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Il mio nome è Kim Taehyung.
Da più di due anni sono in questo luogo e devo ammettere che mi dispiacerebbe lasciarlo, tra 6 anni verrò cacciato fuori da qui.
Sono nella cella 428 dal primo giorno in cui sono arrivato, e non ho mai avuto un compagno.
Penserete sia una cosa triste, infondo lo è, ma io sto bene così o almeno penso.

Non ho molti amici, non parlo quasi con nessuno se non in casi eccezionali, tra cui la mensa e le 17.
In mensa c'è un ragazzo che mi sta appiccicato.
Sinceramente mi piace quel ragazzo, mi fa un po'di compagnia e almeno ai pasti non sono solo.
Ha detto di chiamarsi Park Jimin, è poco più basso di me ma più grande.
Lo trovo un po' strano, anche perché sarà uscito e rientrato da lì almeno una ventina di volte in un mese.
Non si sapeva perché anche lui fosse in prigione.
Non lo sapeva nemmeno lui.
Ma era sempre allegro e questo mi piaceva.
Io sono del gruppo A e lui di quello B, le nostre celle sono molto lontane una dall'altra, dunque l'unico momento in cui ci incontriamo è quello e le piccole pause in cortile.

C'era sempre qualcosa di nuovo lì in prigione. Mi divertivo, per un motivo o per l'altro. Un giorno assistevo alla rissa tra un grissino e una polpetta, l'altro invece il tipo strano della cella 260 alzava la gonna alla povera donna delle pulizie. In fondo era divertente no?

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11.40/12|06|18
A minuti saremmo andati a pranzare, non ce la facevo più, quella mattina avevamo piantato dei fiori. Vi giuro che era stancante.
Dovevamo aspettare che degli uomini, di cui non ho mai capito il lavoro, ci dovessero di uscire e metterci in piedi, per poi seguirli.
Era eccitante pensare, che poi avremmo mangiato. Sembra stupido, ma era proprio così.

Pochi minuti dopo arrivarono i due signori vestiti in blu a chiederci di venire fiori.
Quando siamo arrivati di fronte alla mensa, vidi jimin, che stranamente sembrava più basso del solito, avvicinarsi a me saltellando.
Mi prese la mano e senza nemmeno fare in tempo a dire una parola, mi fece sedere ad un tavolo, appoggiò il mio vassoio, che mi era stato dato all'ingresso, e mi iniziò a guardare.
Davanti a me c'erano due ragazzi.
Nessuno parlava.
Quindi ruppi io il ghiaccio: "jimin, non capisco."
Poi prese la mia mano e quella del tipo davanti a me e le strinse insieme, come per dire, "Aho presentatevi".

Feci un sorriso falso al fascino dolce di Jimin e guardai quel ragazzo.
"Beh, ciao".
Erano le uniche parole che mi erano venute in mente.
Quando lui sorrise, mi sembrava come di avere un sole in formato persona davanti.
Si presentò tutto allegro, peggio del mio amico.
Ma chi mi aveva fatto conoscere.
"Piaaaaaacere. Sono Jung Hoseok o hobi per gli amici e tu ora sei uno di quelli."
Non sapeva nemmeno il mio nome, ma improvvisamente ero suo amico.
In due anni che ero in questo strano posto, non l'avevo mai visto.

"Uhm piacere mio, sono Kim Taehyung, ehm uhm, perché sei qui?"
Lui mi guardava con un sorriso a trentadue denti.
Poi sempre stringendomi la mano rispose.

"Oh sì! C'era una bambina, aveva preso l'ultimo lecca lecca di un negozio, ma lo volevo io. Decisi quindi di prenderlo, ma nel rubarglielo, la carrozzina è caduta e pure la bambina. BOOM! Le è scoppiata la testa, ma non volevo."

Lo guardavo con uno sguardo disgustato, ma in quel luogo c'erano persone che avevano fatto molto peggio di lui, quindi non mi importava molto.
Non c'è da stupirsi, ogni giorno uscivano fuori cose altrettanto orribili.
Il ragazzo poi mi chiese invece io cosa ci facessi lì.
E raccontai la solita storia che dicevo a chiunque mi facesse questa domanda, che era la vera storia, sì.

"Ho tentato di derubare una banca, ho iniziato a sparare ovunque e alla fine ho ottenuto 8 anni di prigione, tu quanto?"

"Otto anni? Solo per questo? Oddio amico mi dispiace. Cooomunque, io dieci, ne ho già passati 6 qui!"

Ero stupito.
Non so ma tutto quello mi stupiva.
Ma mi sentivo osservato.
Da un certo Park.
Aiuto, so già quello che avrebbe fatto appena finita la chiacchierata tra me e quel sole.
Ecco appunto quello che fece, prese la mia mano e quella... Ah no.

"Jimin, lo sai che mi dà fastidio quando mi toccano."

Disse il ragazzo strano, alla destra di Hoseok.
Jimin poi si arrese, mi dispiaceva vederlo giù.
Quindi per una volta decisi io di aiutarlo e di farlo tornare felice.

"Tu invece ci sei?"
Il tizio sbuffò e si girò dal mio lato, per guardarmi negli occhi. Poteva essere un ragazzo scorbutico e antipatico, ma aveva un bel viso.

~io

Tae nella storia

𝘗𝘳𝘪𝘴𝘰𝘯 𝘢𝘯𝘥 𝘭𝘰𝘷𝘦 | 𝐤𝐨𝐨𝐤𝐯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora