Capitolo 7

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Elizabeth's pov

Jughead accompagnò Toni fuori dalla roulotte. Aveva un espressione triste.

E:- So che non sono affari miei, ma stai bene?

J:- Ci siamo lasciati, ma siamo rimasti amici.

Si mise seduto sul divano vicino a me mentre JB usciva dal bagno e andava in cucina.

JB:- Jug, se non vieni a tavola mangio anche la tua colazione.

Ridacchiai e andammo a mangiare. Stavamo seduti tutti insieme quando il mio telefono squillò. Controllai il nome sul display e vidi che era... mia madre. Ero incerta sul rispondere, ma Jughead mi prese il polso e mi portò fuori dalle roulotte. Capii al volo che voleva che rispondessi.

E: Pronto?

M:- Tesoro! Ho saputo che sei a Riverdale. Che casualità, io ho da poco comprato una casa qui, magari puoi venire a trovarmi, no?

Non ero convinta, ma accettai lo stesso.

E:- Ok. Stasera, appena avrò finito di studiare, verrò da te. Mandami l'indirizzo per messaggio. Ciao.

Riattaccai e guardai Jughead sperando che capisse.

J:- Vuoi che venga con te?

Annuii sorridendo. Nel pomeriggio passai a prendere tutte le mie cose e lasciai temporaneamente le valigie nella loro roulotte. Andai a fare una doccia prima di iniziare a studiare con Jug. Ero in camera sua e mi stavo asciugando con l'asciugamano quando sentii la porta aprirsi. Mi accorsi che era Jughead mentre cercavo di coprirmi il più possibile.

J:- Scusa, mi ero scordato che te...

Disse girandosi di spalle ed uscendo. Mi vestii velocemente e andai da lui. Quando mi vide entrare in cucina diventò tutto rosso in viso.

E:- Non ti preoccupare, Jug, non fa niente.

Dissi sedendomi. Iniziammo a studiare e continuammo fino alle 19.00. Andai a cambiarmi e indossai maglia nera che lasciava un po' scoperta la pancia e dei pantaloni bianchi a vita alta con una cintura nera. Jughead indossava una camicia bianca e dei pantaloni neri con il suo immancabile cappello. Arrivammo all'indirizzo che mi aveva mandato mia madre e bussammo. Mia madre venne ad aprirci, vestita stranamente bene e ci fece accomodare. 

M:- Tesoro, sono felice che tu abbia accettato di venire, ma non mi avevi detto che ci sarebbe stato anche il tuo ragazzo...

E:- Noi non siamo fidanzati.

Dissi arrossendo leggermente. Mi accorsi che anche Jug era arrossito. Sentimmo qualcuno che chiamava mia madre.

E:- Noto che siete ancora insieme, non ci avrei mai scommesso.

Mia madre annuì e lasciò la stanza. Tra me e Jug si era creato un silenzio imbarazzante. Per fortuna poco dopo mia madre ci chiamò dicendo che era pronta la cena. Ci sedemmo e iniziammo a mangiare.

M:- Allora, immagino che tu voglia sapere perchè ti ho invitato a cena dopo tutto questo tempo. Beh, diciamo che io e Hal abbiamo intenzione di sposarci e volevamo chiederti di farci da damigella d'onore.

Mi andò un pezzo di carne di traverso ed iniziai a tossire. 

E:- Cosa vi fa pensare che io possa accettare? Mi avete cacciato di casa a sei anni perchè non mi volevate!

M:- Lo so, ma in questi anni siamo maturati e abbiamo capito che quello era stato uno sbaglio. E poi c'era un'altra cosa che avrei voluto chiederti...

Disse abbassando lo sguardo. Alzai un sopracciglio aspettando che finisse la frase.

M:- Per il matrimonio abbiamo bisogno di molti soldi, soldi che noi non abbiamo. Volevamo chiederti un aiuto finanziario.

E:- Sapevo che c'era qualcosa sotto!

Sbottai alzandomi di scatto.

E:- Cosa vi fa pensare che io abbia dei soldi? Vivevo in una sottospecie di casa mal ridotta a Greendale e ieri sera lo sceriffo mi ha cacciato dalla baracca che mi aveva trovato Penny e l'unica persona che finora mi ha veramente aiutato è stato Jughead, anche se le nostre gang sono rivali! Tu dov'eri quando non avevo soldi neanche per mangiare?

M:- Se credi che la mia vita sia stata facile dopo che ti ho cacciata ti sbagli di grosso: anche noi avevamo difficoltà ad arrivare a fine mese e non riuscivamo a mangiare più di una volta al giorno, ora che abbiamo solo i soldi per vivere volevamo chiederti questo aiuto e in cambio ti avremmo riaccettata in famiglia.

E:- Se per voi sono solo un peso, perchè continuate a cercarmi? Solo per i soldi che neanche ho?

Risi amaramente con le lacrime agli occhi. 

E:- Preferisco vivere per strada che passare altro tempo con voi.

Dissi uscendo da quella casa. Stava piovendo, ma non mi importava. Qualcuno mi afferrò per il polso e mi voltai: era Jughead. Mi ero quasi dimenticata che era presente anche lui.

E:- Jug, sto bene. Torna a casa, io cercherò un altro posto dove passare la notte e passerò più tardi a prendere le valigie, non voglio essere un peso anche per voi.

Dissi mentre le lacrime mi rigavano il viso. Lui si accorse che non era la pioggia, ma che stavo piangendo e mi asciugò le lacrime con il pollice. 

J:- Tu non sei un peso per me. E non ti lascerò passare la notte vagando per le strade cercando un posto dove dormire.

Aveva gli occhi puntati nei miei, ma ogni tanto spostava lo sguardo sulle mie labbra. Si avvicinò a me e mi baciò. Era un bacio lento, ma bisognoso: avevamo bisogno l'uno dell'altra. La pioggia continuava a cadere, ma in quel momento c'eravamo solo io e lui. Si staccò lentamente, ma rimase molto vicino a me. Gli scostai una ciocca di capelli bagnati dal viso e ne approfittai per accarezzargli i capelli: si era tolto il cappello e lo aveva messo in tasca, probabilmente per non bagnarlo. Mi prese per mano senza dire una parola e mi portò via di lì. Arrivammo alla sua roulotte e aprì la porta. Sua madre ci venne subito incontro notando che eravamo bagnati.

G:- Ma che avete combinato, vi siete messi a giocare sotto la pioggia? Andate ad asciugarmi prima che vi ammaliate.

Andammo in bagno senza dire una parola. Mi porse un asciugamano e uscì in modo che potessi togliermi i vestiti bagnati di dosso. Mi spogliai lasciando i vestiti bagnati nel lavandino e iniziai ad asciugarmi. Mi misi l'asciugamano intorno al corpo ed uscii dal bagno. Bussai alla porta della camera di Jug e venne ad aprirmi con solo dei boxer addosso. Distolsi lo sguardo arrossendo. Mi fece entrare ed uscì andando in bagno.

Avevo lasciato il pigiama in valigia e non avevo nulla a portata di mano, ma non mi andava di farmi vedere da tutti con solo un asciugamano addosso quindi aprii l'armadio e presi una maglia di Jug. Essendo più alto di me, la maglia mi copriva abbastanza quindi non avevo bisogno dei pantaloncini. Mi misi seduta sul letto e ripensai al bacio: era diverso da quelli che avevo dato a Malachai, c'era il desiderio che quel bacio non finisse mai. Bussarono la porta e risposi dicendo di entrare mentre prendevo l'asciugamano per coprirmi, ma non ce n'era bisogno...

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