-Capitolo 22-

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Grazie a Dio ho pubblicato dopo circa 3 settimane di inattività. Innanzitutto, rigrazierei, anzi, innalzerei una  statua d'oro a @SfumatureDiChristian che ha smosso mari e terre per risolvere il mio problema. Lo dedico proprio a te questo 22esimo capitolo.

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- 22

(Payne‘s pov)

Guardo fisso le pratiche nelle mie mani; non mi era mai successo di trovare un caso così complicato come quello di Emily, però devo dire che anche la scomparsa di Lux non è un gioco, ormai è da settimane che ci lavoro, ma non sono ancora arrivato ad una soluzione.. nessuna pista mi ha portato fra le braccia di quella bambina. 
Il mio sguardo si perde nel vuoto, prima di essere colmato dalla figura sciatta dell'agente Horan. Mi soffermo a studiare la sua postura incurvata di chi ha il peso dell'intero mondo sulle spalle.. di chi ha già perso tutto e si ritrova niente, e non riesco proprio a capire come una persona possa arrivare a ridursi così.. anche mia sorella è sparita nel nulla, ma io sono ancora qui, pronto per la prossima battaglia.
Niall ha la testa bassa mentre fissa i fogli sul tavolo, ormai è da giorni che va avanti così: non dorme, non beve, quasi non mangia.. sta solo lì, fermo, a studiare quella che per lui è la pista giusta da seguire, ma in realtà non lo porterà da nessuna parte. La scomparsa di Lux è diventata un'ossessione per lui , è come se tutto l'universo ruotasse intorno a questa faccenda; rimane ore ed ore in ufficio dopo il suo, più che stressante, turno di lavoro e non sì stanca mai di leggere e rileggere i documenti del rapimento della nipote. È accecato dalla paura di non rivederla mai più, perché gli è già successo di perdere qualcuno.. sa quanto fa male, ma sa che non si muore.
Mi dirigo verso di lui deciso a parlargli: voglio riportarlo con i piedi per terra e fargli capire che non è una sua colpa, che distruggendosi così non risolverà nulla, non riuscirà a trovarla se non farà un po' di ordine nella sua mente, non ritornerà nelle sue braccia se lui non sarà sobrio dalle sue stesse paure. 
- Amico. - dico con tono rassicurante.
I suoi occhi azzurri più del cielo mi rivolgono lo sguardo cupo, quasi rivelandomi i suoi oscuri pensieri. I brividi mi bloccano la voce in gola.
- Ho quasi finito..- dice guardando il disordine nella sua scrivania accigliando le soprecciglia - Giuro che poi..- la sua voce si affievolisce; si schiarisce la gola prima di ritornare alle sue prevenute scuse - Faccio ciò..- mormora toccandosi i capelli della nuca con la sua mano tremante - Che - sussurra ma perde nuovamente la voce. È da così tanto tempo che non apre bocca, che quasi ha dimenticato come fare a parlare.
Lo guardo fisso negli occhi quasi volessi entrargli dentro.
- Vieni fuori con me.- dico secco come fosse un ordine.
Gli volto le spalle e sicuro che lui mi stia seguendo mi avvio verso il terrazzo della centrale. Apro energicamente la porta, lasciandola aperta alle mie spalle sapendo Niall dietro di me. Mi fermo nella mia rigida posizione, quasi come fossi un generale e lui il mio soldato semplice.
L'agente Horan sembra non fiatare mentre il silenzio della sera si disperde alle nostre spalle, quando la mia possente voce esce minacciosa.
- Devi smetterla!- gli do ancora le spalle mentre le sue parole sibilline mi invadono l'udito.
- Che..- sussurra - C..c..che.. vuoi.. dire?- boccheggia.
Mi volto sbuffando verso la sua sommessa figura, ricoperta dall'oscurità che ci ingoia, solo la fioca luce della mezza luna nel cielo illumina i nostri visi.
- Oh.. andiamo!- dico stufo della sua messa in scena - Sappiamo entrambi che voglio dire!- mi infurio di buon grado.
Niall infila le mani nelle tasche della sua divisa; sembra essere un bambino indifeso mentre abbassa esasperato il viso verso il pavimento in cemento.
Un lampo illumina macabramente il suo viso asciutto, prima di essere seguito a catena da un forte tuono. La mia anima trema mentre alzo il viso verso l'immensa valle nera sopra di noi: una goccia di pioggia cade dalla nube oscura che mi sovrasta, percorrendo velocemente tutta l'area che la divide dal bagnarmi il viso, e quando finalmente arriva sulla mia guancia, io immagino quanta strada abbia dovuto fare prima di schiantarsi sulla mia pelle calda, quanti ostacoli abbia dovuto superare prima di morire su di me, e se sia stata sempre così piccola o se prima fosse stata un gigante, ma con le difficoltà che il suo viaggio le ha imposto, sia diventata così fragile da sciogliersi sul mio viso.. e quasi rivedo Niall in essa.. piccoli, dolci, spaventati, stanchi.
- È frustrante..- la sua voce quasi impercettibile attira la mia svampita attenzione - Non sai com'è..- emette guardandomi ad un passo dal crollare - Non puoi nemmeno immaginarlo.- la sua voce è un fil di rame mentre trattiene il pianto in gola.
Lo fisso in silenzio quasi come stessi guardando il film più misterioso del mondo.. non mi permetto neanche di sbattere le palpebre per paura che possa tirarsi indietro e per un secondo smetto anche di respirare.
- Immagino..- sussurra ma si strozza con la sua stessa voce; le sue parole sembrano essere affilati chiodi conficcati nella sua gola, gli tolgono il respiro per quanto graffianti sono - Immagino le mani di quello schifoso...- ringhia con disprezzo - Sul corpo piccino della mia bambina..- la sua figura si sposta dietro di me, quando le sue lacrime irrompono sul suo viso.
L'immagine di Lux nuda di fronte gli occhi maliziosi del suo rapitore invade i miei pensieri, quando la sensazione di vomito mi inebria i sensi. Trovo davvero orribile il fatto che possano esistere davvero "esseri umani" così contorti e cattivi da strappare l'innocenza a dei bambini così piccoli.
- E il suo pianto..- piange nel dirlo - Il suo pianto echeggia nella mia testa ogni qual volta io chiuda gli occhi..- trema toccandosi la fronte.
I miei occhi, ormai colmi di lacrime, seguono ogni suo movimento, immedesimandomi nella sua persona. Un'ennesima goccia di pioggia picchia sulla mia testa.. sta per iniziare una tempesta, ma niente riuscirà ad interrompere lo sfogo emotivo del mio amico. Io rimarrò qui fino la fine del suo struggente discorso.
Le sue braccia si poggiano sulla ringhiera mentre fissa il nostro quartiere dall'alto del terrazzo. I numerosi lampi illumina il suo viso, regalando ai suoi occhi un riflesso di ghiaccio e io ne rimango affascinato. 
Offro la mia vista al paesaggio che ho davanti; una figura alquanto malinconica e spaventosa di Londra mentre la visuale spianata, senza grattacieli che incupiscono il panorama, mi regala la veduta dei re del cielo, i fulmini.. tanto forti da far tremare quell'immenso, tanto devastanti da distruggere palazzi.. loro non hanno nemici, hanno solo sudditi.
- Sento la sua voce che mi chiama e dice..- si blocca un secondo prendendo aria dalla bocca avendo il naso tappato - "Zio..zio.. perché hai permesso tutto questo? Perché hai permesso a quest'uomo di abusare di me? Perché non vieni a salvarmi? Zio.. mi fa male! Zio!" - cerca di imitare la sua piccola voce - E questo mi uccide ogni giorno..- piagnucola affranto.
- Non è affatto colpa tua.- la mia voce trova modo di uscire, nonostante ce l'abbia assai rauca per il groppo in gola.
Niall sorride malinconicamente, prima di passarsi una mano sul viso e voltarsi verso di me.
- Si invece..- il sorriso sul suo volte è tutto il contrario di ciò che di solito fa intendere, è un concentrato di tristezza, amarezza - A chi credi stia facendo il dispetto?- dice - Sono stato io a mandarlo in galera!- si indica con la mano, prima di aprire le braccia come stesse abbracciando l'aria - Lui è me che vuole! E che venga a prendermi quel figlio di puttana! Ma non deve toccare la mia famiglia!- urla con tutta la rabbia che si ritrova - Ma sai qual'è la cosa più triste?- chiede offrendomi nuovamente il suo falso sorriso - Mi sto trasformando in un mostro come lui.- sbuffa mentre la sua espressione diventa maligna e gliela leggo negli occhi la sete di vendetta - Non passa giorno, ora, minuto, secondo.- scandisce bene ogni parola - Senza che io senta ardere dentro di me la voglia di ucciderlo.- questa frase esce fluida dalle sue labbra come se la ripetesse a se stesso tutte le volte che può - Delle volte blocco la mia vista nel vuoto..- rivolge il suo sguardo nell'oscurità - E immagino il suo volto fra le mie mani e io..- si lecca un labbro quasi eccitato dalle sue stesse parole - E io.. carico numerosi, violenti, cruenti, devastanti colpi sul suo bel faccino del cazzo..- sorride - E non mi fermo neanche sentendo le sue suppliche.. anzi.. faccio più forte.. fino a ridurre il suo viso una massa di carne macinata e sanguinosa..- il suo sguardo è incendiato di ira - Non mi fermo fino a quando il suo naso non rientra nel cranio e non gli spappola il cervello..- dice mormorando - Poi lo lascio cadere sul pavimento inondato, facendolo affogare nel suo stesso sangue.- la sua voce è calda mentre gocce fredde ci bagnano la pelle - Guardo le mie mani insanguinate e mi sento fiero.. felice.. ma poi apro gli occhi e mi accorgo che tutto questo non è mai esistito e mi incazzo da morire.- dice fissando le sue mani pulite.
Lo guardo fermo, immobilizzato dalle sue folli parole e anche se sono pienamente convinto che non riuscirebbe mai a togliere la vita a qualcuno, la sua voce, il tono che ha usato per raccontarmi il fatto, la sua espressione compiaciuta e rammaricata, mi hanno fatto capire che racconta il vero, che ha sul serio questo istinto omicida.. ma come biasimarlo, lo avrei anche io sapendo Eleanor in pericolo, e il fatto che io non possa sapere realmente dove si trova e con chi sia, mi spiazza, sarà con Louis ed Harry? Loro saranno da Emily e Zayn? O è solamente andata in qualche posto col suo detestabile marito? Magari si sono presi un po' di tempo dalla vita quotidiana e Louis l'ha "rapita" dai suoi doveri di mamma portandola a Parigi, perciò lei ha lasciato i suoi bambini a me con tale fretta.. magari lei non ne era accorrente, insomma, chi mai lascerebbe chiamare al fratello per affidare i figli durante un sequestro di persona? Nessun assassino-rapitore lo farebbe, perciò vengono definiti " senza cuore " , ma allora perché non mi chiama? Non mi avverte che sta bene? Sono esausto.
Il cielo cade su di noi dopo un ultimo, intenso tuono e sia io che lui ci ritroviamo devastati dalla tempesta. Il ragazzo davanti a me è zuppo, mentre numerose gocce mischiate alle lacrime gli accarezzano il viso. È distrutto e questo mal tempo rispecchia esattamente cos'ha lui dentro. Il suo volto è leggermente chinato mentre mi fissa aspettando una mia qualsiasi parola. Indossa i pantaloni, ormai impregnati d'acqua, della divisa e una maglietta bianca a maniche corte, ma lui non sente freddo, perché il freddo ce l'ha dentro.
- Tutta questa storia mi sta facendo diventare pazzo!- urla cercando di superare il rumore della grossa pioggia sul cemento.
Sospiro pesantemente facendogli cenno di entrare dentro la struttura. 

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