La luce entra energica dalla finestra accanto al mio letto e riscalda dolcemente i miei tremanti piedi. Mi passo la mano sopra il viso, strofinandomi delicatamente gli occhi ancora assonnati. Osservo il mio braccio quando noto che è attaccato ad una flebo. Sono in ospedale? Cosa mi è successo?
I miei occhi studiano attentamente la stanza: le pareti sono tinte di un pessimo color marrone, la vernice si distacca cadendo a pezzi, lo posso capire dai residui che vi sono sul pavimento in legno; è molto umida, lo deduco dalla muffa che vi si è creata attorno alla finestra; l'odore di questa stanza è pungente; le coperte sono ruvide e rovinate; è tutto vecchio qui dentro.
Appoggio i gomiti sul cuscino, non riuscendo più a sostenere il mio stanco corpo; sono così debole. Sospiro pesantemente, mentre cerco di ricordare cos'è accaduto. Chiudo gli occhi e mi abbandono ai miei vaghi ricordi, ormai appannati nella mia testa: è tutto sfocato, veloce, mentre cerco di rielaborare ciò che mi è successo.* Flash-Back*
Finalmente sono fra le sue braccia, finalmente non ho più paura di mostrargli ciò che provo, sono stata una stupida a nasconderglielo, ormai devo dirglielo, devo gridarglielo forte.
Vorrei parlare ma la voce mi si blocca nella gola a causa dei singhiozzi. Le mie mani si aggrappano al suo petto , come fosse la mia ancora di salvezza, glielo graffio, ma so bene che a lui non dispiace tutto questo.
Apro gli occhi , prima chiusi, quando il mio sguardo cade sul ragazzo a terra: ha la pistola in mano e la punta verso l'uomo che amo. Non posso perderlo, non adesso che ho capito ciò che provo, non adesso che l'ho accettato per quello che è. Io lo amo.
Le mie mani afferrano le sue braccia, facendo capovolgere repentinamente la posizione dei nostri corpi. Lo guardo negli occhi e in un millesimo di secondo la pallottola mi colpisce; non posso fare a meno di far scivolare grandi gocce di lacrime dai miei occhi sbarrati, non per l'immenso dolore che adesso percuote il mio corpo, ma per l'immensa sofferenza che sta trapelando dallo sguardo di Zayn. Mi distrugge doverlo lasciare solo, ma per una volta nella vita voglio essere egoista, non voglio più vedere le persone che amo morire, sembra quasi che la morte ce l'abbia con me, perché ogni singola persona che entra a far parte della mia vita, che entra a far parte di me, muore. Come i miei genitori, o il mio ex ragazzo, le mie due migliori amiche, non voglio perdere anche lui, ho già detto "addio" a troppe persone, adesso tocca a qualcun'altro dire "addio" a me.
- Stupida perché l'hai fatto?!? Perché?!?- dice con voce spezzata dal pianto.
Sorrido debolmente.
Prima di andarmene devo almeno confessargli ciò che provo.
- Io.. io..- balbetto con estremo dolore.
Il sangue esce dalla mia bocca, questo è un brutto segno. La mia anima se ne sta andando.
- Shh.. non dire nulla...non sforzarti.- emette piangendo.
Il mio cuore perde dei battiti. Sto morendo.
Le sue lacrime cadono dolcemente sul mio volto, ancora una volta lo sento su di me. Respiro profondamente.
- Devo..dirtelo.. io.. ti..- sussurro col poco fiato che mi è rimasto in corpo.
Lo guardo dritto negli occhi, mentre sento cedere i miei.
**Le lacrime cadono veloci dal mio viso, fino a bagnare il tessuto che mi copre. Ricordo tutto, ricordo ogni minimo particolare, forse avrei preferito non farlo. Sono ancora viva e mi trovo da sola nella stanza di Zayn. Lui dove sarà? Perché mi ha lasciata sola?
Un rumore proveniente dalla porta attira la mia attenzione, questa si apre lentamente. I miei occhi delineano il volto del ragazzo: i suoi occhi sono grandi e dolci, le sue iridi sono profondamente verdi; le sue labbra carnose nascondono un tenero sorriso compiaciuto, che delibera due adorabili fossette sulle guance del bellissimo ragazzo dai capelli ricci e mori.
Il mio corpo trema alla sua forte figura. I miei occhi si sbarrano, mentre la mia bocca rimane serrata. Indietreggio verso il muro, cercando il più possibile di allontanarlo da me. La sua ombra tocca la mia, quando entra nella stanza. Ho paura.
Le sue mani si avvicinano a me, prima di toccarmi il viso disgustato. Acciglio sofferente le sopracciglia, trattenendo le lacrime.
- Ti prego, non farmi del male, Harry.- sussurro con un filo di voce.
Il ragazzo moro si ferma, guardandomi dritto negli occhi.
- Non voglio farti del male.- mormora con sguardo penetrante.
Non gli credo, ho sentito troppe volte quelle parole, che ormai non mi fido più di nessuno.
Afferro le mie gambe portandomele al petto, quando volto il mio viso dall'altro lato. Non voglio vederlo mentre continua a toccare il mio corpo.
Il suo fiato caldo mi accarezza dolcemente il collo, facendomi venire la pelle d'oca. Tremo. Si siede sul letto accanto a me, prima che le sue lunghe dita si insinuino sotto il mio mento; mi volta il viso verso la sua direzione, lasciando così che i miei occhi si perdano nei suoi.
Sembra un altro ragazzo: è completamente diverso, il suo sguardo, il suo tocco, il suo sorriso, non sono più gli stessi; non è lo stesso ragazzo che mi ha quasi violentata, non è lo stesso ragazzo che mi ha quasi sparata, cos'è cambiato?
- Hey .. non voglio farti del male! Emily, devi fidarti di me.- dice con sguardo deciso.
Mi perdo nei suoi occhi color smeraldo; sono così profondi che mi sembra di morirci dentro. E' sincero?
- Non riesco più a fidarmi delle persone.- rispondo con voce spezzata.
Mi guarda attentamente, perdendosi anche lui nel color cielo delle mie iridi. Sta cercando di studiarmi; non ci riuscirà. I suoi occhi si muovono a destra e sinistra, mentre continua a fissarmi. Acciglio le sopracciglia.
- Cosa si nasconde dietro i tuoi occhi, Emily?- domanda spontaneamente.
Faccio un piccolo sorriso, mentre i miei occhi si trasformano in pozzi di lacrime.
- Se tu leggessi nella mia mente, saresti in lacrime.- sussurro cercando di essere forte.
Il suo sguardo scrutatore diventa improvvisamente triste, come se lui capisse tutto il mio dolore. La sua mano destra si perde nei capelli della mia nuca, quando mi avvicina a lui, stringendomi in un caloroso abbraccio. Le mie mani rimangono immobili; non ricambierò, lui non vale niente per me. Il suo viso si appoggia nell'incavatura del mio collo, riempiendomelo del tutto; le sue lacrime mi accarezzano la pelle fredda. Perché piange?
Acciglio nuovamente le sopracciglia, mentre mi mordo il labbro superiore, non voglio piangere, ma mi è davvero difficile contenermi in questo momento. Il suo abbraccio è straziante, quasi doloroso. Fallisco nel mio intendo di fare la dura, quando le mie braccia gli cingono il busto. Lo stringo forte, quasi come fosse il mio angelo custode, adesso ricordo: è stato lui a salvarmi la vita, mi ha operata, prima che io svenissi. Appoggio la mia guancia sulla sua spalla, prima di scoppiare in un pianto silenzioso.
- Mi dispiace.- dice con un filo di voce.
Mi allontano da lui, quando lo guardo dritto negli occhi. La mia mano accarezza il suo dolce viso, cacciando via quelle brutte lacrime che lo rigano.
- Dov'è lui?- chiedo tremante.
Afferra delicatamente la mia mano , facendomela scivolare giù dal suo viso, quasi come volesse scappare al mio struggente tocco. Si alza senza dire niente, non mi rivolge nemmeno lo sguardo ed esce dalla porta. Che cosa gli sarà successo?
Sospiro profondamente. Mi sono liberata di tutta la mia angoscia, anche se so che presto tornerà a distruggermi. Guardo la flebo: è quasi finita. La tolgo lentamente, poi stringo una garza attorno al piccolo buco, tenendola ferma con un cerotto trovato sopra il comodino. Provo ad alzami , ma non ci riesco; sono troppo debole. E' frustrante per me sentirmi così fragile e piccola, lo sono stata per troppo tempo, adesso vorrei farla finita.
Un rumore di passi veloci attira la mia attenzione. E' già ritornato? Perché era andato via? La porta si apre e io rimango immobilizzata alla vista del ragazzo dallo sguardo misterioso davanti a me. Tutto si ferma e scompare, rimaniamo solo io e lui, fermi nelle nostre posizioni.
I miei occhi si sbarrano riempiendosi di lacrime. E' dannatamente bello: la sua maglietta nera aderisce perfettamente sulla sua pelle ombrata; i suoi jeans chiari e strappati alle ginocchia gli danno un look un po' più strafottente; i suoi capelli sono stati alzati in un ciuffo portato all'indietro; non ha più un filo di barba.
Entra silenziosamente nella stanza, quando finalmente ci sblocchiamo dal nostro stato d'ipnosi. Il suo sguardo non mi sfiora nemmeno per un secondo, mentre io continuo a fissarlo. Vorrei tanto stringerlo, dirgli "Amore mio vieni da me e baciami.", ma rimango in silenzio, non voglio dire niente che possa rovinare tutto, magari lui non è più innamorato di me. Solo il pensiero di questo mi agita aumentando i miei battiti e facendomi riempire nuovamente gli occhi di lacrime.
Zayn si avvicina al mobile accanto alla finestra , prelevando una bottiglia di whisky, poi afferra un bicchiere di vetro e ne versa un po' al suo interno. Io rimango zitta a guardare ogni sua mossa.
- Come stai?- rompe il silenzio.
Sospiro pesantemente, mentre lui continua a darmi le spalle.
- Come sto? Non lo so...- mormoro, poi continuo: - Sto come non vorrei stare, sto come starebbe una senza ombrello nel bel mezzo del temporale.. sto male.- sussurro con mezza voce.
Zayn beve tutto di un sorso la sostanza dentro il bicchiere, poi lo riempie nuovamente. Non capisco bene il suo comportamento, ma so già che sta male, ormai lo conosco, però per cosa?
- L'alcol è veleno.- mormora mentre butta giù un altro bicchiere di whisky.
Acciglio le sopracciglia.
- Allora perché lo bevi?- chiedo stranita dalle sue parole.
Si astiene un secondo dal parlare, quando abbassa la testa verso il basso. Mi da ancora le spalle, ma posso ben capire che è affranto. Mi si spezza il cuore vederlo così.
- Perché ci sono delle cose dentro me.. che devo uccidere.- sussurra afflitto.
Ancora una volta non riesco a controllare le mie emozioni e così le mie lacrime cominciano ad uscire veloci. Mi sento tanto sensibile in questo momento, tanto fragile, come se anche un soffio di vento, adesso, basterebbe a farmi crollare.
- Hai dormito per molto tempo.. mi hai lasciato solo..- dice piano.
Il mio cuore sussulta; perché dice questo?
- Così.. ho avuto modo di pensare.. e pensare.. mi è quasi scoppiato il cervello.. ma sono arrivato ad una conclusione.- mormora straziato, poi continua: - Tu non hai paura di amare, hai solo paura di non essere amata.- dice girandosi verso di me.
Il mio sguardo al contatto col suo mi crea delle scintille dentro. Rivedo tutto quel sangue, tutte le cose brutte che mi ha fatto, tutto il potere che ha esercitato su di me. Io lo amo, ma lo odio da morire.
- Stavo bene prima che entrassi nella mia vita!- urlo presa dalla foga del momento.
- Perché io no? - mi ammutolisce, dicendo queste parole con tutta la sofferenza che ha in corpo.
Mi blocco, socchiudendo le labbra.
- Ti ho amata fino a stare male, fino ad odiare me stesso.. odiare te, odiare l'amore ed ogni sua forma... ti ho amata fino alla morte, fino a rinnegare lo stesso amore, mentire a me stesso, convincermi di non averti mai amata.. ti ho amata fino alla nausea, fino ad urlare contro chiunque parlasse di te "Non me ne frega un cazzo di lei!"... non me ne frega un cazzo.. vorrei che fosse così, ma ti ho amata fino allo schifo e lo schifo te lo porti dentro.. per sempre..- quasi urla sofferente.
Piango in silenzio, non riuscendo a dire più nulla. Le mie mani tremanti si toccano nervosamente, mentre cerco di farmi forza e affrontare il ragazzo di fronte a me. Sono paralizzata, confusa; lui mi fa quest'effetto, non importa se le parole da dire, io me li sia programmate il giorno prima, me le sia scritte in un foglio, o impresse nella mia mente, quando i miei occhi si incontrano con i suoi, tutto nella mia testa si rimescola, creando una grande macedonia e non permettendomi più di dire ciò che penso, così va a finire che gli urlo cose che non sento, che non sono vere e lo ferisco, ripetutamente. Tutto questo mi uccide.
- Sai quanto tempo ho aspettato per incontrare una persona come te? - mi domanda avvicinandosi di poco.
Alzo il viso verso la sua direzione, quando la mia anima trema. Non gli rispondo, rimango ferma a fissarlo, mentre lui fa lo stesso: il nostro amore non ha bisogno di grandi discorsi per essere capito, si serve di parole semplici e di gesti, di carezze, a volte anche di silenzi. Io lo amo di questo sono certa, ma allora perché non riesco a dirglielo?
Si avvicina a me, sedendosi nella sedia accanto al letto; restiamo ancora in silenzio, un silenzio dolce e soffocante allo stesso tempo.
Lo guardo negli occhi quando si volta verso di me: può sembrare una cosa “stupida”, ma io mi sono innamorata di lui,dei suoi occhi,della sua voce,della sua risata,delle sua tenerezza,mi sono innamorata di lui, ma in segreto, perché non ce l’ho il coraggio di dirgli che me la sento addosso la sensazione che lo amerò per tutto il resto della mia vita, però ne ho tutta la voglia, di quelle voglie che non passano mai.
- Io sono insopportabile, sono un disastro, sono talmente difficile da non capirmi, talmente forte che nemmeno io saprei come distruggermi, credi che sia facile entrare nel mio cuore? Le distruzioni sono state il mio rinnalzamento , mi distruggo e mi rialzo, ameresti un disastro? - chiede a mezzo fiato.
Per un secondo il mio sguardo sfiora il suo, poi mi giro velocemente dall'altro lato. Dovrei dirgli che lo amo? Dovrei dirgli che c'è riuscito? Che ha vinto il mio cuore, il mio amore? Che non riuscirò mai più a tenerlo lontano da me, perché ogni volta che io e lui ci dividiamo mi sento morire? Vorrei dirglielo, ma non ci riesco, non le ho mai dette certe cose e ho paura, una di quelle paure che ti mangia dall'interno, che ti soffoca e ti costringe a fare ciò che non vuoi.
- Sono innamorata di un ragazzo, ma lui non lo sa.. non se ne rende nemmeno conto... vorrei solo trovare il coraggio per gridarglielo in faccia.- mormoro spezzandogli il cuore.
Alzo il viso verso di lui: lo vedo morire dentro, perché mentre mi guarda non sa che è di lui che sto parlando, non sa che è di lui che mi sto drogando, non sa che è lui il mio vizio più grande.
- Avvolte mi comporto come un bambina, ma lo faccio perché mi fa stare bene, mi fa ricordare quei momenti quando ancora non sapevo che cosa fosse la vita. - dico riflettendo.
Mi sto lasciando andare, gli sto rivelando tutti i miei pensieri più segreti, magari in mezzo a questi uscirà anche ciò che provo per lui.
Mentre io parlo senza fermarmi un secondo, Zayn tiene gli occhi fissi sulle mie labbra , come se fossero le ultime righe di una lettera d'addio.
Continuo a parlare, senza essere interrotta da nessuno; il ragazzo dagli occhi scuri mi osserva attentamente, non fiata, non si muove, non fa nessun genere di rumore, rimane semplicemente immobile a sentire la mia storia, a sentire ciò che ho nascosto nel mio cuore per diciotto anni, dieci mesi e ventuno giorni. Questo mi piace, mi fa sentire bene, come se per la prima volta nella mia vita avessi finalmente trovato qualcuno disposto a condividere i miei dolori, disposto ad ascoltarmi per ore ed ore senza stancarsi , senza abbandonarmi mai. E' per questo che lo amo, mi accetta per quella che sono, lo accetto anche io.
- La prima volta che ti ho visto ho pensato che c’era qualcosa di te di cui avevo davvero bisogno... poi, ho capito che non era qualcosa di te, era di te che avevo bisogno.- sussurra abbassando lo sguardo verso il basso.
Faccio un piccolo sorriso. E' davvero cambiato.
- Vorrei tanto che tu mi amassi, quanto io amo te.- dice con tono dolce.
- Zayn...- mi blocco.
Per l'ennesima volta qualcosa mi impedisce di dirgli ciò che sento. Sono stata ferita troppe volte, ho paura di soffrire ancora, ho paura che un giorno io possa svegliarmi e ritrovarmi accanto un uomo che non conosco, perché lui è così, è dannatamente imprevedibile e questo mi spaventa da morire.
- Tranquilla.. va bene così..- risponde guardandomi.
Amo quando i suoi occhi si incontravano con i miei.
- Ti ho trattata male,ma nello stesso tempo ti ho permesso di distruggermi la vita..- mormora alzandosi dalla sedia.
Mi da le spalle, mentre io rifletto sulle parole che ha appena detto. Non posso crederci che gli sto facendo questo, non posso crederci che lui mi ritiene la distruzione della sua vita, tutto questo mi ferisce di buon grado.
- Come fai a non capire che siamo fatti l’uno per l’altro? Come non ti accorgi che siamo uguali e che le nostre anime sono legate?!?- urla incazzato.
E' furioso con me , con se stesso, lo posso capire dal suo tono di voce e quando si gira verso di me, rivedo quel fuoco nei suoi occhi che ormai da tempo era sparito. Le sue mani si stringono in pugni, le sue spalle si irrigidiscono insieme alla mascella. Ha perso il controllo, di nuovo.
Rimango in silenzio, mentre le lacrime mi rigano il viso; per quanto voglia ricordarmi tutto il male che mi ha fatto, tutto il dolore che mi ha procurato, la mia testa elabora soltanto i bei ricordi che ho di lui, non riesco ad odiarlo, non più e nonostante lui adesso mi stia gridando contro, nonostante la vena sul suo collo si sia ingrossata e i suoi occhi si siano tinti di un terribile marrone scuro, non posso fare a meno di amarlo, di pensare che è soltanto un brutto momento e che poi tornerà come prima, perché lui è cambiato, lui è diverso, lui..lui è sempre lo stesso.
- Che cos'è stato, Zayn?- chiedo spaventata e sconvolta allo stesso tempo.
Il ragazzo di fronte a me si blocca. Smette di fiatare, di gridare.
Ho sentito un urlo, una voce femminile provenire dal piano di sotto; non posso crederci, ha ricominciato a fare ciò che ha sempre fatto a me. Continua ad essere un mostro, ad essere insensibile, non posso accettare anche questo, non posso fingere che non stia succedendo niente, perché lui sta facendo del male a persone innocenti, perché lui continua ad essere quello di un tempo, continua ad essere lo squartatore, il mostro del mio passato. Non posso amarlo.
Risento per l'ennesima volta quell'urlo. Tutto questo mi terrorizza.
- Zayn chi cazzo è?!?- grido con foga.
Vorrei alzarmi dal letto, ma non ci riesco, devo ancora abituarmi a riutilizzare i miei arti inferiori.
- Non è come pensi tu!- si difende.
Acciglio le sopracciglia.
- Non è come penso io? Quindi tu e il tuo nuovo amichetto non state torturando nessuno? Dov'è Louis.. che cosa ne hai fatto di lui?- chiedo esitante.
Per quanto possa odiare il ragazzo dagli occhi azzurri non vorrei mai vederlo morto, è sempre una persona, un umano, anche se mi ha dimostrato tutt'altro.
- Perché cazzo ti preoccupi di lui!?!? Ti ha quasi uccisa! Maledizione! Si merita tutto quello che sta passando!- urla infuriato.
Mi blocco. Ho capito, ho capito tutto e solo che non voglio crederci.
- Dimmi che quella non è sua moglie..- mormoro trattenendo le lacrime.
Rimane in silenzio, mentre il suo sguardo sfugge al mio.
- Zayn... guardami negli occhi e dimmi che non è sua moglie...- sussurro con un filo di voce.
Lui rimane fermo nella sua posizione, mentre le lacrime scendono a grosse gocce dal mio viso. Dischiudo le labbra, quando sbuffo sofferente.
- Non posso crederci.. ha dei bambini... che cosa centrano loro, Zayn? Hai levato a dei poveri bambini il diritto di avere una madre! - dico piangendo.
Le sue mani si stringono.
- Tu non c'eri, okay? Tu non sai niente. Tu non capisci...- dice nervosamente.
- Non capisco? So solo che adesso ci sono due bambini là fuori che piangono perché vogliono la loro mamma.. e lei non c'è perché tu.. l'hai rapita.- emetto queste parole con rabbia e frustrazione.
Comincia a fare avanti e indietro per la stanza. Ha paura di perdermi, ha paura che dopo questa storia non avrà più nessuna possibilità con me. Forse è vero.
- Tu non c'eri.. non sai cosa ho dovuto passare.. che cosa significava per me vederti distesa in un letto priva di sensi! Dovevo far provare a lui tutto ciò che lui ha fatto provare a me! Devi capirmi! Emily.. ti prego..- piange avvicinandosi a me e catturando il mio volto fra le sue mani.
Non lo guardo negli occhi, perché so già che non riuscirei a sostenere il suo sguardo sofferente. Preferisco riflettere, pensare a cosa sia giusto da fare, io lo amo, ma sono davvero disposta a fare questa vita? Sono davvero disposta a correre il rischio di morire per lui?
- Zayn? E' meglio che scendi.. devo dirti una cosa.- ci interrompe Harry entrando.
- Si, arrivo.- sussurra il ragazzo accanto a me.
Mi da un piccolo bacio sulla fronte, poi va via, lasciandomi sola con i miei pensieri e i miei pensieri mi stanno mangiando viva.
Mi sdraio comodamente sul letto, mentre il sonno prende vita nel mio corpo. Mi abbandono ad esso e mi addormento.------------------------------
Mi dispiace non aver potuto aggiornare ieri, ma eccomi qui! Enjoy yourselves :*
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Insane
ФанфикAVVISO: è una storia a bollino rosso, più violenta di Dark, perciò sconsiglio vivamente di leggere qualora vi impressionate o altro. E' una FF dedicata agli One Direction, il personaggio principale, ovvero Emily Carteny ha l'aspetto di Miley Cyrus. ...