CAPITOLO 4

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Pov. Kaito

Raggiungo Bleid in cucina il quale è alle prese con un cerotto, dopo essere riuscito nella sua impresa si accorge di me «Ohi rosso, vuoi un pezzo di torta?»
«No, volevo essere certo che non combinassi casini, ma a quanto pare  sono arrivato troppo tardi»
«Mi sono distratto è stato un incidente» mi guardo intorno notando che Shota non c'è.
«L'idiota era insieme a te dove è andato?»
«In bagno, dovrebbe aver finito è lì da più di venti minuti» lo lascio alle sue faccende dirigendomi verso il mio obbiettivo, conosco questa casa come le mie tasche quindi trovare il bagno è un gioco da ragazzi, apro la porta con un calcio iniziando a sbraitare «Razza di deficiente esci se non vuoi essere preso a calci!» abbasso lo sguardo rimanendo perplesso.

Lo shota seduto per terra è completamente diverso da quello che conosco io, ha un aria spaventata e gli occhi chiusi, mi inginocchio usando un tono meno aggressivo «Tutto apposto?» apre gli occhi schiacciando ancora di più la schiena contro il muro «Sto perdendo sangue, aiutami» lo osservo confuso «Cosa vai farneticando sui tuoi vestiti non c'è alcuna traccia di sangue»
«Allora fallo stare zitto, odio la sua voce!»
«Chi dovrei far stare zitto a parte me e te in questa stanza non c'è nessun altro».

Non capisco di cosa stia parlando, gli afferro il polso constatando che è stata una pessima idea dato che si agita come una furia «Mi lasci! La prego! Si fermi!» sono convinto che queste parole non siano rivolte a me, voglio andare in fondo a questa storia però adesso devo riuscire a calmarlo in qualche modo, provare con le cattive non ha senso siccome sono più forte di lui tiro il suo polso nella mia direzione, facendolo cadere addosso a me sedendomi sul pavimento.
Lo abbraccio cercando di tenerlo fermo «Sono Kaito, mi riconosci?» i suoi movimenti rallentano e alla fine smette di muoversi affondando la testa sul mio petto «Scusa finisco sempre per infastidirti» l'ha fatto di nuovo, mette sempre il bene degli altri prima del suo «Taci, sei un maledetto scarto umano» lo stringo di più a me e sembra apprezzarlo, chi lo capisce è bravo.

Ha smesso di tremare, tuttavia continua a starmi appiccicato «Hai intenzione di staccarti?» il suo silenzio mi lascia intendere che non è tra le sue opzioni, sospiro sconsolato «Cosa ti è preso?» si alza bruscamente, segno che non ha gradito la mia domanda «Assolutamente niente»
«Dimmi la verità»
«Sei serio? Vuoi davvero che te lo racconti nel bagno di Bleid e poi sono affari miei»
«Te lo concedo per stasera, comunque domani pomeriggio verrai a casa mia così potremmo parlare»
«Hai detto chiaro e tondo che mi detesti, perché dovrei farlo?»
«Sei in debito con me, visto che ti ho aiutato sprecando il mio tempo»
«D'accordo»
«Allora ascoltami attentamente, perché non lo ripeterò un'altra volta, finite le lezioni ti aspetterò davanti all'uscita di scuola andremo a casa mia insieme».

Scendiamo di sotto e Bleid ci offre un pezzo di torta che Shota mangia molto volentieri, mentre io la rubo al mio amico facendogli la linguaccia.

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