27. He must not see it

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Harry partecipò alle lezioni mattutine con meno interesse del solito, quindi quasi al livello di Ron.
A malapena aveva ascoltato Dean mentre gli raccontava come era andata la partita Corvonero-Tassorosso che si era perso.

Finito pranzo quasi corse via dai propri amici, che si guardarono confusi, ma decisero di non seguirlo, dopotutto se avesse voluto anche loro al proprio fianco gliene avrebbe parlato.

«Api frizzole» sussurrò Harry davanti all'ufficio di Silente, facendo aprire la porta e la scalinata.

Giunse quindi all'ufficio, c'era stato già parecchie volte, ma non poté fare a meno di guardarsi intorno analizzando tutte le stramberie presenti lì dentro.

«Harry, eccoti, dobbiamo parlare»

Il moro si sedette davanti al preside, aspettando con ansia, non lo vedeva da settimane, si aspettava che per lo meno gli avrebbe raccontato qualcosa, invece nulla, aveva sempre qualcosa da dire, ma mai su se stesso.

«Ultimamente ti è capitato qualcosa di strano?»

Harry rifletté, non era sicuro di parlarne o meno, alla fine decise che dopotutto era una cosa importante e prima o poi avrebbe comunque dovuto parlarne con qualcuno, Silente era la scelta migliore, «Sento delle voci... Qualcuno che chiama aiuto e poi una voce familiare..»

«Come immaginavo... Quella è la voce di Voldemort, Harry... Da oggi prenderai lezioni di legimantia dal professor Piton» mentre Silente parlava, Harry si girò in direzione di un rumore di passi, Piton era lì, se ne era accorto solo ora.

«Ti insegnerà a chiudere la mente, altrimenti come tu riesci a sentire i pensieri di Voldemort, anche lui potrebbe essere in grado di sentire e vedere i tuoi»

La mente di Harry mise subito a fuoco un'immagine in particolare, Draco.

Se Voldemort l'avesse visto, sarebbe stata la fine, avrebbe dovuto imparare quella tecnica e usarla sempre, anche a costo di passare metà giornata insieme a Piton.

«D'accordo»

******

«Potter non ti stai concentrando»

Harry era steso a terra, ansimante, non ce la faceva più né mentalmente né fisicamente e quello che Piton non sapeva era che il ragazzo si stava concentrando eccome, ma Harry sapeva di non poter fermare il professore, per cui stava "chiudendo" solo alcuni ricordi, non tutti, in particolare i ricordi di Draco, qualsiasi cosa che potesse rimandare alla loro relazione.

Il grifone non si fidava del proprio insegnante, aveva sempre sospettato che avesse a che fare con Voldemort, per cui doveva fare attenzione... Ma non ce la faceva proprio più...

«Riprova, siediti e concentrati» a malapena il ragazzo si issò nuovamente sulla sedia, gli occhi che faticavano a rimanere aperti.

Harry era ormai completamente stordito, non fece in tempo a riprendersi che Piton stava nuovamente girovagando tra i suoi ricordi.

Poteva vederli anche lui, era come un film che veniva proiettato nella sua mente, ma ne percepiva il disagio, l'intrusione di qualcuno, la sensazione di avere una persona che se solo volesse potrebbe sapere tutto di te.

Il suo primo boccino d'oro

Sforzarsi per chiudere la mente era doloroso, ogni sforzo gli faceva bruciare la testa.

Una sera in cui lui, Ron e Hermione avevano riso a crepapelle per chissà che cosa

Si sentiva svenire.

Fierobecco che lo faceva volare sopra al lago

Harry perse il controllo sui propri pensieri.

Draco che gli metteva il proprio mantello sulle spalle

Draco concentrato su una pozione dall'altra parte della classe

Arrivò il ricordo sulla torre di astronomia, la notte in cui Draco l'aveva baciato.

Poco prima che succedesse, con uno sforzo enorme, Harry riuscì a far uscire il professore dalla propria testa.

Il moro sospirava affannato, gli occhi spalancati puntati sul pavimento, aveva visto troppo, l'avrebbe capito, era ovvio.

«Per oggi finiamo qua» biascicò Piton, prima di uscire dall'aula e lasciare Harry a tremare, da solo.

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Potion tutor || DRARRY Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora