Siamo arrivati alla nostra cella, come al solito, non ci abbiamo ne messo meno e ne più.
Siamo entrati e poi ci hanno chiuso la porta di sbarre alle spalle.
Io come sempre, finito di mangiare, andavo in bagno a vomitare.
Ormai era routine.
Il cibo era immangiabile, e il mio stomaco non resisteva con quella merda al suo interno.
Con il pranzo non potevo, subito dopo andavamo a fare i vari laboratori, ecc e non ci lasciavano passare dal bagno, nemmeno se chiedevi per favore.
Il più giovane, mi osservava stranito correre verso la stanzetta dietro il letto a castello.
Quando voi uscito con la mano posizionata sulla pancia, massaggiandola, lui mi stava ancora fissando e mi scambiò un sorrisino, però poi si sistemó sul suo letto.
Ed io sono salito sul mio."Quando vai a letto di solito?"
Mi chiese il minore da sotto."Boh, torno qua e vado subito a dormire, non ho mai niente da fare."
Ho sentito una risatina partire dal letto sotto."Ora hai me." Si schiarì la voce. "Intendo, puoi parlare con me."
Così l'ho visto spuntare all'improvviso da sotto il letto e appoggiare, come aveva fatto all'inizio, la testa sul materasso."Posso salire?"
Io ho annuito con la testa e lui ha preso la scala di ferro per poi sedersi vicino a me.Iniziò a guardarmi e a guardarsi intorno e a sorridere senza un motivo specifico.
Voleva parlare ma io non sapevo cosa avrei potuto dire.
Aspettavo che rompesse lui il ghiaccio.
Sono sempre stato un tipo abbastanza timido, ma se qualcuno avesse aperto un discorso, io sarei stato in grado di parlare per ore."Quindi, ci conosciamo meglio?"
Disse finalmente.Ho fatto cenno di sì, senza guardarlo in faccia.
Non avevo idea di cosa dire.
Lui sembrava un tipo che avesse voglia di parlare.
Non diceva nulla.
Magari voleva che mi girassi, magari non sapeva nemmeno lui cosa chiedermi.
Però poi ho capito.Mi ha preso il viso e lo ha girato verso la mia direzione.
Poi ha sorriso.
"Non posso conoscerti, senza poterti vedere. Quindi resta così."
Non mi aspettavo una frase del genere.
Ma poco importa.
Quindi sono rimasto così, senza tornare alla posizione dell'inizio."Quanti anni hai e quando è il tuo compleanno?"
Mi chiese lui, senza togliere lo sguardo dal mio naso, esatto."25, la data di nascita non importa, non so che giorno sia oggi."
Ho detto io con tono serio, forse un po' troppo, che portò lui ad abbassare lo sguardo.
Che poi tornò sul mio naso."Non importa, voglio saperlo."
Insistette."30 dicembre se proprio ti interessa."
Poi sorrise alla mia risposta.
Un sorriso che ne fece spuntare uno anche sul mio viso, solo che più timido del suo."Grazie."
L'ho guardato negli occhi, non capivo perché mi avesse ringraziato, non avevo fatto nulla.
Ma mi piaceva.
Mi piaceva sentirmelo dire.
Non ne sapevo il motivo.
"Per cosa?"
Ho osato dire.
Lui ha preso le mie mani tra le sue e quindi io ho abbassato il viso a guardarle."Ti stai aprendo con me, ed è quello che volevo io."
okay è corto

STAI LEGGENDO
𝘗𝘳𝘪𝘴𝘰𝘯 𝘢𝘯𝘥 𝘭𝘰𝘷𝘦 | 𝐤𝐨𝐨𝐤𝐯
Fanfiction"Sono un carcerato e mi piace esserlo." ~Kim Taehyung