CAPITOLO 12

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Pov. Kaito

Stamattina sono andato a scuola e nessuno a osato avvicinarsi a me a causa del mio pessimo umore tranne Bleid, durante la pausa ho fatto un giro nei corridoi ma Shota non era nei paraggi perciò suppongo che non sia venuto a lezione, chissà dove si è cacciato?.
Una volta uscito da scuola mi dirigo a casa sua e ad aprirmi c'è sua madre «Oh Kaito, è passato un po' di tempo da quando sei venuto a casa nostra»
«Si signora, potrei sapere se suo figlio è in casa?»
«Shota è andato a dormire da Nathan, se vuoi appena torna posso dirgli che sei passato»
«No, la ringrazio e scusi per il disturbo».

Sapevo che quel bastardo aveva un secondo fine, se ha provato a sfiorarlo anche solo con un dito lo faccio pentire di essere nato, però sono stato io a spingere Shota tra le sue braccia e tutto per il mio stupido orgoglio.

Torno a casa con i nervi a fior di pelle e mia sorella se ne accorge «Fratellino, brutta giornata vero?» la guardo malissimo sedendomi a tavola davanti a lei «Si, mangiamo che è meglio» «Kaito io ci sarò sempre per te» rimango impassibile, tuttavia la sua frase mi fa sentire leggermente meglio, quando eravamo bambini mi proteggeva sempre anche quando nostro padre era super ubriaco.
Ricordo che a volte per non farmi picchiare da lui mi portava in camera sua, chiudeva a chiave la porta e mi abbracciava finché a quel essere non passava la sbornia, gli ho sempre raccontato tutto ma in questo momento non ci riesco, prima o poi questa situazione passerà in fin dei conti io e Shota siamo incompatibili.

Allora perché tutte le volte mi torna in mente l'espressione sorridente che mi aveva mostrato dopo che lo avevo baciato, poso il bicchiere di vetro sul tavolo stringendolo «Merda!» esclamo a gran voce «Almeno finisci di mangiare prima di dire certe parole a tavola»
«Scusa Harley» finisco di pranzare e poi esco di nuovo cercando di calmarmi.

Vedo una figura venire verso di me e dopo averla riconosciuta dico addio ai miei buoni propositi «Ci mancavi solo tu» «Stavo tornando a casa» comincio a punzecchiarlo «Fammi capire quel Nathan è talmente importante da farti perdere un giorno di scuola» mi osserva sorpreso «Tu come fai a saperlo?»
«Sono passato a casa tua, me lo ha detto tua madre»
«Capisco, comunque non hai alcun diritto di farmi la predica» gli do una spallata sorpassandolo, ritorno a casa dove c'è Harley ad aspettarmi , chiacchieriamo un po' e alla fine andiamo entrambi a dormire, devo togliermelo dalla testa ormai l'ho perso definitivamente.

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