Capitolo 17

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Elizabeth's pov

Finito di mangiare, andai in camera mia. Chic non mi aveva tolto gli occhi di dosso per tutta la sera e mi metteva ansia: la sua presenza, a volte, era molto inquietante. Spensi la luce e mi sdraiai a letto, tentando di dormire. Ci ero  quasi riuscita, quando sentii la porta aprirsi e la luce proveniente da fuori in faccia. Spontaneamente, pensai che fosse Jughead, ma poi mi ricordai che non ero nella sua roulotte quindi mi misi seduta di scatto cercando di capire chi era. La porta si era richiusa quindi non vedevo niente. Il letto si piegò da un lato e io mi girai verso quel lato, ma non riuscivo a capire chi fosse. Sentii un respiro pesante avvicinarsi alla mia faccia quindi provai a scappare, ma chiunque fosse, e in quel momento mi era venuta un'idea, mi aveva bloccato le gambe. Mi mise la mano dietro la testa e mi costrinse a baciarlo. A quel punto non avevo più dubbi: era Chic. 

Con una mano cercai il telefono, che era sul comodino. Riuscii a prenderlo e, senza che lui se ne accorgesse, mandai un messaggio a Jughead.

Jughead's pov

Ero appena uscito dalla doccia. Presi il telefono e proprio in quel momento mi arrivò un messaggio di Betty.

"Problema, casa mia ora!"

Il messaggio era abbastanza chiaro, anche perchè Betty non avrebbe mai mandato un messaggio scritto in quel modo senza motivo. Mi vestii velocemente e uscii, correndo verso casa dei suoi genitori. Appena arrivai diedi un calcio alla porta per aprirla in fretta, ignorai le lamentele di suo padre e salii le scale ed entrai in camera sua. Appena accesi la luce vidi quello psicopatico di Chic sdraiato sopra a Betty, con le labbra incollate a quelle della mia ragazza, con una mano sul suo fianco e per di più senza maglia. Andai diretto verso di lui e lo allontanai da Betty, facendolo alzare in piedi, per poi dargli, di nuovo, un pugno sul naso, ma quella volta fu molto più forte della precedente. Mi avvicinai a Betty, la presi per mano e tentai di guidarla fuori dalla camera, ma i suoi genitori e i genitori di Chic non mi fecero passare. 

A:- Si può sapere che succede?

J:- Certo: il ragazzo perfetto non è poi così perfetto, come avevo già detto. Ha baciato Betty senza il suo consenso e sembrava, anzi era chiaro, che volesse andare oltre.

Dissi ribollendo di rabbia mentre gli lanciavo uno sguardo sprezzante. Notai che gli stava sanguinando il naso a causa del mio pugno. I suoi genitori si avvicinarono a lui, sperando che io stessi mentendo, ma Chic, per fortuna, confermò la mia versione. Provai di nuovo ad uscire da quella camera, ma i genitori di Betty erano ancora davanti alla porta.

A:- Dove stai portando mia figlia?

J:- Alla mia roulotte, non la lascio stare nella stessa casa con qualcuno come Chic.

I suoi genitori iniziarono a protestare, ma io non li stavo a sentire. Betty, che era rimasta in silenzio per tutto il tempo, mi tirò leggermente la mano per farmi voltare verso di lei e poi mi guidò verso il letto, mettendosi seduta e guardandomi con gli occhi un po' lucidi. 

E:- Puoi rimanere?

Chiese quasi sussurrando, con la voce spezzata dal pianto trattenuto. Annuii e mi misi seduto anche io, appoggiando la schiena alla testiera e invitando Betty ad avvicinarsi. Lei si mise seduta tra le mie gambe e appoggiò la testa sul mio petto. Chic e i suoi genitori uscirono mentre i genitori di Betty ci fissavano. Lanciai uno sguardo a questi ultimi come per chiedergli di andarsene e loro lo fecero. 

J:- Coraggio, so che ti sei trattenuta fino ad ora.

Lei si mise in ginocchio sul letto e si voltò verso di me con un'espressione confusa. 

J:- Mi riferivo a questo. So che non volevi piangere davanti a tutti.

Dissi asciugandole una lacrima. Appena finii di dire l'ultima frase, lei iniziò a piangere e mi abbracciò. La strinsi forte a me, lasciandole un bacio in testa e iniziando ad accarezzarle i capelli. Lei si staccò da me per guardarmi negli occhi.

E:- I-Io non volevo b-baciarlo, Jug. Te lo giuro.

J:- Lo so. 

Dissi prima di baciarla sulle labbra.

J:- Lo so. 

Lei si riappoggiò al mio petto e dopo poco si addormentò. E così feci anche io. 

°°°

Quando mi svegliai, Betty stava ancora dormendo appoggiata al mio petto. Presi il mio telefono per passare il tempo. Sentii Betty muoversi prima di mettersi seduta, strofinandosi gli occhi. La baciai prima di alzarmi insieme a lei per andare a fare colazione. Ci sedemmo a tavola, dove c'erano già gli Anderson. C'era una tensione che si poteva tagliare con un coltello. Bussarono alla porta e la madre di Betty andò ad aprire. Sentii due voci che conoscevo molto bene: Sweet Pea e Fangs erano fuori dalla porta. Mi alzai e andai da loro, pensando che stessero cercando me.

F:- Non siamo qui per te, Jones. Vogliamo parlare con la tua ragazza, la Ghoulie.

Ero molto confuso, ma andai lo stesso a chiamare Betty che si alzò e li raggiunse, uscendo di casa e chiudendosi la porta alle spalle.

Elizabeth's pov

Jughead venne da me e mi disse che Sweet Pea e Fangs volevano parlarmi. Li raggiunsi ed uscii chiudendomi la porta alle spalle. 

SP:- Sappiamo cosa hai fatto. E quello che ha fatto Jughead. 

Alzai un sopracciglio, non capendo di cosa stessero parlando. 

SP:- Hai una ferita alla pancia, giusto?

Annuii.

SP:- Sappiamo come te la sei procurata. 

A quel punto intuii che loro sapevano tutto, ma prima di ammettere qualsiasi cosa, aspettai che finissero di parlare. Si avvicinarono entrambi a me ed abbassarono la voce.

F:- Hai davvero ucciso Penny?

E:- Si.

Risposi a sangue freddo, mentre li guardavo negli occhi. Si scambiarono uno sguardo e fecero un mezzo sorriso, prima di voltarsi di nuovo verso di me.

F:- Rispondi ad una domanda: vuoi ancora essere la regina dei Ghoulies?

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