fly high(er) | kōrai hoshiumi

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La prima volta che ci siamo scambiati qualche parola, beh, a ripensarci, non ne vado molto fiero

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La prima volta che ci siamo scambiati qualche parola, beh, a ripensarci, non ne vado molto fiero.
Ti vidi attendere pazientemente che il campo di pallavolo si liberasse, eri giá vestita con la divisa femminile del Kamomedai e in mano tenevi la palla, pronta a giocare.
Mi ero trattenuto qualche minuto in piú insieme a Suwa per esercitarmi sulle schiacciate, lo facevo sempre e ogni volta tu stavi all'angolo della palestra ad osservare e aspettare.
Mi davi sui nervi.
Lo ammetto, mi davi veramente sui nervi per il semplice fatto che ogni volta te ne stavi in silenzio.
Neanche una parola, aspettavi solo di dare l'ok alle ragazze per cominciare l'allenamento.
Andó avanti cosí per un mese o poco piú, finché un giorno non ne potei piú.
L'alzata di Suwa era pressoché perfetta, e anche il mio salto, eppure tu eri rimasta impassibile.

"OI! Allora?!" ti ringhiai contro.

"Allora cosa?" mi domandasti senza alzare un sopracciglio.

"Non hai visto? Non hai mai visto che salti faccio?"

" che li ho visti, e quindi?"

Mi stavo scaldando davvero tanto, non mi importava del fatto che fossi una ragazza carina.
Suwa era agitato dal modo in cui mi stavo rivolgendo a te, stava giá allungando il braccio per fermarmi ed era pronto a chinarsi per scusarsi, ma non avevi bisogno di nessuno che ti tenesse alla larga da me.

"E allora perché non dici niente?! Dovresti essere impressionata!"

"Perché dovrei impressionarmi se potresti fare meglio di cosí?"

Ci rimasi di sasso, letteralmente sbigottito, tanto che la mia collera si placó per lasciare spazio al senso di smarrimento.
Meglio di cosí?
Restai in silenzio, mentre Suwa si chinava di fianco a me e ti domandava scusa da parte mia.
Mi avevi colpito e affondato, abbattuto come un albatros, mi avevi lasciato per la prima volta senza parole.
Non aggiungesti nient'altro, solo un sorriso cortese a Suwa per dirgli di non preoccuparsi e poi un cenno alla squadra femminile per invitarle ad entrare in campo.
Quando misi la testa sotto la doccia, quel pomeriggio, il mio pugno sbatté contro le mattonelle del muro, e sorridevo.
Ti avrei fatto vedere di cosa ero capace, e non perché eri bellissima.
Non mi importa chi sei, se sei maschio o femmina, giovane o vecchio, il mio desiderio di impressionare e far parlare di me si estende a tutti con lo stesso ardore e bruciante desiderio.
Tu eri compresa.
Dopo quel giorno, per tutti i giorni, non mi limitai solo a saltare in alto ogni volta che mi guardavi, ma ti ponevo sempre la stessa domanda.

"Ora sei impressionata?"

E per giorni tu continuasti a rispondermi allo stesso modo.

𝘴𝘱𝘢𝘳𝘬𝘴 | 𝘩𝘢𝘪𝘬𝘺𝘶𝘶 𝘹 𝘳𝘦𝘢𝘥𝘦𝘳 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora