Capitolo 8

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Ti sedesti lasciando le gambe penzolare.
"Waaaa che bel giocattolino che hai Nym-chan!" esclamò toga guardando il coltellino che ti rigigavi tra le dita,
giocando a chiuderlo e aprirlo.
Una tua solita abitudine.
"Già, piace anche a me. È nuovo." dicesti,
la ragazza passò il dito sulla lama, sorridendo.
"Non dovresti giocare in quel modo, finirai per tagliarti le dita!...a chi frega, giocaci pure, tanto la mano è tua!" esclamò Twice.
"Tornassi a impegnare le mie mani in altro modo c'è il rischio che faccia bagnare Dabi." il corvino ti guardò poco compiaciuto.
Sicuro ti aveva preso sul serio,
avevi una faccia così tranquilla.
Come sempre,
dopo tutto.
"Hihihi! Che pervertita, blea!" ghignasti leggernente.
"Quindi ho il permesso di andare?"
"Il gioco comincia per tutti, non solo per te." roteasti gli occhi e ti lasciasti cadere.

°°°°

Spostasti i capelli dagli occhi,
scoccando un occhiata al ragazzino che avevate vatturato.
Odorava di nitroglicetina,
anzi di zucchero bruciato?
Comunque un odore tale che ti era venuta fame.
"Kurogiri mi teletrasporti nella solita via?" domandasti piano "Non resta signorina?" ti domano il warp gate vagante;
scuotesti la testa.
"Va bene." creò un portale in cui passasti tranquillamente,
trovandoti poco dopo in una delle strettoie che usavi spesso per muoverti più velocemente nella città.
Alzasti il cappuccio della felpa e uscisti,
mischiandoti tra la folla.
Nonostante sarebbe anche stato magari interessante rimanere a vedere come si sarebbe evoluta la situazione non eri molto in voga di ascoltare le moralistiche parole di Shigaraki che avrebbero dovuto convincere Bakugo Katsuki a stare dalla parte dei Villians.

In più,
quel ragazzo nonostante avesse un terribile carattere si vedeva che era determinato ad essere qualcuno di migliore.
Si vedeva nei suoi occhi rossi che era sicuro della sua scelta.
Credeva nei suoi ideali come tu credevi nei tuoi.
Prendesti dalla tasca una sigaretta ed un accendino...
"Kacchan potrà picchiarmi quanto vuole dopo, ma lui è....era il mio migliore amico d'infanzia e ci tengo a lui, non ho intenzione di lasciarlo lì con quelli." sentisti dire ad un tizio poco distante,
lui e il suo gruppo camminavano di fronte a te.
Nascondesti via l'accendino e ti avvicinasti
"Scusatemi" li chiamasti, il ragazzo più alto
-che sembrava un ipotetico barista-
e quello che aveva detto la frase sobbalzarono leggermente.
Un ragazzo dai capelli rossi ti sorrise con circostanza.
"Non è che avreste..." indicasti la sigaretta tra le tue labbra.
Incredibile, dei ragazzi del primo corso della UA che si erano 'travestiti' ti stavano di fronte.
"Mi dispiace, no." ti rispose il rosso scuotendo la testa.
"Va beh, provo da qualcun'altro, grazie comunque."

Ti spostasti lasciandoli andare, afferrasti dalla tasca il telefono e procedesti verso la strada inversa alla loro.
Che coglione, e tu che avevi pure detto 'come se quei ragazzi te lo lasceranno fare Shigaraki.' intanto che l'azzurro vi spiegava il suo malefico piano,
giorni prima.
Avevi ragione.
Cazzo se avevi ragione.
Non risponde accendesti la sigaretta tra le tue labbra entrando in un vicolo.
Con agilità saltasti da un muro all'altro salendo fino al tetto e,
aguzzando la vista,
tentasti di vedere se ci fosse qualcosa di insolito
tipo più pattuglie di polizia
o più eroi
scorazzanti per la parte di Tokyo che ti interessava.
Ma la città era 'calma' come sempre, non pareva esservi problema.
Tentasti,
in vano,
di richiamare il capo della LoV,
poi sospirasti e buttasti con forza il telefono a terra,
lo scianto dopo quei 5 piani forse fu già abbastanza,
ma per essere sicuri saltasti giù anche tu, atterrando sullo schermo del telefono,
distrutto.
Alzasti gli occhi sulla coppietta pomiciante che ti fissava sbalordita, appostatasti pochi minuti prima lì.
Ti mettesti dritta e piegasti di lato la testa.

"U-un villain?!" urlò la ragazza;
accennasti un tranquillo sorriso lasciando il fumo uscire dalla tua bocca.
Camminasti lentamente verso entrambi,
parevano ghiacciati nel vederti.
"Non vi ho ancora nemmeno toccato" prendesti un respiro e poggiasti alla nuca del ragazzo la pistola,
te la portavi spesso con te,
era abitudine.
Per questo avevi dei pantaloni con tante tasche.
"Rilassati, sarò veloce per te." passasti la mano libera sulla sua spalla per poi arrivare ad accarezzare la guancia della ragazza.
Schiacciasti il grilletto.
Il corpo  si accasciò contro quello della ragazza.
Guardasti divertita la sua espressione traumatizzata.
"Bella camicia, peccato sia diventata rossa." le sorridesti.

In uno scatto ti schiaffeggiò con forza la tua pistola,
allontanandola di qualche metro.
Premio per il coraggio.
"Non toccarmi..." la afferrasti per il collo,
alzandola in aria con facilità.
"con quelle luride..." la guardasti tranquillamente, nel suo tentativo di sfuggire;
"...e sporche mani"

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