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Capitolo 6

Conversazioni private







La prima settimana di lavoro era andata abbastanza bene. Fortunatamente Taehyung non aveva avuto molte scene con Jimin.

Hobi gli aveva preparato i suoi costumi e aveva aggiustato il suo look, dopo che la truccatrice aveva fatto il suo lavoro. Il suo abbigliamento era davvero ben fatto, dovette ammettere. Il suo costume era terrificante al punto giusto.

Taehyung aveva velocemente imparato a memoria i dialoghi che gli servivano e aveva cominciato a recitare sotto la direzione del giovane Kim Namjoon, il registra emergente che lavorava alla serie. Non tutte le puntate sarebbero state dirette da lui, ma Yoongi tempo prima gli aveva detto che almeno le più importanti lo sarebbero state.

La sceneggiatura del primo episodio era pronta e con le dovute correzioni, ed era una gran quantità di materiale da ricordare, ma Taehyung era diventato un professionista. In generale, comunque, non aveva mai avuto problemi a ricordare le battute dopo averle lette solo un paio di volte.

Il primo episodio fungeva in qualche modo da prologo e da presentazione dei personaggi. La sua prova attoriale era stata buona, anche se non soddisfacente come avrebbe voluto: Taehyung si sentiva a disagio sul set, anche se Jimin non c'era.

Aveva paura che una volta incontratisi di nuovo non avrebbe potuto evitare domande. Hobi non aveva chiesto nulla, ma il suo sguardo era quello di chi giudicava silenziosamente e Taehyung lo odiava.

Comunque, alla fine della settimana, Namjoon – che aveva imparato ad apprezzare per la decisione che dimostrava sul set – gli aveva consegnato una piccola busta, con un invito scritto elegantemente su carta da lettere.

«Una festa? Perché?»

L'altro aveva alzato le spalle «I produttori vogliono far conoscere gli attori e la troupe a tutti, pubblicisti e finanziatori compresi. Sei obbligato a venire»

«Eh?»

«Sei il protagonista. Vorranno tutti parlare con te: sei il volto della serie e il motivo principale per cui le persone guarderanno le puntate ... oltre a chi è appassionato del libro. Metti qualcosa di elegante» si grattò la testa «Dovrò rispolverare il mio smoking»

Taehyung fece un leggero sorriso e si strinse nelle spalle, costrette ancora dentro il terrificante costume di scena «Non sembri il tipo che va alle feste eleganti» disse, senza malizia. Del resto Namjoon girava per il set in tuta e ciabatte e la bandana tra i capelli e con l'espressione di chi non voleva sentire inutili piagnistei.

Taehyung aveva scoperto che gli piaceva lavorare con lui: era pragmatico ed efficiente, oltre che molto creativo. Non gli era mai capitato di lavorare con qualcuno così giovane al comando, e Taehyung si ripromise di cercare gli altri lavori di Namjoon per avere un criterio con cui valutare il suo lavoro. Fino ad ora, comunque, era andato tutto liscio.

Chissà perché, a Taehyung ricordava un'altra persona, con quel suo modo di fare silenziosamente assertivo e a tratti terrificante. Aveva visto solamente Yoongi aggirarsi intorno a Namjoon senza subire un minimo di soggezione ... forse se ci fosse stato Jimin, nemmeno lui sarebbe stato intimorito.

Quel genere di personalità era quella con cui Taehyung andava più d'accordo. Era freddamente distaccato e professionale ma non si risparmiava in complimenti o critiche, che vista la persona da cui provenivano, acquisivano più verità. Taehyung preferiva il metodo di Namjoon a chi lo strofinava di pelo e contro pelo per lisciare il suo ego.

E poi ... quale ego? Taehyung non ne aveva uno.

Aveva la sensazione di piacere a Namjoon. Non si era comportato diversamente con lui rispetto a come si comportava con altri, ma percepiva del rispetto. Anche lui ne provava per lui, perciò si aspettava una collaborazione proficua.

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