Capitolo 30
Il peccato
Jungkook uscì dalla sua aula universitaria, tenendo in mano lo zaino del suo pc e fu pronto ad andarsene. La lezione era stato uno strazio ma doveva seguire obbligatoriamente e poco importava che i suoi esami in un modo o nell'altro fossero truccati. In fin dei conti era già molto più avanti di tutti i suoi compagni di corso.
Probabilmente se avesse avuto il tempo di studiare, gli esami gli sarebbero andati comunque bene ma a malapena aveva il tempo di presentarsi il giorno dell'esame, con il suo lavoro all'azienda. Aveva fatto più esperienza nel capo dell'economia in quei pochi mesi dopo scuola e prima di iscriversi a all'università di molti stagisti dell'ultimo anno.
Suo padre credeva nell'educazione pratica, anche se riteneva opportuno avere un pezzo di carta da sventolare, oltre alla possibilità per lui di fare conoscenza con altri giovani ereditieri.
All'azienda, comunque, non subiva affatto la condizione di "figlio del capo". Aveva cominciato con il portare i caffè e farsi sgridare da suo padre per ogni minima cosa. Sapeva di venire anche compatito da altri lavoratori in azienda, addirittura. Ora che era più grande, subiva meno angherie, e il suo lavoro era più attivo ma rimaneva comunque il fatto che stesse a contatto con suo padre continuamente.
E lo odiava.
Dio, come lo odiava.
«Kookie?» si fermò nel corridoio. Era difficile non riconoscere la sua voce, e comunque, solo Taehyung lo chiamava così. Jungkook si voltò per vedere la sua figura sottile in fondo al corridoio. Portava un soprabito dal taglio dritto. Aveva i capelli più corti dell'ultima volta che l'aveva visto, erano liscissimi e lucidi sulla sua testa.
Jungkook deglutì a fatica, guardandolo. Non c'era più nessuno nel corridoio. I suoi colleghi erano prevedibilmente andati tutti alla lezione successiva ma lui rimaneva piantato lì.
Taehyung fece qualche passo verso di lui, tenendo una mano sul muro, e avvicinandosi come se avesse paura di spaventare un cane arrabbiato. «Kookie ... ti stavo cercando»
«Evidentemente» disse lui, con freddezza e Taehyung si fermò a qualche metro da lui. Jungkook si morse l'interno del labbro e guardò a terra. Cristo, era possibile che non sapesse proprio parlare, quando aveva paura?
«Possiamo ... possiamo parlare?» chiese l'altro, innocentemente.
«Come hai fatto ad entrare? Il campus non fa entrare visitatori»
Taehyung non rispose ma tenne le labbra strette in una linea. Forse era entrato di nascosto. Se Jungkook avesse informato chi di dovere, l'avrebbero fatto uscire immediatamente. Fece un passo indietro e provò ad andarsene «Va' via»
«Kookie ...» lo sentì avvicinarsi e prendergli un polso. Si fermò di nuovo, con l'istinto di spingerlo via, ma ogni fibra del suo corpo si ribellava completamente all'idea di fare male a Taehyung fisicamente, perciò rimase immobile, accrescendo soltanto l'angoscia dell'altro. «Kookie, per favore. Fai sempre così...»
«Così cosa?»
«Scappi. Vai via» disse lui, stringendo la mano «Ogni volta che non stai bene ... ti nascondi»
«Sto benissimo» sottrasse il suo polso dalla stretta di Taehyung ma senza strattonarlo. L'altro ragazzo si portò le mani al petto, come se sentisse di aver sbagliato qualcosa. Non era colpa sua. Era colpa di Jungkook e della sua stupidità. «Per favore, vai via. Se ti scoprono senza un permesso per stare qui, potresti avere problemi»
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DARKER//kookv
Fanfiction"Due cuori, la stessa cicatrice" [COMPLETA] +++ Taehyung è un attore che dopo tanto tempo torna in corea per girare in una grande produzione tratta da un famosissimo romanzo. Jungkook è un uomo d'affari con la segreta passione per la scrittura. Ma...