CAPITOLO 5

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Pov. Shota

Sto seguendo Kaito per andare a casa sua dopo un estenuante mattinata scolastica, devo ancora comprendere come siamo arrivati a questo punto, ah ora ricordo è stata colpa di una delle mie crisi.

Appena entro in casa una ragazza viene ad abbracciarmi «Ciao sono la sorella di Kaito, scommetto che tu sei un suo amico, piacere di conoscerti»
«Harley non siamo amici è solo un conoscente, forza andiamo in camera mia»
«Io vado a guardare la televisione, sta per iniziare il mio programma preferito».

La camera di Kaito è molto bella, chiude la porta e ci sediamo sul letto «Mi piace tua sorella»
«Sbaglio o abbiamo un discorso in sospeso noi due?»
«Si è vero, devo ricambiare il favore»
«Sono tutto orecchi piccoletto»
«Avevo 10 anni quando successe, avevo passato una bella giornata al parco giocando a calcio con altri ragazzi, si stava lentamente facendo buio e le strade erano completamente deserte» delle lacrime mi bagnano le guance perché ricordare fa male «Venni sbattuto violentemente al muro trovandomi in un vicolo cieco, davanti a me c'era una persona con il volto coperto e un coltello in mano, dalla sua voce avevo intuito che era un uomo. Quel tizio aveva cominciato a far scorrere le sue mani sulle mie gambe, mi dimenai pregandolo di smettere ma parve non ascoltarmi minimamente, continuai
ad agitarmi per cercare di sfuggirgli  però riuscì ad intrappolarmi di nuovo ferendomi al fianco destro con il coltello per poi ripulire la lama sporca di sangue davanti a me, dicendo una frase che è rimasta impressa nella mia testa».

Altre lacrime amare scorrono sul mio volto «Cercavo di comprimere la ferita con entrambe le mani inutilmente, quel liquido sembrava non voler smettere di uscire, mi trascinai fino a casa, mia madre mi portò in ospedale e da quel giorno alla sola vista del sangue o di qualsiasi oggetto appuntito vengo assalito dal panico, capita che a volte mi provochi allucinazioni come quella di ieri sera»
«Nonostante questo tu sorridi ogni fottuto giorno tenendoti tutto dentro!».

La cosa più saggia da fare sarebbe mentire come sempre, tanto di me non gli importa, basterà fingere che va tutto bene e potrò andarmene da qui «Si ,infondo è solo un brutto capitolo della mia vita, non bisogna farne un dramma»
«Stai piangendo, inoltre da ciò che ho visto e mi hai raccontato si nota chiaramente che il problema non è sparito»
«Te l'ho detto sono affari miei, smettila di assillarmi, ti ho raccontato tutto adesso siamo pari, non sei più obbligato ad aiutarmi» ha soddisfatto la sua curiosità, perciò ora mi caccerà via dato che per lui sono solo un debole, al contrario di ciò che mi aspetto mi abbraccia spingendomi all'indietro, fortuna che siamo sul letto sennò sai che botta «Scusa ti ho fatto ricordare una cosa orribile».

Si sta davvero scusando ,sono diventato rosso perché mi sta letteralmente schiacciando con il suo corpo, sinceramente la cosa non mi dispiace voglio dire meglio questo degli insulti che mi rivolge di solito, mi domando se la sua sia solo pietà nei miei confronti oppure no.

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