te.

𝘴𝘱𝘢𝘳𝘬𝘴 | 𝘩𝘢𝘪𝘬𝘺𝘶𝘶 𝘹 𝘳𝘦𝘢𝘥𝘦𝘳 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora