CAPITOLO 3

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Pov. Shota

Ecco fatto è appena arrivato e già mi ricopre di insulti infondo ci sono abituato quindi non me la prendo più di tanto, se fosse stata un'altra persona l'avrei sicuramente affrontata, ma Kaito mi intimorisce talmente tanto che per me è impossibile reagire.

Bleid lo spinge a sedersi sul divano, essendo a conoscenza del fatto che il suo migliore amico non sopporta la mia presenza mi fa cenno di seguirlo in cucina per fargli compagnia, apre il frigorifero tirando fuori una torta gigantesca che ha appositamente comprato per la festa, la divide in porzioni perfettamente uguali, utilizzando un grande coltello che evito di guardare.
Si distrae procurandosi un leggero taglio sul dito da dove esce una piccola goccia di sangue, temendo che si fosse fatto seriamente male punto istintivamente gli occhi su quel taglio per poi pentirmene subito «Ahia, nessun problema ci metto un cerotto ed è fatta»
«Menomale, Bleid puoi indicarmi dove si trova il bagno per favore?»
«Certo, sali al piano di sopra è l'ultima porta a destra»
«Grazie» mi sbrigo ad andarci chiudendomi dentro per nascondermi, nessuno deve vedere lo stato pietoso in cui mi trovo adesso.

Inevitabilmente mi torna in mente quella volta e inizio a tremare come un bimbo delle elementari, tento di fare dei respiri profondi per non sprofondare totalmente nel panico, ma purtroppo di mezzo ci si metteno anche quelle stupide allucinazioni, sposto lo sguardo sul fianco destro dal quale fuoriesce del sangue, accompagnata dalla voce di un uomo che ripete sempre la stessa frase «Peccato, se tu avessi fatto il bravo bambino questo non sarebbe successo».

Spero che smetta presto, se riuscissi a rimuovere quel giorno dalla mia mente sarebbe tutto più facile, la mamma saprebbe esattamente cosa fare, tutte le volte che ho una crisi mi abbraccia cominciando a cantare calmandomi, invece ora devo cavarmela da solo perciò mi limiterò a stare seduto qui per un po', se per caso non dovesse funzionare spero che qualcuno venga a tirarmi fuori da questo inferno.

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