Capitolo 22

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Usciamo di nuovo fuori il balconcino e ci sediamo sulle poltrone.
Accavallo le gambe e fisso il cielo mentre lui osserva me.
D: «tu hai pianto»
mi conosceva troppo bene
R: «chi io? non è vero»
D: «Reb ti conosco, andiamo dimmi» si alza e appoggia i gomiti sulle ginocchia facendo incrociare le dita delle sue mani.
R: «non ho niente da dirti, e ora, gentilmente, potresti uscire? mi sta venendo sonno» dico senza guardarlo
D: «dai sei seria?»
Annuisco
D: «vabbene» sbatte le mani sulle ginocchia e si alza «tranquilla so la strada, buonanotte» va via.
Sbuffo, entro in camera mia chiudendo la finestra, mi infilo sotto le coperte e chiudo gli occhi, addormentandomi.

POV'S DRACO

Sbuffo.
Che palle! Quei due sbraitano a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Mi alzo dal letto buttando per l'aria il cuscino ed esco fuori, sul piccolo terrazzo nella mia stanza. Mi affaccio per vedere le stelle e sento la finestra del balcone affianco aprirsi.
La vedo.
D: «anche tu sveglia?» si gira e mi guarda
R: «non riesco a dormire»
D: «colpa dei miei?» non mi sorprenderei
R: «in parte» come immaginavo
D: «a cosa pensi?»
R: «nulla di così importante» si gira di nuovo
Sto zitto e continuo a guardare quei puntini luminosi su quello sfondo nero.
D: «ehi» la richiamo
Lei si volta verso di me
Non dirlo, sta zitto. Non dirlo, Draco.
D: «posso venire da te?»
sei proprio un deficiente
R: «se proprio ci tieni»
Esco dalla mia camera silenziosamente, per poi rientrare nella sua. Usciamo fuori e ci sediamo sulle poltrone.
In ambito di ospitalità i Malfoy sono i migliori, non per vantarmi però è cosi.
Mi giro verso di lei e la guardo. C'è qualcosa di strano, ha gli occhi lucidi e leggermente gonfi.
D: «tu hai pianto» dico istintivamente. Credo di aver indovinato perché, improvvisamente, sbianca.
«R: «chi io? non è vero»
D: «Reb ti conosco, andiamo dimmi» mi metto a sedere sulla poltroncina di pelle verde con i diamanti argentei.
R: «non ho niente da dirti, e ora, gentilmente, potresti uscire? mi sta venendo sonno»
D: «dai sei seria?»
la vedo annuire
Mi alzo ed esco dalla stanza.
Apro la porta della mia e mi butto sul letto. Metto il braccio sulla fronte e fisso il soffitto.
"Se ami una persona devi lasciarIa andare"
Questo faró.
Imparerò a lasciare andare.
Le cose,
le persone.
I sentimenti,
la rabbia.
Le delusioni,
il dolore.
Mi giro dall'altro lato, dando le spalle alla porta e mi addormento, finalmente.

IL GIORNO DOPO

Strizzo gli occhi.
Sento gli uccellini cinguettare.
Alzo la testa dal cuscino e mi guardo attorno.
Le 9:30.
La colazione era già iniziata da dieci minuti.

Penso che oggi la salterò.

Sbuffo. Rimetto la testa sotto il cuscino stile struzzo e mi riaddormento.

POV'S Rebecca

Vengo svegliata dai rumori delle pentole e dei piatti
sarà già mattina?

Alzo la testa, tolgo tutti i capelli dalla faccia e apro un occhio.
La luce del sole che penetra dalle tende è talmente forte che mi obbliga a chiuderlo subito. Dopo poco provo ad alzarmi per vedere che ore fossero.
Le 9:00, è appena iniziata la colazione. Penso
R: «Rudolf» sussurro.
Appare in un attimo.
R(rudolf): «si padroncina?»
R: «potresti, per favore, avvertire la famiglia Malfoy che oggi non scendo a fare colazione?»
Lui annuisce e scompare.
Vado nel mio bagno in camera e chiudo la porta alle mie spalle con la chiave.
Inizio a far uscire un getto d'acqua tiepida e nel frattempo mi tolgo il pigiama.
Entro nella doccia e ci resto per una buona mezz'oretta.
Mi avvolgo in un'asciugamano, pulisco il bagno e vado in camera.
Vedo un po' cosa devo mettere e opto per un pantaloncino di jeans, una maglietta bianca normalissima e un paio di scarpette da ginnastica bianche.
I capelli li ho lasciati sciolti, anche perché si sono quasi asciugati a causa del caldo che faceva in questo periodo.
Rifaccio velocemente il letto e guardo l'orario
12:30
Come vola il tempo

Sto quasi per aprire la porta quando bussano a quest'ultima.
Sussulto.
Giro il pomello e lo tiro.

N: «buongiorno tesoro, stai bene? Dormito bene?»
R: «ciao Narcissa, buongiorno. Si tutto bene grazie» le sorrido
N: «tra poco è pronto il pranzo, potresti farmi un piacere?»
Annuisco «puoi chiamare Draco, sta ancora dormendo»
R: «certo» dico poco convinta.

Lei va via e dopo cinque minuti esco anch'io.
Percorro i dieci passi che dividono la mia camera da quella di Draco.
Mi fermo davanti alla porta, prendo un bel respiro e busso
D: «è aperto» urla
Spalanco l'entrata e rimango pietrificata che nemmeno la pozione della Madragola avrebbe potuto aiutarmi.

I Hate You Because I Still Love YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora