-Capitolo 15-

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(Emily's pov)
Un'immensa scarica di serenità inebria il mio fragile corpo; mi sento leggera come se in questo momento stessi volando, come se mi trovassi sospesa in aria. La tranquillità si impossessa dei miei sensi, regalandomi numerosi sospiri di sollievo; mi sento bene, magnificamente bene. Sono ancora un po' scossa, ma il mio cuore adesso sta danzando con la mia mente. 
Sollevo il braccio destro, quando lo sento morbido e leggiadro; mi accarezzo il viso con la mano, prima di aprire i miei pesanti occhi: una forte luce mi brucia di poco le pupille; le mie ciglia iniziano a svolazzare, quando imperterrita li sbatto ripetutamente. Finalmente sono riuscita ad aprirli definitivamente e guardo il cielo bianco sopra di me. 
Dove sono?
Osservo ciò che mi circonda sbalordita, sempre senza sollevare il mio busto dal morbido materasso su cui sono sdraiata. Il cielo è bianco, ma non per le nuvole, questo è il suo colore; si respira un'aria delicata e poco frizzantina, è fresca sulla mia pelle, mentre piano mi accarezza il viso pallido. Il silenzio regna sovrano in questo luogo misterioso e dannatamente rilassante, rasserenante, puro. 
Richiudo i miei occhi, abbandonandomi alla sensazione di leggerezza che questo ambiente mi regala, poi li riapro nuovamente. Voglio andare infondo a questa storia. Lotto con me stessa, per riuscire ad alzare il mio corpo completamente rilassato, quando noto di essere su una carrozza: è tutta bianca, uguale ai cavalli che la traggono, questi sono veloci e devastanti, mentre percorrono di gran lunga più terreno di qualsiasi auto; le loro imponenti criniere sono lunghe sul loro dorso, sembrano essere angeli dalle possenti ali bianche. Qualcuno, però, li domina con un frustino, questo ha un cappello nero in testa, indossa un vestito da cerimonia, lo riconosco, è lui.. Zayn. Rimango immobile a fissarlo, mentre incita i cavalli ad andare più veloce. 
Dove mi sta portando? Cos'è questo posto?
La mia piccola mano destra si appoggia sulla carrozza rivestita in pelle, quando mi sporgo verso di lui, per chiamarlo.
- Zayn, dove siamo?- chiedo con un filo di voce.
Tutto intorno a me rallenta, non appena pronuncio queste parole; il tempo sembra essersi fermato e i destrieri sembrano aver rallentato la loro corsa.
Il ragazzo davanti a me non mi rivolge la parola, mentre mi da le spalle. Mi avvicino ancora di più a lui, lentamente, quasi terrorizzata dal silenzio che adesso mi soffoca.
- Zayn?- dico ancora con voce tremante.
La mia mano gli tocca dolcemente la spalla. Questo si gira lentamente, prima di mostrarmi il suo terribile volto: il suo viso è tinto di un pallido color carne, non ha occhi, né bocca, né naso, è un mostro. 
Trattengo le mie urla, mentre indietreggio notevolmente da costui. Spingo il mio corpo più che posso verso il poggia spalle della carrozza, quando lui fa per toccarmi. Il bianco mi ingoia, prima che io chiuda fortemente gli occhi spaventata. 
- Emily.. Emily..- sento una voce femminile chiamarmi.
- Apri gli occhi , Emily.- dice dolcemente.
Ho paura, non so chi sia questa donna e non voglio lasciarmi trasportare dalla sua bellissima voce sinfonica. Sento una calorosa mano stringersi nella mia spalla; acciglio le sopracciglia: il suo tocco è dolce, protettivo, rassicurante; la sua pelle profuma di fragole; il modo che ha di toccarmi, di stringermi.. è mia madre, ma com'è possibile? 
Apro di scatto gli occhi.
- Mamma!- urlo con le lacrime agli occhi, ma non c'è nessuno accanto a me.
Sono sola, ancora.
Mi guardo bene intorno: non sono più su quella carrozza, adesso mi trovo in un posto sperduto in mezzo al nulla; c'è solo quel insistente colore bianco che mi annebbia la vista. Mi alzo da terra; mi giro diverse volte, per capire dove andare, dove può essere la via d'uscita, ma proprio non lo so. Comincio a camminare dritto, in qualche parte arriverò. Le mie gambe si muovono velocemente, mi sembra quasi di poter volare, la forza di gravità qui non è delle migliori, forse è meglio, mi verrà meno difficile proseguire il mio viaggio. Continuo per la mia strada , senza arrivare mai in nessun posto; comincio a credere che io stia solo sognando, sicuramente è così.
Crollo esausta, stanca di vagabondare in giro per questo luogo, senza avere una vera meta; voglio svegliarmi, ma non ci riesco, forse è la realtà?
"Lights will guide you home..And ignite your bones..And I will try to fix you." sussurra qualcuno nell'aria.
Questa canzone l'ho già sentita, non mi è nuova, è Fix You, dei Coldplay, me la cantava sempre il mio papà. I miei occhi incominciano a lacrimare; mi mancano così tanto. Mi ricordo ancora delle mattine in casa mia: mi alzavo dal mio letto e correvo velocemente nella stanza dei miei urlando, poi gli saltavo come una pazza sopra il letto; loro così iniziavano a darmi colpi di cuscini ovunque, incominciando una vera e propria battaglia; la vincevo sempre. 
Dai miei occhi cadono numerose lacrime, quando ripenso a loro. Sono morti, ma continuano a vivere in me. Il loro assassino non l'hanno mai trovato, era uno bravo; vorrei tanto prenderlo e torturarlo fino alla morte, ma ormai chissà dove sarà.
- Mi mancate tanto.. mi sento così sola.- piango.
Li sento vicino a me, come se in questo momento mi stessero abbracciando; forse trovarsi in questo posto non è così male, almeno ho loro. Chiudo gli occhi abbandonandomi al loro impercettibile tocco; amo immaginarli qui con me. Mi lascio cadere sul freddo suolo, accoccolandomi su me stessa. Poi sorrido sentendo una forte sensazione di serenità salirmi su dal petto. Chiudo gli occhi abbandonandomi definitivamente a tutto questo.

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