In realtà,
tu per Shiggy
-si avevi cominciato a chiamarlo così-
eri una marionetta
con cui mettere in cattiva luce gli eroi.
Ti lasciava scorrazzare dove ti pareva per la città facendo fare figure di merda agli eroi,
oppure andavi con Toga...
...non servono spiegazioni per quelle uscite.
A tutti gli effetti,
l'inizio del piano dell'azzurrino comprendeva questa tua 'specialità' nel far iniziare risse tra eroi oppure e semplici persone.
Oppure sia eroi che civili.Ma,
ovviamente,
c'era una parte di piano che non ti andava affatto a genio:
la persistente presenza di Dabi.
Quel toast bruciato.
Gli piaceva stuzzicarti
e farti notare i tuoi errori,
le tue pecche.
Solitamente non eri particolarmente attenta a come agiva,
se ti parlava
o ti toccava.
Ma quel giorno ti mostrò tutt'altro lato di se.Era notte inoltrata e avevate entrambi accordato di rimanere per un po' in un gay club,
dove ti piaceva rimanere a scolarti qualche shottino più del dovuto nelle sere più...
...incalzanti.
Mancava poco per essere definitivamente sbronza,
Dabi sedeva affianco a finire la sua birra mentre tu parlavi col barista di come risolvere certi problemi.
"Credo sia ora di andare nuvoletta." pronunciò tranquillo rigirandosi tra i polpastrelli una tua ciocca di capelli cc il ragazzo.
Ti dava fastidio il fatto che ti chiamasse in questo modo,
molto fastidio,
ma eri praticamente andata in quel momento.
"Beh" esordisti con tono di voce alto per farti sentire,
però risultasti più cogliona
che altro.
"Credo sia ora di lasciarti signor barrista" sbiascicasti alzandoti e barcollando,
Dabi ti afferrò prima che cadessi rovinosamente.
"Non mi toccare" sibillasti.
Il punto era,
che Dabi,
non aveva alcuna intenzione di toccarti.
Che fosse per problemi suoi non lo sapevi,
ma dopo pochi secondi,
in cui gli stavi appiccicata come una ostrica,
per non cadere,
cominciasti a rendertene conto.La sua mano ti stringeva il minimo indispensabile per assicurarsi che tu non crollasti a terra,
alcuni polpastrelli esitavano anche solo a sfiorare la tua pelle;
i suoi occhi freddi pareva stessero rivedendo un ricordo passato.
Usciste dal locale.
Imbambolata a guardarlo incampasti sui tuoi stessi piedi finendo per perdere l'equilibrio.
Il ragazzo non riuscì ad afferrarti in tempo infatti atterrasti con le ginocchia,
ma Dabi ti teneva per la maglia,
aveva così ammorbidito la tua orribile caduta.
"Bere di meno?" "Farsi più volte una doccia?" ribattesti acida
guardandolo afferrarti meglio
ed alzarti.
Finisti inesorabilmente contro di lui,
senza aver equilibrio,
ti trovasti con il naso a sfiorare il suo pomo d'adamo e,
con il cervello annegante nell'alcol,
passasti la lingua sulla sua pelle.Ti afferrò le spalle e ti allontanò.
Scosse leggermente la testa,
lasciandoti capire che non voleva.Eppure era lui che aveva cominciato con quello sguardo predatore.
Confusa,
abbassasti lo sguardo alle sue mani,
che con delicatezza sfiorarono la pelle delle tue braccia scivolando via, lungo i suoi fianchi.
Perché...?
Alzasti gli occhi sui suoi,
nella ricerca di una risposta.
Ma trovasti soltanto una landa di neve
in cui un essere camminava alla ricerca di un semplice rifugio
e la tempesta che si abbatteva su di lui."Scusami." pronunciasti abbassando lo sguardo.
Ti sentivi in colpa.
L'alcol aveva l'incredibile effetto di accentuare il senso di colpevolezza in te.
Anzi,
di stimolare un senso di colpevolezza per la prima
ed ultima
volta.
"Tranquilla, non sei la prima" ridacchiò,
ma non pareva tanto divertito.
Guardava uno dei bar
pieno zeppo di uomini bevuti
pronti a scoparsi la troia di turno perché la moglie non soddisfaceva.
"non sarò nemmeno l'ultima, no?" il corvino abbassò lo sguardo su di te,
ficcando le mani nelle tasche del cappotto.
"E chi lo sa? Magari non c'è mai stata una prima in realtà."

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Buring Smell
Fanfiction"Pessima scelta topilino." avanzò mettendoti a spale al muro. Alzasti leggermente il viso, guardandolo superiore, anche se al momento eri la vinta, non la vincitrice. Eri quel tipo di persona che non si faceva mettere i piedi in testa, soprattutto...