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"dimmi."
Ho risposto semplicemente io, lui si è alzato e si è messo seduto.

È iniziato un lungo silenzio, parlavano solo i nostri occhi.
Però questi non erano controllati da noi, io non sapevo cosa stessero dicendo tra di loro, ma sapevo che stavano conversando.

Lui poi ha distolto lo sguardo, l'ha portato sulle nostre mani, io che tenevo la sua e non l'avevo staccata sin dall'inizio.

Avevo capito la situazione, mi ero avvicinato troppo, non avrei dovuto fare nulla, inoltre ci conoscevamo da pochissimo.
Così ho levato la mia delicatamente.

"Perché l'hai tolta?"
Ha domandato il più piccolo senza guardarmi, ma tenendo lo sguardo sulla sua mano.

In poco tempo si è seduto sul lato del letto, io ero in ginocchio per terra, mi ha preso la mano che tenevo appoggiata normalmente, e l'ha presa con la sua.

Entrambi eravamo nuovamente muti, nessuno diceva nulla.

Non sapevo che ora fosse, sapevo che pensavo si trattasse tutto di un sogno, ma erano emozioni vere quelle che stavo provando.
Non saprei nemmeno dire che emozioni, sentivo il mio cuore battere forte, come se volesse uscire fuori dal mio petto.

Ho sorriso.
Ho rotto tutta la situazione creata con un sorriso.
Ho distrutto tutto.
Ho sbagliato di nuovo.

Ho tolto lo sguardo da tutto e ho abbassato la testa per guardare le piastrelle rovinate e ho leggermente distaccato la mia mano dalla sua.

"Mi piace quando sorridi, perché non me lo fai vedere ancora?"

Jeongguk era in grado di farmi provare sensazioni che non avevo mai provato.
Ho alzato leggermente il viso per vederlo.

Ha sorriso anche lui a sua volta e così l'ho fatto pure io.
Le nostre mani in quel momento, loro parlavano, magari del più e del meno, non lo potevamo sapere, erano in un loro mondo.

Mi sono alzato da terra e mi sono seduto affianco a lui.

"Come stai ora?"
Gli ho chiesto, ero seriamente preoccupato dopo averlo trovato in quella situazione.

"Sto bene, grazie a te, ora sono felice."
Non ho potuto fare altro che arrossire e sorridere alla sua risposta.

"Non pensavo di riuscire a far stare bene qualcuno."
Ho detto io, che nel frattempo avevo abbassato la testa dopo la frase detta dal minore, poco prima.

Dopo aver parlato, lui mi ha spostato il viso, portandolo verso se stesso.

"Taehyung, non ti conosco da tanto, ma ti prego di credere di più in te. Taehyung tu mi hai fatto stare molto più di bene, sei in grado di regalarmi la felicità assoluta, sei l'unica persona con cui mi sento così."

Ho sentito le lacrime scendermi lentamente sulle guance.
Ho sentito anche, la sua mano accarezzarmi il viso e sorridermi.

"Grazie Jungkook, grazie di essere qua in questo momento."
Ho affermato io, senza aver smesso di piangere.

In quei due anni, non avevo mai avuto nessuno come lui, lì al carcere, anzi in tutta la mia vita, non ho mai conosciuto nessuno come lui.

"Non piangere, ci sono io adesso qua con te."
Mi ha detto.

"Non ti abbandonerò sappilo."
Ha continuato.

Eravamo ancora là.
I nostri occhi che erano nel bel mezzo di una chiacchiera e noi immobili.

SONO ORGOGLIOSA DI QUESTO CAPITOLO, SCUSATEMI L'ORARIO.

𝘗𝘳𝘪𝘴𝘰𝘯 𝘢𝘯𝘥 𝘭𝘰𝘷𝘦 | 𝐤𝐨𝐨𝐤𝐯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora