•Capitolo 16•

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Yoongi's pov

<<Pronto? Namjoon?>>
<<Signor Kim sono Min Yoongi, un amico di Namjoon, dovrei riferirle una cosa...>>
<<Dov'è mio figlio?>>
<<È qui accanto a me, mi ha detto lui stesso di chiamarla.>>
<<Cos'è successo?>>
<<La signora Kim purtroppo non ce l'ha fatta... Mi dispiace davvero tanto.>>

                                ~°~

La bisnonna di Namjoon morì alle 2:00 del mattino. Come era potuto accadere? Ancora adesso me lo domandavo e niente di concreto mi sembrava la risposta, era tutto così dannatamente strano e assolutamente sbagliato.
Nel momento in cui vedemmo correre le infermiere verso la sua stanza non nego che della paura pervase il mio corpo, facendomi domandare cosa diamine stesse succedendo. 
Namjoon non ci mise molto a correre verso la sua stanza e nonostante il mio grido di aspettare ignorò totalmente le mie parole, per correre in preda al panico in mezzo a quella folla di persone che entravano e uscivano senza accennare mezza parola, sembravano essere dei robot.
Vedendo Namjoon che cercava in tutti i modi di entrare nella sua stanza decisi di raggiungerlo e nonostante chiedesse cosa fosse successo nessuno dei medici gli dava una risposta, lo guardavano dall'alto in basso totalmente apatici, incutevano un certo senso di timore e i loro occhi ci diedero la conferma che ciò che stava accadendo non era di certo una bella situazione.
Il mio amico implorò le infermiere e i medici di farlo entrare ma questi, nonostante si fosse inginocchiato implorando di farlo entrare, continuarono ad ignorarlo.
Era una scena davvero straziante e vedendo i volti dei medici cercai in tutti i modi di rimanere più calmo possibile per aiutare Namjoon come meglio potevo.
Cercai invano di farlo rialzare dal suo posto ma non mi volle ascoltare, provai persino a tranquillizzarlo abbassandomi accanto a lui confortandolo con un tono di voce calmo, passandogli poi una mano sulla schiena ma tutto ciò che facevo sembrava essere invisibile ai suoi occhi e alle sue orecchie; non mi rispondeva e come se non bastasse iniziò a piangere.
Decisi quindi di prenderlo di peso, non potevo lasciarlo lì, in balia dei suoi sentimenti scombussolati per questo, nonostante fosse più alto e più robusto di me, riuscii nel mio intento portandolo così nuovamente nella sala d'attesa.
Lo feci sedere e lui non mi rivolse lo sguardo e nemmeno una parola, rimase in silenzio per non so quanto tempo guardando perennemente il pavimento. Nel mentre smise di piangere e tirando su col naso si guardò le mani che non gli smettevano di tremare.
Osservandolo pensai che forse avevo sbagliato a portarlo via da lì ma sapevo che nonostante tutto non lo avrebbero fatto entrare, quindi portarlo di nuovo in questa stanza per farlo calmare mi sembrava la cosa migliore. Dovevo fare in modo di riuscire a farlo ragionare come avevo sempre fatto in tutti questi anni ma ora, scruttando il suo viso e osservando i suoi movimenti frenetici mi sembrò quasi che tutti i miei sforzi e l'aiuto che gli avevo dato per superare le sue paure fossero andati dimenticati, mi sembrava quasi che fossimo tornati all'inizio, quando lo conobbi pieno di preoccupazioni che lo frenavano dall'essere il vero Namjoon.
No, non dovevo assolutamente permettere che ritornasse tutto com'era prima; Namjoon non doveva tornare di nuovo troppo fragile, il passato doveva stare nel passato.
Sospirai lievemente dopo averlo visto passarsi le mani in volto, dopodiché mi sedetti accanto a lui pensando a diverse parole di conforto da dirgli ma nulla sembrava adeguato. Tutto ciò a cui riuscivo a pensare era solamente la paura. Se avevo paura anche io come potevo aiutare il mio migliore amico? Ridicolo.
Gli poggiai una mano sulla spalla e subito lo sentii irrigidirsi al solo tocco. <<Mi dispiace Nam per averti riportato qui nonostante non volessi, credimi.>> Dissi scusandomi sinceramente, era tutto ciò che ero riuscito a dire, che stupido.
Namjoon rimase in silenzio ma poco dopo con voce tremante rispose <<Yoongi, perché diavolo non mi fanno entrare? Lei ha bisogno di me e...>>
Mi chiese tenendo ancora lo sguardo sul pavimento.
<<Lo so.>> Dissi interrompendolo.
<<Ma dobbiamo fare in modo che i dottori riescano a curarla senza avere distrazioni.>>
Ma cosa diavolo stavo dicendo? Sul serio Min Yoongi, da quand'è che ti fidavi dei medici?
Finalmente alzò il capo e mi guardò serio, i suoi occhi erano gonfi e rossi dovuti al pianto per questo se li sfregò lievemente con le sue dita.
<<Lo capisco Yoongi ma io non posso stare con le mani in mano, soprattutto se non so che cosa abbia...>> La sua voce continuava a tremare nonostante cercasse in tutti i modi di impedirlo.
In quel momento gli rivolsi uno sguardo deciso ma calmo.
<<Capisco il fastidio, diavolo anche a me fa arrabbiare ma per favore cerchiamo di avere pazienza, sono sicuro che te lo diranno presto.>> conclusi dandogli poi un'altra pacca sulla spalla.
Le mie parole furono davvero così banali ma in qualche modo riuscii a far calmare Namjoon. Certo, fu impossibile farlo smettere di tremare ma almeno avevo fermato le sue lacrime o almeno così speravo. 

-𝐼𝑙 𝑄𝑢𝑎𝑑𝑟𝑜 𝑆𝑡𝑟𝑒𝑔𝑎𝑡𝑜-           𝔎𝔦𝔪 𝔗𝔞𝔢𝔥𝔶𝔲𝔫𝔤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora