- Ciao, Zayn, ti sono mancata?- dico entrando in casa.
Il suo volto è tutto insanguinato; godo nel vederlo così.
- Dove.. dove mi trovo?- chiede con un filo di voce.
Sorrido. Finalmente sono io ad avere il coltello dalla parte del manico. Adesso non fa più il prepotente.
Mi avvicino a lui, dandogli un forte schiaffo sulla guancia dolorante. Un brivido di piacere attraversa il mio esile corpo, facendomi venire la pelle d'oca. L'adrenalina scorre nelle mie vene. Amo quella sensazione inebriante di potere.
- Le domande qui le faccio io! Fossi in te mi comporterei bene.. adesso sono io a condurre il gioco.. e non scherzo.- dico severa.
Guardo la sua faccia spaventata. Per tanto tempo ho sognato questo momento, e adesso mi sarei divertita. Ho la sua vita nelle mie mani, questo mi fa sentire potente; finalmente sono io a comandare, a dominare, niente e nessuno mi fermerà, nemmeno la polizia.
Mi avvicino alla finestra, scrutando bene l'esterno: il posto è deserto; neanche una casa ci costeggia; la strada è vuota; siamo il mezzo al nulla, in una casa abbandonata, dove lui stesso mi ha portata la prima volta che mi ha violentata. I ricordi incominciano a invadere la mia mente. Stringo forte le mani in pugni. L'odio dentro di me è sul punto di scoppiare. La mia vendetta sarà lenta e dolorosa, proprio come lui fece con me. Nessuna pietà, nessun ripensamento, niente ostacola la mia volontà; siamo solo io, lui e la mia ira.
Mi giro verso il ragazzo incatenato al muro, esattamente nel punto dove lui mi mise. Mi guarda sconvolto, non avrebbe mai immaginato che una ragazza, prima innocente, potesse riservagli una pena così atroce, ma di me non sa niente, oltre al bel volto, non sa chi sono, non sa delle notti passate a studiare il giorno della mia vendetta, il giorno in cui tutto il male che ho subito , si sarebbe riversato su di lui.
Cammino lungo la stanza, andando nell'angolo "torture" , così lui lo chiama; lì c'è un grosso mobile e al suo interno vi sono numerose armi: frustini, coltelli, catene, manette, guanti borchiati, chiodi e molto altro , e io.. li avrei usati tutti. Apro lo sportello, la scelta è difficile, ma esitante prendo la frusta. Inizierò proprio da oggi, dodici gennaio, il suo compleanno.
Mi avvicino a lui, staccando le catene dal muro; poi, lo lego al contrario: lui ha il viso rivolto verso il muro e la schiena è proprio di fronte a me. Così incomincio: prima un colpo deciso, ma non abbastanza forte, volevo conservare il meglio per ultimo; poi un altro e un altro ancora. Sento l'adrenalina scorrermi nelle vene, è rilassante, divertente, come se ogni momento brutto , stesse sparendo con quei colpi.
Il suo grido profondo rimbomba nella stanza, quando con fermezza gli carico un colpo più forte, sulla spalla. La maglietta si strappa, dandomi un'idea migliore. Afferro il coltello, prima di avviarmi verso di lui. Poi, taglio la sua maglietta sporca, lasciandolo a dorso nudo. Avrebbe fatto più male così. Mi allontano di nuovo; mi giro verso di lui. Sto alzando il mio braccio per frustarlo nuovamente, quando vedo delle cicatrici sul suo corpo: al centro della schiena vi è un enorme cicatrice , che percorre tutta la spina dorsale; non posso fare a meno di notare le ustioni che lo deturpano.
Cosa si nasconde dietro il suoi sguardo da psicopatico? Qual'è il suo passato? Cos'ha vissuto di così tremendo da ridurlo in queste condizioni?
- Tutto qui quello che sai fare? - chiede con voce spezzata.
Stringo la mia mano forte, introno alla frusta. Devo smetterla di pensare a lui, perché lui quando mi frustava non lo faceva.
Così incomincio nuovamente a frustarlo. La sua schiena si sfregia ancora di più; si porterà addosso anche le cicatrici causate da me.
Un senso di nausea mi manda il corpo in subbuglio, quando il suo sangue mi schizza sul viso. Corro verso il lavandino malmesso della cucina, prima di rimettere ripetutamente. Mi lavo via il sangue che mi sporca. Fa schifo, è disgustoso.
- Ci prenderai l'abitudine.- ride Zayn.
Lo guardo. Come può dopo tutto ancora ridere? Speravo di avergli fatto passare la sua "allegria" , invece ancora è in vena di scherzare.
Mi avvicino a lui, minacciosa, prima di tirargli i capelli, portando il suo viso verso la mia direzione. Sono furiosa.
- Senti pezzo di merda, non costringermi ad ucciderti, voglio ancora divertirmi!- affermo irritata dal suo atteggiamento.
- Non durerai due giorni.. non riusciresti nemmeno ad uccidermi.. guardati.. per un po' di sangue rimetti, figuriamoci col resto.- mi provoca sorridendo.
La mia mano stringe più forte i suoi capelli, quasi strappandoglieli, ma a lui sembra piacere.
- Mi ero dimenticata che sto parlando con un sadomaso.. quindi evidentemente questo a te provoca piacere.. che sbadata.. ma sai cosa so.. so che per quanto piacere tu possa provare , certe cose ti faranno male ugualmente..- dico staccando le catene dal muro e tirandolo verso il tavolo da biopsia.
Lo carico lì sopra, in modo rude, facendo sbattere il suo corpo fortemente sul metallo freddo. Un lieve grido esce dalle sue labbra. Sorrido. Porto le catene sopra la sua testa, tirando con sé pure i polsi ; le stringo forte, tanto da non farlo riuscire a muovere, poi, lego pure le sue gambe, per evitare eventuali calci.
Mi allontano un attimo da lui, alla ricerca di una pinza. Frugo attentamente nel cassetto, prima che il mio sguardo si illumina nell'averla trovata. Mi avvio nuovamente verso di lui.
Mi guarda curioso di sapere cosa ho intenzione di farci con quella, ma non ne ha idea.
- Sai, una volta ho visto un film.. era un thriller.. quante scene scandalose ho visto! Non ho dormito per una settimana, adesso però lo ringrazio.. insomma con esso ora so molte torture che prima mi erano ignote.. una in particolare mi è rimasta impressa..- dico mettendomi di fronte a lui.
Afferro con la mano sinistra il suo piede, prima di continuare a parlare.
- Questa è molto semplice come tortura.. da fare.. ma penso che sia molto dolorosa.. che ne dici di provare?- chiedo sorridendo.
I suoi occhi si muovono velocemente a destra e a sinistra, probabilmente sta cercando una via di fuga.
Stringo più forte il suo piede, quando esso incomincia a muoversi rapidamente, per farmi lasciare la presa. Lo tengo fermo, non riesce più a muoversi, poi, afferro il suo dito alluce. Guardo il suo sguardo spaventato, sorrido , sembro pazza, forse lo sono.
Porto la pinza sull'unghia dell'alluce, prima di toglierla. Essa si distacca lentamente dall'alluce, mentre il sangue incomincia a scorrere veloce. Grida profondamente, un grido di dolore, non più di piacere. Ce l'ho fatta, sta soffrendo per opera mia, allora perché non sono soddisfatta?
Mi allontano da lui, mentre i suoi occhi si riempiono di lacrime. La sua espressione dolorante mi lascia malinconia nel cuore; forse col tempo diventerò più fredda, forse non mi farà più pena come adesso.
- Hai già finito? - mormora.
Mi giro verso di lui, incredula. Vuole davvero che continui questa tortura?
Appoggio le mani sul tavolo , che vi è di fronte a me. Sono esausta, perplessa, angosciata. Mi sto trasformando in un mostro, il mostro che lui ha liberato in me.

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Insane
FanfictionAVVISO: è una storia a bollino rosso, più violenta di Dark, perciò sconsiglio vivamente di leggere qualora vi impressionate o altro. E' una FF dedicata agli One Direction, il personaggio principale, ovvero Emily Carteny ha l'aspetto di Miley Cyrus. ...