•Capitolo 3•

63 11 12
                                    

Yoongi's pov

<<Mi scusi, va tutto bene?>>
Sentii una voce di qualcuno che non avevo mai sentito, una voce profonda e ottavata, nuova alle mie orecchie.
Lo scontro mi fece cadere a terra tant'è che la persona davanti a me mi allungò la mano per aiutarmi ad alzarmi.
Non capivo il motivo ma la mia vista si era un po' annebbiata non vedendo immediatamente chi ci fosse davanti a me <<Aish...>> mormorai, e solo dopo pochi secondi vidi chi mi stava aiutando.

Non lo avevo mai visto prima, era un ragazzo tra i ventiquattro, venticinque anni.
Riuscii ad esaminare per bene il suo viso nonostante la poca luce che vi era in quella via.
Notai i suoi lineamenti ben marcati, un buffo neo sulla punta del naso, i capelli neri leggermente ondulati un poco coperti da un basco nero in stile francese che fuoriuscivano ricomprendogli la fronte, occhi nocciola scuro grandi ed espressivi con indosso degli occhiali da vista particolari.
Quel suo cappello e quei suoi occhiali da vista mi impressionarono un poco; non sapendo però per quale motivo. Forse perché uno stile del genere era poco utilizzato? Chi poteva saperlo.
Oltre ai suoi particolari lineamenti notai in lui uno sguardo alquanto strano, quasi come se fosse preoccupato o meglio dire, spaventato.
Corrucciai leggermente lo sguardo <<Chi è?>> pensai confuso.
Ero talmente concentrato sulla discussione tra me e Namjoon che non mi ero minimamente accorto della sua presenza; da quando ero diventato così sbadato?

Il ragazzo dopo avermi aiutato a rialzarmi si scusò parecchie volte <<Le chiedo ancora perdono, sono di fretta e non l'avevo minimamente vista.>> Mi disse dispiaciuto facendo un piccolo inchino di scuse e, successivamente, si inginocchiò a terra per raccogliere le sue cose che con lo scontro caddero al suolo. <<Non si preoccupi.>> risposi io mentre lo aiutavo a sistemare il mucchio di materiale a terra.
Restituendogli gli oggetti continuai ad esaminare il suo aspetto e non potei pensare che fosse davvero un ragazzo particolare, non strano ma differente dai ragazzi della sua età. Non sapevo perché ma qualcosa mi diceva che non era di queste parti, che non si sia appena trasferito?
Aiutandolo notai che tra le cose cadute vi erano diversi pennelli e colori ad olio. <<Un pittore.>> pensai; non rimasi poi così meravigliato dato il suo aspetto particolare. Mi chiesi mentalmente che tipo di quadri potesse produrre questo bizzarro ragazzo ma lasciai perdere, non dovevo affidarmi ad una persona conosciuta così per puro caso.

Continuammo a sistemare il vario materiale a terra e notai che affianco a me vi era posto un oggetto simile ad un quadro, coperto però da un leggero telo nero in seta.
Curioso, mi chiesi perché mai un semplice quadro dovesse stare coperto a quel modo, faceva per caso parte dell'estetica? O semplicemente voleva proteggerlo in modo tale da non rovinarlo?
Prima che potessi prenderlo per restituirglielo mi anticipò il ragazzo che, con occhi spalancati, lo ripose dentro al suo apposito porta tele. Gli artisti lo adoperavano per porre dei quadri ancora incompleti, così da poterli trasportare anche fuori casa.
Il nostro scontro fu davvero così forte tanto da far uscire quel quadro del suo porta tele? Ma com'era possibile? Lo scopo delle porta tele era proprio quello di evitare che il quadro cadesse e si rovinasse, chissà com'era potuto accadere, a par mio sembrava strano.
Scacciai quei pensieri e subito mi scusai con il ragazzo <<Mi scusi.>> dissi imbarazzato da quella scena spiacevole.
Perché aveva reagito in quel modo spaventato? La mia intenzione era quella di restituirglielo non di rubarlo.
Il ragazzo finì di sistemarsi e si alzò da terra, contemporaneamente mi alzai anche io.
<<Mi scusi ancora lei.>> Mi disse facendo un ultimo inchino e senza neanche accorgermene corse impaziente verso la sua direzione; a quanto pare era davvero di fretta.
Rimasi immobile mentre lo guardavo sparire nella via poco illuminata in direzione opposta alla mia.
<<Ma chi era?>> Mi domandai curioso <<Certo che era davvero curiosa come persona...>> Pensai, se prima lo ritenevo particolare ora ne ero sicuro.
Prima di riprendere il mio cammino mi accorsi troppo tardi che forse avevo davvero perso un potenziale artista da far conoscere a Namjoon.
Rimasi immobile in quella via continuando a guardare nella direzione del ragazzo ormai andato via pensado ad un'opportunità persa.
Non mi ero neanche presentato e non sapendo il suo nome non potevo rintracciarlo in alcun modo. Era successo tutto così dannatamente in fretta che non mi aveva dato la possibilità di chiedergli nulla. La sua fretta di andarsene mi aveva lasciato spiazzato, lasciandomi così con delle domande che pian piano stavano iniziando a riempire la mia mente. Perché poco prima avevo detto di lasciar perdere e ora invece mi ero pentito di non avergli chiesto almeno il nome?
Alzai le spalle rassegnato sospirando un poco e cercando di scacciare quello sbadato incontro continuai per la mia strada.

                                 ~°~

Finalmente arrivai alla stazione e dopo essere salito su un taxi che mi avrebbe riportato a casa mi tornò in mente quello strano ragazzo, nonostante poco prima mi ero detto di non pensarci più.
Guardando fuori dal finestrino mi chiedevo perché il suo viso mi fosse rimasto così impresso nella mente.
Probabilmente anche lui era banale e monotono come tutti gli altri ma una parte di me mi diceva che non era così.
Perché avevo questa sensazione? Cosa sarà stato? L'incontro sbadato? Il suo stile? O forse quella tela coperta e il suo sguardo terrorizzato?
Non avevo mai incontrato un artista che avesse paura di mostrare le sue creazioni, neanche accidentalmente.
Magari non conoscendomi avrà pensato che fossi un pittore anche io e che, sbirciando il soggetto dell'opera, gli avrei potuto rubare l'idea del suo quadro incompleto o che semplicemente glielo potessi rubare per poi scappare.
Cercai invano una spiegazione per capire la sua strana reazione ma più mi concentravo più la situazione mi sembrava assurda. <<Ma perché la sto prendendo così a cuore? Diamine, era solo un ragazzino, incontri del genere capitano spesso ma allora perché ci sto pensando così tanto?>> pensai irritato.
<<Certo che potevo almeno chiedergli il nome...>>
Il mio lavoro era proprio quello di raccattare più persone possibili e io stesso sapevo che quando sentivo una strana sensazione allora non mi potevo sbagliare. Quella particolare sensazione non la sentivo da tempo e ora purtroppo l'avevo ignorata, lasciando andare via quel ragazzo che forse poteva darci quello che cercavamo.
<<Sono un idiota.>> mi dissi a bassa voce, ero stato uno stupido.
Mi ero perso nuovamente nei miei pensieri non accorgendomi che l'autista mi stesse avvisando che eravamo arrivati.
<<Signore siamo arrivati.>> mi ripeté dopo che io scossi leggermente la testa per riprendermi <<Mi scusi, quanto le devo?>> <<19,900 won.>>
Pagai e scesi dall'auto.

Trovandomi di fronte al mio appartamento aprii la porta ed entrai. Abbandonai la mia tracolla nera all'ingresso dirigendomi a passo lento in camera da letto.
Prima di sdraiarmi sul materasso, che aspettava la mia presenza, mi tolsi il cappotto ma prima di sistemarlo dentro l'armadio un qualcosa cadde dalla tasca.
Mi abbassai per raccoglierlo notando che fosse un pennello particolare, non di certo mio.
<<Che non sia di quel ragazzo?>> Mi domandai.
Come diavolo aveva fatto a finire nella mia tasca? Ce lo avevo messo io distrattamente? Tutto ciò era così dannatamente strano, ma perché mi stavano capitando cose così insensate?
Dopo aver osservato quell'oggetto la mia mente mi riportò subito all'incontro avvenuto mezz'ora prima facendomi sorgere le stesse domande che avevo pensato dopo averlo incontrato. Chi era quel ragazzo? Perché quello scontro? Perché quella sua strana reazione?
Non riuscivo più ad elaborare una teoria lucida perciò appoggiai il pennello sul comodino affianco al letto, l'avrei tenuto come ricordo, nel mentre mi cambiai d'abiti e finalmente mi misi sotto le coperte.
Provai invano a scacciare quei pensieri; ora dovevo riposare, dovevo recuperare tutte le energie che con il lavoro mi venivano letteralmente risucchiate.
Prima di abbandonarmi completamente al mio riposo decisi che avrei inviato un messaggio a Namjoon per avvisarlo della vicenda accaduta.

<<Min Yoongi

00:15

Nam, scusa l'orario, mi è successa
una cosa prima, appena sei libero
avvisami, così ti chiamo e ne
parliamo.>>

Appoggiai il telefono sul comodino dopo aver impostato la sveglia per le 7:30.
Finalmente mi abbandonai alla stanchezza e senza neanche mangiare mi addormentai immediatamente.

                                  ~°~

Quella notte il mio subconscio mi fece sognare qualcosa di davvero surreale.
Sogni del genere, con un enorme fantasia mischiata all'inquietudine, non ne facevo da parecchio tempo.
Ciò che sognai fu una grande stanza piena di quadri coperti da teli neri, me in prima persona che cercava di togliere disperatamente quei tessuti, invano.
Alle mie spalle sentivo una strana presenza che, voltandomi, capii chi fosse; era un strano, cupo e misterioso pittore che mi guardava serio. Il suo sguardo era apatico se non terrorizzante; mi fissava immobile proprio davanti a me.
Ciò che mi colpirono particolarmente furono il suo basco nero e degli occhiali in stile francese, proprio come quelli del ragazzo che avevo incontrato quella sera.

-𝐼𝑙 𝑄𝑢𝑎𝑑𝑟𝑜 𝑆𝑡𝑟𝑒𝑔𝑎𝑡𝑜-           𝔎𝔦𝔪 𝔗𝔞𝔢𝔥𝔶𝔲𝔫𝔤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora