-Capitolo 17-

5.8K 115 11
                                    

Leggete l'angolo autrice, alla fine del capitolo, pleaseee :*

(Harry's pov)

La mia mano si perde fra i capelli ondulati della sua nuca; l'avvicino a me e la stringo come se non ci fosse un domani, probabilmente perché tutta questa folle situazione mi sconcerta, a tal punto che io non sappia, realmente, se ci sia un domani. E' come se stessi affogando dentro me stesso, inondato da tutta questa storia, che sembra tratta da uno di quei soliti film inquietanti, che solo gli americani sono in grado di guardare con passione; uno di quei film dove niente è come sembra e alla fine il sospettato più grande è solo un idiota, che si ritrovava sulla scena del delitto per colpa di questa fottuta sfortuna, che sembra ingoiare tutti. 
In questi giorni mi sono ripetuto diverse volte che tutto andrà bene e che io starò bene, ma in realtà è solo un'illusione, è solo il mio cervello che cerca di creare barriere difensive attorno al mio debole ego da ragazzo disperatamente emotivo , che nasconde miliardi di pensieri che si mischiano fra loro e mi incasinano la mente più di quanto non la sia già, ma intanto qui dentro.. io sembro il più normale; più normale del ragazzo di sotto che prova a rinnegare il suo lato umano, cercando di non far trapelare dai suoi occhi l'estrema amarezza che prova nei suoi stessi confronti; è uno di quei ragazzi che crede di non meritare la vita e pensa che niente gli è dovuto, si fa schifo, perciò si punisce, si punisce allontanando chiunque lo voglia avvicinare, ma la cosa buffa è che lui non se ne accorge neanche, non ne ha idea.. come quando l'altro giorno gli ho detto "grazie" ed è come se dentro di lui il suo cuore si fosse fermato per un secondo e poi fosse ritornato a battere, non se lo aspettava, credo gli abbia fatto piacere, ma allo stesso tempo il suo subconscio lo ha spinto a darmi quel pugno in faccia, solo perché non ero stato in grado di dirgli quando Emily si sarebbe svegliata. Secondo me ha solo il terrore di veder crollare a terra i muri che si è costruito intorno negli anni, anche se la ragazza qui presente ne ha già sgretolato uno e lui trema dalla paura e dalla voglia di far esplodere ciò che prova per lei, lasciandosi così alle spalle ciò che è stato, ciò che gli ha regalato il sentimento più bella della sua vita, l'amore. Poi c'è il folle avvocato dagli occhi color ghiaccio.. lui.. lui non è cattivo, è solo un povero idiota che negli anni ha accumulato rabbia e frustrazione, che non è riuscito ad andare avanti, che si è aggrappato al passato come se fosse il suo stesso presente, si è aggrappato così tanto alla voglia di vendicare sua sorella, che non si è ricordato di ciò che adesso conta veramente: i suoi bambini, sua moglie. E' così triste vedere un uomo di carriera, con una bella casa e un'adorabile famiglia, crollare appezzi, cedere difronte alla vendetta, che annebbia la mente di molte persone e acceca la vista di chiunque nel suo raggio vettore. Adesso rimpiangerà per sempre il momento in cui ha nascosto alla polizia la verità, il momento in cui mi ha strappato dal letto d'ospedale, drogandomi e portandomi in questa casa in mezzo al nulla, dove io stesso commisi l'errore più grande della mia vita.. aiutai Emily. E come dimenticarsi di Eleonor, la sua forza d'animo è disumana; è incredibile come questa donna abbia potuto affrontare una tale situazione con così tanta freddezza e contegno; è una di quelle donne difficile da trovare, una di quelle donne nate per combattere, che sia per far mangiare la cena al proprio figlio o per saper affrontare certi momenti, non importa, ha comunque una grande forza interiore; bisogna avere tanta pazienza e sangue freddo per tutto questo, qualità che a lei non mancano di sicuro. Mi ricordo ancora l'espressione delusa e amareggiata che dipingeva il suo viso durante il racconto di Zayn, quando le spiegò il motivo del suo ingiusto rapimento, il motivo per il quale lei si trova qui e i suoi figli senza genitori, ma intanto non versò una lacrima, i suoi occhi luccicavano come diamanti dentro un fiume d'acqua, senza straripare mai, neanche una goccia ha accarezzato il suo viso, ed io mi sentivo davvero triste per lei, perché è brutto non essere in grado di esternare le proprie emozioni, sarebbe come vivere in un corpo senz'anima.. sono proprio le lacrime ha renderci umani, molti non lo capiscono, molti pensano che sia solo un modo di apparire deboli agli occhi degli altri, invece è solo un modo per far capire quanto ci tieni. Poi, mi sorprese di gran lunga il modo con cui pronunciò le sue ultime parole, come fosse una sfida: "Fai ciò che meglio credi", e in quel momento il meglio che Zayn credeva non era niente di giusto. Infine abbiamo Emily, forse la più pazza di tutti.. forte, valorosa, combattiva, esigente, temeraria, geniale, queste sono alcune delle sue qualità, ma se fossero solo queste le sue caratteristiche sarebbe normale.. non lo è. Lei è una di quelle ragazze che si perdono dentro un bicchiere d'acqua, che sanno lottare, ma solo fin quando tutto sembra facile, arrivato il momento difficile preferisce mollare, rinchiudersi dentro se stessa e aspettare il primo raggio di sole che sciolga il suo guscio di ghiaccio; lei è una di quelle ragazze folli che puntualmente si cacciano nei guai, che sono attratte dal male, perché loro stesse sono il male; una di quelle ragazze che subisce in silenzio, studiando il giorno della sua vendetta. Lei è forte. E' davvero forte; puoi gridarle contro le cose più brutte che ti passano per la mente e lei, rimane lì, ad ascoltarti, inerme; ne ha già passate tante di cose brutte durante la sua vita, che oramai le persone e le loro parole, non la spaventano più, non la feriscono più; è più forte di tutto e di tutti. E' una di quelle ragazze che al suo risveglio trova la forza per rialzarsi dimenticando la sera passata in bianco a piangere e, molto spesso viene scambiata per una di quelle ragazze con la puzza sotto il naso, diffidente, che tiene tutti a distanza di sicurezza, una di quelle ragazze bastarde dentro, ma in realtà non è fredda,nemmeno stronza, è solo stanca di fare a botte con la vita. Ma la cosa che la rende più pazza di tutti, che la rende buffa, è il suo disperato bisogno di apparire impassibile agli occhi delle persone, di fare la dura, quella che non cede mai, quando in realtà ti si scioglie fra le braccia; lei ha bisogno di essere guardata negli occhi, ha bisogno di parlare, di esprimersi anche con semplici sguardi e mezzi sorrisi; lei vorrebbe solo essere capita, perché nessuno è stato ancora in grado di farlo, perché, nonostante tutto, Zayn non è ancora riuscito a vedere l'amore che lei prova per lui, e questo la spaventa. Suppongo che il suo modo di rinnegarlo puntualmente ogni volta che sta per cedere al suo cospetto, sia solo un modo per non perdere la battaglia che ha iniziato con se stessa, quella battaglia che le fa rimanere le parole bloccate in gola , quando vorrebbe solo pronunciare "Ti amo". O forse il suo è solo il terrore di vivere il resto della sua vita così: nascosta dentro una casa abbandonata, con urla, sangue e pianti continui, infondo lei ha tutto da perdere, o forse ha già perso tutto; se lei decidesse di costituirsi adesso, andrebbe in prigione si sconterebbe la sua piccola pena per aver mentito al pubblico ministero e poi ricomincerebbe una sana vita normale, magari si innamorerebbe e vivrebbe con la sua famiglia e un grande vuoto dentro, ma se adesso decidesse di restare, scegliesse lui, scegliesse di lottare, scegliesse di essere felice insieme, scegliesse di perdonare persino tutti i suoi errori, allora si.. che avrebbe vinto la battaglia fra mente e cuore. Lei è ancora qui a cercare di convincere tutti , persino se stessa, che non lo ama. Lei con la sua freddezza vorrebbe tenerlo lontano, ma chissà perché i suoi occhi sembrano desiderare la sua presenza e nei suoi silenzi, così colmi di paura, riesco a leggere anche le parole più belle. Ha alzato un muro per provare ad allontanarlo, e per un attimo credo che ci sia riuscita, stava quasi per abbandonare il campo, ma poi ha capito che è tutto inutile, un cuore innamorato sa volare. Lei è la più pazza, semplicemente perché , qui dentro, è la più umana.
- Dov'è lui?- mi chiede allontanandosi di poco da me.
La sua mano accarezza il mio viso, cacciando via le lacrime che me lo rigano. La sua pelle è liscia e morbida al contatto con la mia guancia; i miei occhi si perdono nei suoi: verde nell'azzurro, l'azzurro nel verde, è magico. Mi blocco sotto al suo affettuoso tocco. Se solo lui vedesse questa scena.. non credo che la prenderebbe bene, si infurierebbe; questo mi fa paura.
"Dov'è lui? Lui dov'è? Lui.. lui.." penso cercando di sbloccarmi dalla sensazione di estremo terrore, che ha accarezzato il mio corpo al pensiero di essere visto da Zayn.
Lui è di sotto, sta torturando ancora una volta i due sposi, probabilmente oggi è il giorno più critico di tutti: ucciderà la ragazza. Che sia un miracolo il fatto che Emily si sia svegliata? O semplice coincidenza?
Afferro la mano della ragazza levandogliela da sopra la mia guancia, quasi a voler scappare dal suo irresistibile tocco; esco dalla stanza senza fiatare, non le rivolgo neanche la parola. Devo fermare Zayn.
Proseguo lungo il corridoio, prima di arrivare alla vecchia rampa di scale in legno: scendo a due a due gli scalini malmessi, prima di arrivare davanti la porta ad arco delle sala della paura: il ragazzo dagli occhi scuri punta la pistola sulla tempia di Eleonor, mentre i due ostaggi si urlano le ultime parole d'amore. Lui non sembra sentire i loro versi strazianti; non sembra sentire quel "Ti amo" , che adesso Eleonor sta urlando a Louis; non sembra notare che il ruolo di moglie forte che questa ragazza sembrava essersi cucito addosso, non era altro che apparenza; non sembra capire che sta distruggendo una famiglia.
Sono sconvolto, ma mi contengo. Mi schiarisco la gola, cercando di attirare la loro attenzione e sembra quasi che Zayn in questo momento sia stato in grado di sentire solo me.
Si voltano tutti verso la mia direzione: i volti di Louis e Eleonor sono disperati, pieni di lacrime; mentre il ragazzo con la pistola in mano è scioccato, sul suo viso cadono grosse gocce di sudore; è follemente amareggiato. Le sue labbra si dischiudono; sento tutta la tensione di questo momento infrangersi sopra di me. C'è elettricità nell'aria. E' tutto soffocante.
- Si è svegliata.- dico contegnoso indicandogli la stanza di sopra.
Zayn rigetta l'aria che aveva mantenuto nei polmoni in quel momento cruciale. E' tutto finito, siamo tutti salvi.
La pistola gli cade dalle mani e finisce rumorosamente sul pavimento in legno; il ragazzo difronte a me crolla inginocchio e si abbandona ad un pianto liberatorio, uguale gli altri due. 
E' un vero scempio qui dentro; mi si annoda qualcosa in gola a pensare che per un pelo non c'è scappato il morto. Ringrazio mentalmente Emily per avermi ricordato di lui.
- E' meglio che vai da lei, adesso, ma prima faresti meglio a cambiarti.. sei sporco di sangue.- gli ricordo, sapendo che la ragazza non approva questo suo atteggiamento.
Lui annuisce, poi appoggia la mano sul pavimento e si aiuta a rialzarsi. Si mette dritto con la schiena e guarda i due accanto a lui, mentre si abbracciano felici. Sospira pesantemente.
- Mi dispiace.- sussurra quasi terrorizzato dalle sue stesse parole.
La ragazza a terra gli rivolge lo sguardo.
- Anche a me.. vai da lei.- mormora riferendosi agli errori del marito.
Zayn mi guarda negli occhi e io capisco benissimo il motivo del suo trattenersi ancora qua: ha paura; ha sognato per tanto tempo questo momento, che adesso non sa più che fare, non sa più distingue qual'è la realtà ; non sa nemmeno che dirle; ha paura che lei abbia potuto dimenticare le cose che si sono detti col cuore quella notte; ha paura che lei possa rinnegarlo nuovamente, che lei si arrabbi per ciò che ha appena finito di fare, e forse si arrabbierà, ma non riuscirà mai ad odiarlo, sarà più forte di lei, perché quando si tratta di lui non c'è niente da fare, improvvisamente cambia,anche se cerca di nasconderlo a se stessa per paura.. quando c'è lui di mezzo, lei ama.
Lui è scombussolato, incerto, non riesce nemmeno a gioire, perché si trova in disaccordo con se stesso: vuole punirsi per le cose brutte che ha fatto in questi giorni, ma vorrebbe anche andare da lei e senza dirle niente, baciarla fino lo sfinimento, ma non lo farà mai.. è troppo abituato a farsi del male, piuttosto che del bene, perciò so già come andrà a finire, involontariamente cercherà di allontanarla, mentre vorrebbe solo abbracciarla per tutto il resto della sua vita.. ma lascerò fare a loro, anche se litigheranno, se è amore vero tutto andrà per il verso giusto, ne sono sicuro.
Lo fisso ancora un po', fin quando , finalmente, il ragazzo difronte a me sfiora il mio corpo passandomi accanto. Lo guardo mentre scompare dietro il muro. E' fatta.
Sospiro sollevato.
- Menomale che sei arrivato tu..- mormora sorridendo Louis, mentre accarezza la testa della moglie appoggiata al suo petto.
Gli faccio un cenno con la testa.
Sorride perché pensa che sia finita, sorride perché è felice che la sua famiglia sia ancora intatta. Sorrido anche io per loro. 
Oggi è un buongiorno, è strano, sembra come se tutta la sofferenza che fino a poco prima regnava sovrana in questa stanza, sia uscita fuori col fumo della sigaretta di Zayn.
Mi guardo intorno: il pavimento è tutto sporco di sangue, mentre ne esce ancora dalla gamba di Louis; dovrei controllargli quella ferita e ripulire tutto.
- Senti Eleonor, se vuoi puoi farti una doccia, non penso che in questo momento a Zayn importi qualcosa..- dico piano cercando di non apparire un depravato.
La ragazza mi guarda sospettosa; infondo non ho mai nascosto niente al ragazzo di sopra, non ho mai fatto niente che lui non sapeva già, ma penso che con una situazione del genere, l'errore sarebbe chiederlo proprio a lui.
Louis le sorride lasciandole un affettuoso bacio sulla fronte.
- Vai pure amore.- le sussurra la sua approvazione.
Lei mi guarda accennando un piccolo sorriso, poi mi passa accanto e si dirige in bagno. Non la seguo, non credo sia così stupida da fuggire adesso che tutto è finito.
Mi avvicino al ragazzo col sorriso sulle labbra. 
- Devo medicarti la ferita, poi potrai lavarti anche tu.- dico serio.
Gli strappo i jeans dalla parte della ferita, prima che lui fermi le mie mani.
- Harry.. riguardo..- emette prima che io lo interrompa.
- No, Louis, smettila...- dico iroso, ma sempre contenendomi.
La sua mano lascia la mia, permettendomi così di continuare il mio lavoro.
- Volevo solo che tu sapessi.. che mi dispiace..- dice piano, per poi continuare: - Mi dispiace davvero... sono uno stupido lo so..- mormora con un filo di voce, mentre io curo la sua ferita.
- Vorrai dire uno stronzo, egoista, testa di cazzo!- affermo quasi ringhiando.
Pulisco tutto intorno alla ferita, prima di disinfettarla per bene. 
Le sue mani si stringono in pugni, mentre cerca di non gridare per il dolore.
- Si, va bene, ma non è questo il punto... il fatto è che io non ho mai avuto un fratello.. sono cresciuto solo con mia mamma e le mie sorelle.. sono sempre stato io l'uomo di casa.. e quando Lottie se n'è andata.. è stato orribile.. mi ritenevo la causa della sua fuga, ma poi siamo venuti a sapere che non era scappata di casa.. era stata rapita.. e.. uccisa.. da lui.. ma a differenza di tutte le sue altre vittime.. il suo corpo non è mai stato ritrovato.. e ora io mi chiedo.. perché non ci ha voluto ridare la nostra Lottie? Perché ce l'ha portata via? Era solo una ragazza.- piange nel raccontare la storia.
Cerco di trattenere le mie lacrime, perché nonostante tutto ce l'ho ancora con lui, ma ciò che adesso sta raccontato è qualcosa di straziante, qualcosa che mi si aggrappa sul cuore e me lo distrugge.
- Non smetterò mai di odiarlo.. anche se lui adesso manterrà la sua parola e ci lascerà andare.. non smetterò mai di odiarlo.. però da tutta questa storia ho appreso una cosa.. la famiglia è più importante di qualsiasi altra vendetta.. e tu , Harry.. sei il fratello che ho sempre desiderato.. scusami se sono un imbecille.- dice con voce spezzata dal dolore.
Gli stringo la fascia più forte alle sue ultime parole, cercando di eliminarle dalla mia mente.
- Ho fatto.- dico secco, poi mi alzo e vado via.
Devo ancora pulire tutto quel macello, ma lo farò più tardi, adesso voglio solo rilassarmi, è da troppo che non lo faccio.
Mi preparo un cappuccino caldo, la mia bevanda preferita dal tempo del liceo, poi mi siedo comodamente sulla sedia mezza rotta della cucina e sorseggio la sostanza calda nella tazza. I boccoli dei miei capelli mi cadono morbidamente sulla fronte, non ho la forza di spostarli di lato, perciò li lasciò in questa posizione. Chiudo gli occhi, buttando la testa all'indietro, mentre sento il calore del liquido caldo attraversarmi la gola. E' quasi il mio compleanno. L'uno febbraio è alle porte, mancano praticamente due giorni, e io compierò i miei vent'anni dentro questa orribile casa, insieme a persone sconosciute,ma infondo lo passerei comunque in una casa priva di familiarità e piena di persone di cui a malapena conosco i nomi. L'uniche persone di cui sento realmente la mancanza sono mia madre e mia sorella, anche loro incatenate dalla folle mania di controllo di mio padre, che ci vuole perfetti e ci tratta come fossimo burattini; non sono ancora riuscito a fuggire da lui, ma questo è un buon modo per farlo, non appena tornerò, me ne andrò di casa, ormai è deciso.
Il vento freddo accarezza i miei capelli; non so bene in quale zona di Londra mi trovi, ma qui l'aria è più tiepida; nonostante la casa sia umida, si sta bene.
Mi rovescio tutto il cappuccino restante nel bicchiere sopra la maglietta grigia, quando sobbalzo per aver sentito un forte urlo. Mi alzo automaticamente, senza badare al forte bruciore che percuote la mia pelle. Che sarà successo?
Arrivo davanti la sala della paura e guardo il ragazzo steso sul tavolo da biopsia, lui ha la testa rivolta verso di me e il viso preoccupato.
- Cos'è stato?- chiedo sconvolto.
- E' Eleonor? Vai a guardare!- mi ordina agitato.
Annuisco. 
Mi dirigo piano verso la porta del bagno, quando Eleonor esce indietreggiando velocemente. E' scioccata, spaventata, mentre avvolge il suo corpo nell'asciugamano pulito. Le tocco la spalla per attirare la sua attenzione, quando urla nuovamente girandosi verso di me.
- Sono io! Calmati! Sono solo io.- la rassereno, prima che lei si inoltri fra le mie braccia.
Mi guardo attorno. Perchè piange? Cos'è successo? Vorrei farle queste domande, ma ho paura delle sue risposte. Le accarezzo i capelli in segno di conforto, poi le cingo il viso fra le mani, facendo così incontrare il mio sguardo col suo. E' seriamente terrorizzata e tutto questo mistero mi sta facendo venire i brividi.
I suoi singhiozzi le impediscono di parlare, mentre piano allunga il braccio verso il bagno, indicandomi la finestra. Esitante mi allontano da lei, incuriosito dalla sua mossa. Cosa ci sarà lì fuori di tanto tremendo?
Mi avvicino silenziosamente al vetro, quando guardo oltre la finestra: non c'è niente, non c'è nessuno. La guardo scioccato. Non credo che stia fingendo, poi perché dovrebbe? C'è sotto qualcosa.
Raggiungo la ragazza nel salone, quando le porto i vestiti puliti, che ho preso qualche giorno prima dalla borsa di Emily, in attesa di questo giorno, credo che a lei non dispiacerà. Glieli porgo a Eleonor, prima che lei li afferri tremante.
- Si può sapere cos'è successo?- chiedo non convinto.
La ragazza si siede piangente sulla sedia, poi mi guarda impaurita.
- C'era qualcuno lì fuori.- emette con un filo di voce.
Le sue parole bastano a mettermi i brividi. I peli di tutto il mio corpo si sono alzati, provocandomi la pelle d'oca. Com'è possibile? Chi è costui?
Sia io che Louis restiamo immobili a fissarla, increduli, perché questo posto è invisibile al mondo intero, non c'è sulle carte stradali ed è pure complicato arrivarci, ma intanto non avrebbe motivo di mentire. Vedendo il nostro scetticismo inizia a spiegare il tutto.
- Mi stavo facendo la doccia, avevo quasi finito, anzi avevo finito.. stavo per uscire quando rivolgo il mio sguardo verso la finestra.. c'era lui... era .. era orribile.. mi guardava come se fossi pane per i suoi denti.. si è pure leccato le labbra.. e infine mi ha fatto l'occhiolino.. e quando ha visto che stavo per uscire del bagno è andato via... era orribile! Il suo viso.. il suo viso era pieno di cicatrici.. e i suoi occhi azzurri erano pieni di cattiveria.. ho paura..- dice piangendo.
Tutto questo mi terrorizza. Devo chiamare Zayn, anche se mi dispiace disturbarlo in un momento così bello per lui.
Il mio sguardo svolazza nella stanza, perdendosi in ogni particolare che la caratterizza, nel colore rosso sangue che la rende sinistra. Scuoto i miei ricci, portandomeli verso sinistra, poi respiro profondamente dalle mie grandi narici e rigetto tutto con impeto. Mi volto ancora titubante, non so come Zayn possa reagire per averlo disturbato in un momento tanto delicato. Lui mi fa paura, mi terrorizza, ma questa situazione che si è creata mi intimorisce di più: non so chi è questa strana persona che ci spia da fuori, non so di cosa è capace e ciò che non conosco mi fa più paura di ciò che posso controllare.. si, perché sono convinto che io possa controllare il ragazzo folle che ci imprigiona, c'è qualcosa in me che lo tiene calmo, so di poterlo tenere a bada.
Mi dirigo con passo incerto verso la longeva rampa di scale; la mia gamba magra si solleva tanto basta ad appoggiare il piede nel primo scalino, il primo passo è fatto; ho ancora altri dieci gradini da salire, prima di incontrare lo sguardo assassino del ragazzo diabolico, ma vorrei già poter tornare indietro. Esitante salgo lo stesso: il mio passo è lento e indeciso, mentre mi ripeto che lui non mi farà del male, però ho tutte le ragioni per averne il timore.. quando si tratta di Emily, lui perde del tutto la ragione.
- Tu non c'eri.. non sai cosa ho dovuto passare.. che cosa significava per me vederti distesa in un letto priva di sensi! Dovevo far provare a lui tutto ciò che lui ha fatto provare a me! Devi capirmi! Emily.. ti prego..- sento gridare dalla stanza di Zayn.
I due stanno litigando. 
Non posso credere che dopo non appena un'ora dal suo risveglio, si ritrovino di nuovo a gridarsi in faccia ciò che non vogliono; non posso credere che siano così stupidi da amarsi alla follia, ma non prendersi. Loro sono come due calamite.. a volte si attraggono, altre si respingono, questa è una di quelle volte.
Mi avvicino piano alla porta, spingendola col palmo della mano; questa si apre scricchiolando. L'immagine di Zayn vicino all'affranta ragazza sul letto, mi si offre davanti. Li guardo immobile, con occhi sbarrati e schiena dritta. Deglutisco evitando di fare rumore, poi dischiudo le labbra.
- Zayn? E' meglio che scendi.. devo dirti una cosa.- dico esitante.
Il cuore mi si blocca nel petto in attesa della sua risposta. Chissà quale sarà la sua reazione.
- Si, arrivo.- sussurra serio.
Lascio scivolare fuori dai miei polmoni l'aria che inconsapevolmente avevo trattenuto. 
Il ragazzo dagli occhi scuri bacia affettuosamente Emily, poi girandosi verso di me esce dalla stanza. Nell'uscire il suo sguardo mi sfiora per un istante, il colore delle sue iridi è più scuro, è di un marrone che in pochi hanno, unico, tanto magnetico da mettere la pelle d'oca. Mi ha spiazzato. Il suo corpo sfiora il mio, quando attraversa la porta. Trattengo il respiro irrigidendomi. Lo vedo scendere di sotto. Mi giro per un istante verso la ragazza che mi guarda titubante, poi esco anche io afferrando la porta dalla maniglia; la chiudo. Sospiro timoroso, prima di scendere a passo lento di sotto. Mi ritrovo di nuovo nella stessa situazione: devo affrontare il mio cervello e convincerlo che tutto andrà bene.
La puzza di fumo inebri le mie narici: Zayn sta fumando, questo è un brutto segno; ormai ho imparato a capirlo, e una delle sue esplicite caratteristiche è quella di fumare in un brutto momento; come se non fosse già sufficiente, adesso devo cercare di non farlo arrabbiare.
Mi avvicino alla porta aperta della cucina, prima di vederlo in piedi davanti al lavandino: sta riempiendo la macchina del caffè con dell'acqua. La sua bocca si chiude su una sigaretta fumante, mentre il suo occhio destro lacrima per il bruciore, ma non sembra rendersene conto. Osservo attentamente la sua forte figura: le sue braccia muscolose tremano per il nervosismo; il suo petto si alza e abbassa lentamente; la sua testa è di poco inclinata verso il basso.
- Grazie.- mormora togliendosi la sigaretta dalla bocca.
Rimango sbigottito a sentir le sue, mai dette, parole. Dice sul serio?
Il fumo esce spinto dalle sue labbra, disperdendosi nella stanza. Io lo guardo meravigliato: non ho mai visto nessuno fumare prima di lui.
Rimango fermo, mentre Zayn si siede comodamente sulla sedia. I miei occhi fissano ogni suo movimento.
- Mi fa piacere..- dice dopo essersi fatto un grosso tiro dalla sua sigaretta.
Lo guardo confuso, ma non faccio alcuna domanda.
- Intendo.. per il fatto che sei sempre molto loquace.- continua sarcasticamente.
Abbasso il mio volto imbarazzato, facendomi scivolare tutti i ricci sulla fronte. Sento il mio volto esplodere di calore. E' sicuramente diventato eccessivamente rosso.
- Mi piacerebbe sentirti parlare qualche volta..- mormora buttando la cenere nel bicchiere sul tavolo.
Mi sta fissando, questo mi mette in soggezione. 
- Beh, si.. sentirti fare conversazione.. non solo qualche parola ogni talvolta che ce n'è bisogno.- sorride.
Tremo dall'imbarazzo. Ha ragione.. nonostante tutto quel tempo insieme, le uniche parole che mi ha sentito dire sono stare riferite allo stato comatoso di Emily. Lui non lo sa, ma io sono un ragazzo molto vivace è solo che non mi apro facilmente; sono uno di quei ragazzi che se ne sta per conto suo, fingendo che tutto vada bene; sono uno di quei ragazzi popolari senza volerlo, solo perché si ha un bel volto e una buona economia; sono uno di quei ragazzi col futuro già prescritto dal proprio padre, senza opportunità di scappare; uno di quelle persone che vive per accontentare gli altri e poi si ritrova solo; sono come chi ha preso un pugno in faccia da uno sconosciuto, si ritrova a terra senza sapere perché, senza sapere chi l'ha colpito; sono uno di quei ragazzi che ama ridere, ma che ogni notte puntualmente piange ripensando a cosa si sta perdendo; uno di quelli che da tutto a tutti e si ritrova senza niente.. uno di quelli che cerca del buono in tutti e si stupisce se un bambino gli accarezza la mano; uno di quei ragazzi che la gente definisce "gay" solo perché è troppo sensibile per essere uomo, uno di quelli che ama davvero, che vive le proprie emozioni, senza paura di apparire debole, o altro. Forse sarebbe più semplice dire.. uno come me.. se mai esiste.
- Non vuoi proprio aprire bocca, vero?- chiede alzandosi dalla sedia.
- Beh, meglio così.- continua.
Spegne la sua sigaretta, poi sospira deluso, affranto. Sono sicuro che si tratta di Emily. Forse dovrei rompere il mio scudo e dar voce ai miei pensieri, ma con lui proprio non ci riesco. E' il solo a farmi quest'effetto. Sarà la sua reputazione a farmi bloccare le parole in gola, o il suo penetrante sguardo marrone, ma quando c'è lui smetto anche di respirare.
Zayn mi guarda scuotendo di poco la testa. Ci ha perso le speranze con me. Cammina verso la mia direzione, facendomi irrigidire su me stesso.
- Potresti almeno respirare? - sussurra al mio orecchio.
- Sai non vorrei un altro morto sulla coscienza!- mormora.
Deglutisco. La sua presenza mi mette ansia. Le mie mani sono sudate, mentre il suo respiro caldo tocca la mia pelle. Continuo a temerlo.
Si allontana da me dirigendosi verso la porta.
- Sai, ho forti dubbi sulla tua preferenza sessuale..- dice incerto dietro di me.
- Che cosa?!?- urlo girandomi verso di lui.
La mia spontanea domanda lo lascia di stucco. Lo diverte vedermi in difficoltà, ma questo è anche un suo modo per conoscermi.
Sorride sentendo la mia voce. Si tocca il mento privo di barba, poi mi rivolge lo sguardo.
- Per un momento ho pensato.. sai.. si.. dai, che tu provassi.. attrazione.. per me.- ride imbarazzato per la sua folle idea.
- No! Diamine no! Perché tutti pensate questo!?! Io sono etero quanto te! E' solo che.. sono un po' più.. ecco.. sensibile.. emotivo..- mi difendo.
La sua risata risuona forte nella stanza. Lo guardo stranito. Cos'è che lo fa ridere così tanto? Non posso far a meno di ridere anche io, perché lui ha il sorriso contagioso di chi ha sofferto tanto, chissà cosa nasconde dietro la sua aria da duro.
- Che c'è da ridere?- domando confuso.
Soffoca la sua adorabile risata, cercando di ritornare serio.
- No, niente.. lascia stare..- ridacchia.
Acciglio le sopracciglia guardandolo male, mentre lui torna a sedersi. Il mio busto si gira lentamente verso la sua direzione.
- Davvero.. perché ridi?- chiedo ancora.
- Perché tu sei la persona più bizzarra che io abbia mai conosciuto.- dice sorridendo dolcemente.
Il mio volto serio diventa tenero, mentre sorrido anche io alle sue parole.
- Bizzarro.. questo mi mancava..- dico sedendomi accanto a lui.
Il suo sguardo è illuminato d'allegria. Lo guardo facendo illuminare il mio. Questo è un lato del suo carattere che non avevo ancora visto: è una persona dolce e sarcastica. Chissà perché è diventato "lo squartatore".
- Cosa dovevi dirmi?- interrompe i miei pensieri.
- Mmh??- mugolio distratto.
- Ah si , giusto!- dico alzandomi rapidamente in piedi.
Il ragazzo seduto mi guarda stupito dal mio strano comportamento, ma lui non sa del fatto inquietante che mi ha spinto ad andare da lui. E' ignaro di tutto.
Mi avvicino velocemente alla porta, controllando se Eleonor e Louis sono ancora nella sala della paura, è così: sono entrambi sdraiati sul tavolo da biopsia, mentre lui le cinge protettivo la vita; lei trema ancora.
Mi giro a guardare il ragazzo dal ciuffo alzato, mentre il suo sguardo è incollato a me; è confuso.
- Vedi... c'è qualcuno che ci tiene d'occhio.- mormoro.
Il suo sguardo si immobilizza, inchiodandomi sul pavimento. Ha un'espressione timorosa; cos'è che gli mette tanta paura? Poi, proprio a lui? Devo scoprire di più.
La sua mano si insinua nella tasca dei suoi jeans, prelevando una sigaretta. L'appoggia sulle sue labbra, tenendola ferma il tempo di prendere l'accendino sul tavolo. Aspira profondamente quando l'accende. Il fumo esce dalla sua bocca come fosse nube grigia; si dondola pensieroso sulla sedia, sfiorandosi il labbro inferiore col pollice. Sta riflettendo. Su cosa?
- E' iniziata.- sussurra riflettendo.
Acciglio le sopracciglia non capendo di cosa parla.
- Che cosa?- chiedo curioso.
Il suo sguardo mi sfiora per un istante.
- La caccia.- risponde alzandosi e andando velocemente fuori dalla cucina.
Rimango fermo.
"La caccia? A che cosa?" penso confuso.
Mi guardo intorno, quando un'ombra proveniente dalla porta-finestra mi spaventa. Il mio cuore accelera i suoi battiti, quando mi agito notevolmente. Corro nella sala della paura.
Luois ed Eleonor sono seduti sul tavolo, mentre Zayn guarda l'esterno dal vetro. Tutto questo mi inquieta.
- Che caccia?- domando preoccupato.
Il ragazzo misterioso non mi rivolge la parola.
Lo guardo impaurito, come del resto fanno i due sposi. Non so a cosa si riferiva prima, ma sono sicuro che non è nulla di buono.
- Che caccia?- ripeto senza alcuna risposta.
Questo mi irrita parecchio. Non sono mai capace di farmi ascoltare; nessuno riesce a sentirmi. Deve farlo.
- Cazzo Zayn rispondimi!- urlo preso dalla foga.
Malik si volta sorpreso dalla mia ira, così anche gli altri due. Ora ho tutti gli occhi addosso e mi sento in soggezione. Forse non avrei dovuto urlare.
Il mio respiro è affannoso per la paura, mentre cerco di regolarizzare il mio battito.
- Ogni anno..in questo giorno.. quattro persone vengono qui... in questo bosco disperso nel nulla.. e incominciano a cacciare..- dice rivolgendo lo sguardo a tutti noi, poi continua: - Il problema è che cacciano qualunque cosa si trovi sul loro raggio vettore..- emette con bocca secca.
- Pure.. pure.. noi.- mormora con voce spezzata.
I brividi mi prendono in ostaggio. E' orribile sentire tutto ciò.
- Me n'ero dimenticato.. con tutto quello che è successo.. io.. io non me lo ricordavo..- si giustifica per il suo mortale errore.
- Di solito vado via per questo giorno.. ma ormai la caccia è aperta...- continua a spiegare, mentre noi lo fissiamo terrorizzati.
- Che vuoi dire?- domanda Louis stringendo Eleonor più forte.
- Che dobbiamo combattere..- dice leccandosi le labbra secche.
So che questo a lui non dispiace, ha tanto dolore che deve smaltire, tanta rabbia che vuole tirare fuori, e tanto per lui togliere la vita a qualcuno ormai è diventato un hobby, ma sono sicuro che ha paura per la sua amata, cosa succede se la prendono? Cosa le faranno? Lui non può permetterlo, non vuole.
- Louis..- piagnucola la ragazza.
- Tranquilla.- la conforta il suo amato.
E intanto io mi chiedo: se Zayn vive per Emily e lei per lui, se Louis vive per la sua famiglia e uguale Eleonor.. io per cosa vivo? Ci sarebbero mia madre e mia sorella, ma lei si sposerà a breve e allora vivrà per lui, per i suoi figli; mia mamma un giorno morirà.. e io rimarrò solo, su questa terra.. e se io.. se io vivo per loro, loro potrebbero mai vivere per me?

- Dobbiamo essere pronti.. e ricordatevi.. o loro.. o noi.- interrompe i miei pessimistici pensieri il ragazzo dalla voce profonda.

Non so se lo sono.

--------------------------------------------------------------

Ho aggiornato oggi, perchè praticamente domani mi sarebbe stato impossibile. Vorrei conoscere i vostri pareri sulla storia, non mi bastano i continuaaa perpetui :)

Domani è il compleanno del mio eroe, 22 per la cronaca xx

InsaneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora