Capitolo 10

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Jughead's pov

Per tutto il resto della settimana, io e Elizabeth non avevamo parlato della nostra fuga, per non rischiare di essere scoperti. Era sabato notte. Controllai l'orario: 02:30. Svegliai Elizabeth che si era addormentata.

J:- Sei pronta?

Annuì. Uscimmo silenziosamente da camera mia e lasciai un biglietto sul tavolo: era una condizione che mi aveva imposto Betty per non far spaventare i miei genitori e aveva ragione.

"Sto bene. Io e Elizabeth abbiamo deciso di prenderci del tempo da soli. Terremo i telefoni spenti quindi non provate a contattarci"

Lo lasciai sul tavolo in cucina ed uscimmo silenziosamente dalla roulotte. Quello stesso pomeriggio avevo allontanato la moto, in modo che i miei genitori non si svegliassero sentendo il motore. Dopo aver sistemato le nostre cose, partimmo. Le strade di Riverdale sfrecciavano via veloci sotto di noi, ma io non accennavo a rallentare. La città era tranquilla e c'erano pochissime persone in giro che, per fortuna, non ci conoscevano. 

Eravamo in viaggio da non so quanto tempo e decisi di fermarmi un attimo. Mi fermai a bordo strada e mi alzai. Elizabeth si era quasi addormentata addosso a me: in questi giorni avevamo cercato di lavorare il più possibile e, come se non bastasse, lei doveva anche cercare degli hotel dove avremmo potuto fermarci anche senza prenotazione. 

E:- Juggie, ci conviene ripartire subito così arriveremo prima all'hotel e potremo dormire.

Disse sbadigliando. Mi bruciavano gli occhi e l'unica cosa che volevo fare era dormire. Montai in sella e ripartii. Sentivo le palpebre chiudersi mentre ero in moto, ma non potevo addormentarmi. Riuscii a resistere finchè non vidi l'hotel. Parcheggiai. Elizabeth si era addormentata e non volevo svegliarla quindi, dopo aver lasciato le valigie e lo zaino nella hall, la presi in braccio come se fosse una sposa e la portai in camera, lasciandola sul letto. Dopo aver lasciato le nostre cose in un angolo della camera, mi buttai a peso morto sul letto. 

Quando mi svegliai, Elizabeth era già in piedi. Era stanca ed era evidente, ma continuava a sorridermi come se stesse bene. Mi baciò e mi disse che tra poco avremmo dovuto scendere per il pranzo. Il pranzo? Guardai l'orologio e mi accorsi che era mezzogiorno passato. Avevo dormito abbastanza, ma avevo ancora sonno. Mi feci una doccia veloce e mi misi qualcosa di pulito.

Stavamo pranzando quando la porta si aprì di scatto. Ci girammo e ci accorgemmo che era lo sceriffo che si stava avvicinando a noi.

S:- Voi siete Elizabeth Cooper e Forsyth Pendleton Jones III?

J:- Si. E comunque voglio essere chiamato Jughead.

S:- Seguitemi.

Lo seguimmo mentre le persone ci lasciavano sguardi confusi, un po' come i nostri. Arrivammo alla centrale dove ci fecero entrare in cella. Lanciammo sguardi confusi allo sceriffo di quella cittadina.

S:- Non siete stati arrestati, dovete solo aspettare qui per un po'.

Non so quanto tempo restammo lì dentro, so solo che quando lo sceriffo arrivò ad aprirci la porta della cella, uscii di lì molto felice. Feci pochi passi e vidi i miei genitori e mia sorella che mi guardavano con un'espressione sollevata. Mi abbracciarono felicemente e solo dopo che si furono allontanati un po' mi accorsi che Betty era rimasta ferma con lo sguardo basso: dove c'erano prima i miei genitori, c'era una donna bionda accompagnata da un uomo anche lui biondo che avevo già visto prima. Erano i suoi genitori. Mi allontanai dalla mia famiglia e mi avvicinai a Betty.

J:- Betts, va tutto bene.

Dissi lasciandole un bacio sul collo. Sorrise e si avvicinò a sua madre molto riluttante.

E:- Mamma, non pensavo ti sarebbe importato della mia sparizione.

A:- Ovviamente mi preoccupo di te, tesoro. Sei la mia unica figlia, come potrei non preoccuparmi?

E:- Puoi smetterla di fingere, sappiamo entrambe che non ti importa. 

Si allontanò da sua madre continuando a tenere lo sguardo basso.

J:- Come avete fatto a trovarci?

P:- Abbiamo fatto leggere il tuo biglietto allo sceriffo e, visto che siete minorenni, ha chiesto a tutti gli altri colleghi non troppo lontani da Riverdale di cercarvi ovunque. Perchè ve ne siete andati?

Guardai Betty e notai che era appoggiata al muro guardando un punto vacuo. Presi un respiro e mi voltai verso mio padre.

J:- Per poter stare insieme. A Riverdale non avremmo mai potuto: lei è la regina dei Ghoulies e io il re dei Serpents, siamo nemici giurati. Nessuno avrebbe accettato la nostra relazione. 

Mi guardarono in silenzio per un minuto che sembrò interminabile.

M:- Torniamo a casa, questo non è il luogo più adatto per parlare.

Seguii i miei genitori e mia sorella fuori dalla centrale. Betty seguiva i suoi genitori in silenzio ed entrò in macchina con loro. Era palesemente tesa, ma fece finta che andasse tutto bene. Io salii sulla mia moto e vidi mio padre che parlava con lo sceriffo: probabilmente stava dicendo qualcosa riguardo alle valigie. Partimmo tutti per Riverdale. Il viaggio durò molto tempo anche se non ci furono molte soste.

Tornammo alla roulotte nel tardo pomeriggio, poco prima del tramonto. Lì ci aspettava una lunga discussione. I miei lasciarono JB andare da un'amica, in modo che potessimo parlare seriamente. Io e Betty eravamo seduti sul divano mentre i miei genitori erano in piedi e quelli di Betty seduti su delle sedie. 

P:- Jughead ha detto che siete scappati perchè nessuno avrebbe approvato la vostra relazione, è vero? 

Annuimmo.

M:- Jughead noi ti supporteremo sempre, anche se vuoi uscire con una Ghoulie. 

Alzai lo sguardo per la prima volta da quando eravamo arrivati a Riverdale. 

J:- Non siete voi, sono i Serpents e i Ghoulies. Per questo ce ne siamo andati: già sono un pessimo re, se i Serpents venissero a sapere che esco con la regina dei Ghoulies non mi darebbero più ascolto. Non che ora lo facciano...

Mio padre si mise seduto vicino a me.

P:- Jug, tu devi fare quello che è meglio per i Serpents, ma ciò non vuol dire che non puoi stare con lei. So che lei è la regina dei Ghoulies, ma non è cattiva. Non come lo sono loro. Devi solo spiegarlo ai Serpents e cercare di convincerli ad accettarla.

Mi abbracciò e io ricambiai. Betty aveva un'aria triste e non aveva più parlato con i suoi da quando erano saliti in macchina diretti a Riverdale. I suoi genitori si alzarono e lasciarono la roulotte, non curandosi della figlia. Anche lei si alzò.

E:- Penso che io debba andare con loro. Ci vediamo dopo.

Disse guardandomi. Mi lasciò un bacio sulla guancia e fece per uscire, ma mio padre la bloccò...



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