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Capitolo 24

Le risorse umane


L'aria era freddissima, mentre l'inverno si avvicinava sempre di più. Sull'erba verde del prato, la brina aveva lasciato un alone bianco che sembrava neve ma era solo ghiaccio. Taehyung strinse le mani nelle tasche strofinandosele un po' contro il corpo e stringendo lo scaldamani in gel che si portava dietro. Le dita si erano intirizzite quando aveva svuotato il vaso e cambiato i fiori.

Jungkook aveva tenuto un grosso mazzo di ortensie viola in mano mentre camminavano lungo la piccola via, e aveva guardato Taehyung prendere il vaso dalla vecchia lapide, ripulire l'acqua sporca e sistemare i fiori.

Taehyung adesso stava fermo, mentre vedeva Jungkook passare un panno sul marmo scuro e sopra la foto di sua madre protetta dal vetro. L'immagine era vecchia, ed era un po' sbiadita per colpa del sole, ma la signora Jeon era ancora attraente e dolce in quella foto, scattata molto prima che la sua depressione prendesse il sopravvento. Taehyung non la ricordava così, la ricordava invece con i capelli sporchi e in disordine, quando dal divano lo ascoltava parlarle e raccontare storie inventate su come stava bene a scuola e su quanto fosse amico con Jungkook.

Le uniche piccole gioie dei suoi anni di vita erano state una menzogna ma Taehyung non si pentiva di aver mentito. Aveva provato a fare la sua piccola parte, ma era solo un piccolo ragazzino che provava a tappare la falla di una diga che cedeva con la sua piccola mano. Spera che, in qualsiasi luogo fosse, la sua seconda madre lo avesse perdonato.

Jungkook passò amorevolmente la mano sulla sua foto, pulendola dai residui di brina che si erano cristallizzati sopra. Rimase per un poco in ginocchio, davanti alla tomba, osservando la foto di sua madre e Taehyung non poté fare altro che fare un passo in avanti e mettergli una mano sulla spalla.

«Credi che avrebbe approvato?» chiese, a bassa voce, Jungkook «O credi che ci avrebbe detestati?»

«No. Penso che sarebbe stata felice. Forse non se lo sarebbe aspettato, ma ci amava. Sono sicuro che se fosse viva, sarebbe felice per noi, Kookie»

L'altro si alzò in piedi, tenendo ancora bassa la testa «Se fosse viva, molte cose sarebbero diverse» disse.

Taehyung aveva dei dubbi su questo. Forse le cose sarebbero andate diversamente tra loro, ma sarebbero stati allo stesso punto. Non era la madre di Jungkook il problema. Non era mai stata un ostacolo. Voltò la testa e osservò la tomba di fianco a quella della bella donna che avevano davanti. Il marmo era sporco, l'immagine piena di umidità non si vedeva. Le erbacce ci erano cresciute sopra e non c'era nemmeno il vaso per mettere i fiori. Erano anni che nessuno metteva nemmeno un fiore sulla tomba del signor Jeon.

Jungkook non l'avrebbe fatto, e lui era l'unico che rimaneva.

Anche l'altro voltò la testa per guardare la tomba, ma strinse la mascella.

«Quando è morto tuo padre, Kookie?» chiese Taehyung, che nemmeno sapeva della presenza di quella tomba lì. Non aveva avuto nemmeno una notizia della morte di quell'uomo.

Era morto e Taehyung l'aveva scoperto solo leggendo il nome sulla tomba- a malapena visibile nella lapide trascurata.

«Tre anni fa» disse Jungkook continuando a fissare la tomba del padre «Troppo tardi, per quello che mi riguarda»

«Come?»

«Un ictus» disse l'altro, con voce glaciale «è rimasto paralizzato su un letto per qualche mese e poi ha avuto un deficit respiratorio che l'ha fatto soffocare da solo, nel suo letto»

«O mio dio ...» Taehyung si raggelò, ma non per il freddo.

«Se n'è andato troppo facilmente. Avrebbe dovuto soffrire di più»

DARKER//kookvDove le storie prendono vita. Scoprilo ora