Capitolo 1

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Faceva particolarmente freddo quella sera, fortuna avevi messo la felpa sopra la camicia.
Guardasti l'uomo affianco a te con la coda dell'occhio
osservava il tuo culo, nascosto dagli short, box e calze a rete.
Non che le calze a rete coprano qualcosa.
Lo guardasti torvo, ti ignorò in modo palese.
Spero tu traffichi anche organi,
te ne serviranno un paio di nuovi di questo passo

Afferrò le tue spalle con una presa sicura, bussando e poi aprendo una porta posizionata in una strana via.
Priva di illuminazione, vicino un bar con dei coglioni a bere manco la loro amate li avesse lasciati.
Con qualche malfamato a girare con il cappuccio alzato.
Non molto strana per te, che di vie simili ne avevi viste anche troppe.
Il tuo accompagnatore,
non ché persona che spesso ti forniva qualche bel giocattolino,
apri la porta di fronte a te.

La luce che mostrò alla gente all'interno di quello che capivi essere un vecchio pub era calda, un po' come le luci che trovi per le lampade normali per casa, gialla ma fiocca.
Il trafficante entrò prima di te,
presentandoti e facendo anche un po' riferimento alla sua bravura nel essere riuscito a trovarti.
Infatti, a tutti gli effetti lui non ti aveva mai realmente visto e le persone che lavoravano per lui che ti portavano quella merce che ordinavi erano sempre state fatte incontrare con te in posti diversi, città diverse...
...come ogni cattivo come si deve di ogni storia nessuno doveva poter rintracciarti, nessuno poteva sapere dove stavi,
con chi e quando.

I tuoi occhi si posarono tranquilli, con le palpebre pendenti, su quello che ti guardava più storto.
Portava una mano azzurrastra in viso, il colore era il medesimo dei capelli;
gli occhi erano gli stessi che vedi in un serial killer.
"Lei." sputò rauco, aspro,
disprezzante dalle labbra, guardandoti. "e chi altri se no?" disse il tuo accompagnatore stringendoti leggermente a se con il braccio.
Ammazzati

"E chi sarebbe?" "Sono Anonym." i suoi occhi, come quelli dei presenti, presero ad ardere.
Che bottino che stavano per acquisire...lo capirono subito.
"Ma potete chiamarmi Nym." ficcasti le mani nelle tasche, lasciando il tuo sguardo vagare.
Lo lasciasti cominciare a presentarsi, parlare.
Che merda
Nessuno attraente,
solo persone molto particolari.
Tipo...
...un kebab bruciato?
Infatti una delle prime cose, anzi persone,
che attrassero il tuo sguardo era un uomo sulla ventina.
Vestito di scuro con la sola maglietta bianca a risaltare le clavicole ed il collo,
alla sua pelle chiara era attaccata altra, bruciata,
letteralmente carbonizzata,
in malo modo con spilli era collegata con la parte sana.
Ok, tu avevi fatto un sacco di pearcing da sola su te stessa ma lui...
Quasi potevi sentire il dolce che probabilmente quella pelle, pronta per sanguinare la probabile millesima volta, doveva provocargli.
Ma i suoi occhi,
di un colore così raro e bello,
non esprimevano alcun dolore.

Pochi secondi dopo però, perdesti interesse e lasciasti che la tua attenzione cadesse pesantemente,
di nuovo,
sull'azzurro.
Lo avevi ignorato, ma ti aveva detto un paio di cosette che in futuro ti sarebbero magati servite.
Ok, come sempre
non me ne fotte...
Una ragazza entrò da una porta secondaria, cominciando ad esultare alla tua vista.
Guardasti un attimo i capelli raccolti in modo disordinato dei suoi chignon, steavagante ma ti piaceva.
"Finalmente un altra ragazza!" asultò quasi con esasperazione, afferrando il tuo braccio e comtiniando a saltellare esultando ancora.

"Sei dentro allora." Finí di parlare l'azzurro guardandoti con i suoi occhi carmini come avesse ricevuto il regalo di compleanno che aspettava da tutta la sua vita.
Era un bambinone.
Si vedeva subito.
"Avete dove stare Nym?" domandò la nuvola scura delineata solo dai vestiti, la quale non avevi nemmeno degnato di un misero sguardo da quando eri entrata, osservando più che altro il complesso del vecchio bar.
Annuisti lentamente, avendo avuto modo di trovare rifugio in un vecchio condominio,
non lontano da lì; era disabitato da parecchio tempo e non nelle migliori condizioni ma era fattibile come posto dove vivere.
"Se è troppo lontano di sopra ci sono alcune camere dove alloggiare, nel caso lei voglia." ti informò ancora la nuvoletta.
Accennasti un sorriso di circostanza, giusto per ringraziare e far capire che avevi sentito.

"Sono sicuro Nym voglia proprio riposare ora, perché non rimani cara?" disse l'uomo che ti aveva accompagnato, spingendoti un po' di più verso di loro; lo uccidesti con lo sguardo ma si dileguò subito lasciandoti lì.
Gliel'avresti fatta pagare.
Anche molto sadicamente, come piaceva a te.
"Toga, mostrale dove può stare." la ragazza saltellò annuendo felicemente, obbligandoti ad abbassarti un po' visto che non eri per niente della sua bassezza.

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