Titania x Genny
《No, così non va bene... Così nemmeno... Uffi, che scocciatura!》
Come Titania aprì la porta, fu accolta dalla vista della sua giovane compagna di squadra, schiena piegata su uno dei suoi quadernini e penna in mano, nonché da quella di vari fogli appallottolati sparsi sul pavimento. La concentrazione della scrittrice era talmente palese che quasi ci si poteva immaginare il fumo che le usciva dalle orecchie: la mercenaria non fu dunque sorpresa che non la salutò.
Ci pensò lei stessa a richiamare la sua attenzione schiarendosi la voce:《Eh-ehm, Genny.》
Lei girò la testa lentamente, quasi meccanicamente.
《Oh, sei tu, Titania. Scusami, avevo la testa così presa dalla mia storia che non ti ho visto.》si scusò, mani intrecciate a mo' di supplicante e pudiche pupille puntate in basso.
《Figurati, non mi sono offesa.》la rassicurò l'altra, sventolando la mano destra davanti al naso, come a scacciare un fetore.
《Come mai sei qui? È richiesta la mia presenza? Devo curare qualche ferito?》chiese, passandosi le mani tra i capelli.
《Nulla del genere, volevo solo sapere cosa ti trovassi a fare, non ti ho vista per tutto il giorno.》replicò, andandosi frattanto a sedere sul letto《Tu invece che fai? Hai un blocco creativo?》
La curatrice adorabile annuì sconsolata, affondando il capo tra le braccia, aggrappate allo schienale della sedia:《Sono ferma ad un punto perchè non so come far agire la protagonista.》
《Perchè non me la fai leggere?》le propose la commilitrice, protendendo una mano in avanti《Non sono un'avida lettrice, ma posso sempre offrirti suggerimenti sul comportamento umano. Ho pur sempre l'età dalla mia.》
La scrittrice in erba ponderò sull'offerta:《A conti fatti...》
Rimase in posizione pensante per qualche secondo, per poi esclamare:《È un'ottima idea!》
Eccitata, le passò il quadernino con la copertina di cuoio, spiegandole:《È solo una novella, quindi non ho scritto moltissimo.》
E così, Titania iniziò a leggere.
C'era una volta una donna innamorata perdutamente di un giovane nel suo villaggio. Lui era forte ma premuroso, un po' spaccone ma dal cuore d'oro: ma soprattutto, lo animavano sogni di gloria. La donna, per quanto il fuoco della passione bruciasse intensamente in lei, era troppo timida per farsi avanti. Poi, arrivò una guerra e tutti i giovani del suo villaggio furono chiamati alle armi: forse era per dirimere una questione territoriale, la donna non lo sapeva e, in tutta onestà, non le interessava. Quel che sapeva, però, era che c'era la possibilità che non avrebbe mai più rivisto il suo amato. Perciò, la notte prima della sua partenza lo prese in disparte e gli confessò i suoi sentimenti. Lui rispose soltanto che se fosse tornato vivo, le avrebbe dato una risposta chiara sul mettersi insieme o meno.
Nel passare alla pagina seguente, la mercenaria accarezzò dolcemente la carta, come fosse il volto della protagonista. Dopotutto, anche lei conosceva i patemi d'amore.
Così, in seguito alla partenza dell'amato, la donna passò giorni quieti, ma sempre all'erta, come se temesse che in qualunque momento un messaggero potesse arrivare al villaggio recando notizie sulla di lui dipartita. Poi, tutto cambiò. Un pomeriggio d'autunno, mentre raccoglieva lavanda sulle sponde di un lago nei dintorni, sentì un gemito di neonato. Incuriosità, si diresse verso il rumore, aspettandosi di trovare un bimbo in fasce. Quel che trovò, invece, fu una donna stesa a terra che teneva stretta suddetto neonato; il suo abito di lino era squarciato sui fianchi e rivoli rossi, provenienti da un unico, profondo taglio, investivano i fiori sotto di lei. Come la vide, la giovane si precipitò al suo fianco e si inginocchiò per controllare se fosse viva (per il pargolo non ce n'era bisogno, i suoi gemiti erano abbastanza). Quei movimenti sembrarono risvegliare la donna accasciata, la quale aprì gli occhi e con un espressione dolorante disse "Portala al sicuro." protendendo avanti il piccolo, o meglio, la piccola. La giovane la prese. Cercò poi di fare una domanda, ma non ne ebbe il tempo: la testa dell'altra sbattè di nuovo contro il suolo e chiuse gli occhi, stavolta per sempre. Una volta accertatasi della sua morte, la giovane strinse a sè la bimba in lacrime e tornò di corsa al villaggio. Spiegò la situazione e in poco tempo vecchi, donne e bambini andarono a recuperare il cadavere. Nessuno sapeva chi fosse quella donna o come mai fosse arrivata lì vicina ferita, ma la seppellirono comunque nel loro cimitero. Poi, si discusse molto su a chi affidare la neonata e alla fine toccò alla giovane: tutte le altre donne avevano già i loro figli e lei era l'unica eccezione tra quelle in età da marito.
Titania ormai era intrigata a vedere come si sarebbe sviluppata la vicenda; il tutto sotto lo sguardo compiaciuto e trepidante d'attesa dell'autrice.
Le prime giornate da mamma furono decisamente tremende: durante il dì non poteva allontanarsi troppo da lei che quella iniziava a piangere e non era detto che allattarla o cullarla sortissero l'effetto sperato; durante la notte, spesso era costretta ad alzarsi ore prima dell'alba perchè la bambina strillava e si dimenava, come in preda a dei forti incubi. La giovane immaginava che le mancasse la madre e per questo poteva compatirla; d'altro canto, scene del genere la spingevano a chiedersi se non sarebbe stato meglio stato meglio rifiutare di farsi carico di un tale onere. La donna moribonda le aveva chiesto di portarla al sicuro e lei aveva obbedito, ma non aveva mica bisbigliato un "Sii lì per lei al mio posto". Ma poi a quei pensieri ne subentravano altri, come un villaggio in posizioni precarie, altre femmine della sua età già indaffarate con quantità ben maggiori di pargoli e si risolveva a tenere duro per un giorno ancora. Eppoi, si ripeteva, quando il suo amato sarebbe tornato, era certa, certissima che le avrebbe chiesto la mano e allora avrebbero messo su famiglia: poteva considerare tutta la corrente faccenda come un allenamento per il dopo.
Così, passarono altri mesi: i pianti diminuirono man mano e la piccola iniziò ad abituarsi alla sua nuova mamma; al contempo, anche codesta si affezionò alla neonata, come se l'avesse partorita lei stessa. Poi, venne l'inverno.
Si stava avvicinando alla fine, Titania se lo sentiva e con questa consapevolezza cresceva anche la curiosità riguardo a ciò che aveva messo in crisi Genny.
La bambina contrasse l'influenza: faceva fatica a respirare e mangiare e la fronte era bollente quanto una pietra lavica. Nel villaggio non c'erano dottori, perciò tutte le madri si dovevano arrangiare con intrugli di erbe che crescevano attorno alle loro mura. Così fece anche la giovane, ma con scarsi risultati: gli effetti benefici non duravano nemmeno qualche ora che i sintomi tornavano veementi. In tale periodo di crisi, una notte la donna sentì qualcuno bussare; accesa una candela, andò alla finestra per controllare chi fosse e rimase sconvolta quando vide che era proprio il suo amato. In un battibaleno gli aprì la porta e l'abbracciò. Ringraziò gli dei di averlo lasciato illeso e poi domandò perché era tornato a notte fonda. Lui le raccontò a somme linee della guerra: avevano combattuto per impossessarsi delle terre al di là del grande mare. Erano fertili e prospere ed un'arca avrebbe condotto lì chi voleva per crearsi una nuova vita in un arco di tre giorni. Così, lui era venuto per offrirle di venire insieme a lui, così da vivere lì... insieme. Lei era davvero lusingata e fu tentata di acconsentire immediatamente. Poi però pensò alla bambina. Il buon senso le gridava nelle orecchie che uscire con la piccola nel clima di gelo polare in cui si ritrovavano sarebbe stato per lei garanzia di morte. Chiese perciò al suo amore se poteva aspettare giusto il tempo necessario perché la pargola guarisse. Lui scosse il capo: il porto distava tre giorni di viaggio dal loro villaggio, non c'era tempo da perdere. La donna rimase in silenzio: odiava l'idea di dover scegliere tra i due, eppure... Percependo i dubbi di lei, l'uomo le disse che si sarebbe accampato in una radura a est delle mura: se il giorno seguente non si fosse palesata per le prime luci dell'alba, allora sarebbe partito da solo. Così detto, tolse il disturbo, lasciando la giovane assillata dalla coscienza e dal proprio desiderio.
Le altre pagine erano vuote, bianche come lenzuola lasciate ad asciugare.
《Quindi è questo il dilemma che non ti fa dormire la notte?》chiese la mercenaria.
Genny annuì:《All'inizio ero certa di farle scegliere la bambina, però poi pensandoci e ripensandoci mi son venuti i dubbi. In fondo, la protagonista si meriterebbe il suo lieto fine, ma ciò non dovrebbe avvenire al prezzo di quella altrui. Eppure al tempo stesso potrei dire il contrario.》
Si morse il labbro:《Non voglio imporre la mia visione, ecco tutto.》
《E non hai pensato di far avvenire un miracolo per cui la bambina si riprende proprio durante la notte, così da poter partire tutti e tre insieme? L'amato non sembrava troppo restio all'idea.》
《L'ho considerato, ma poi mi son detta che era una scappatoia e non ci sto. Voglio che questa scelta abbia peso.》
Le mani intrecciate davanti alle labbra scesero fino alle gambe, rimanendo una sopra l'altra.
《Dunque, Titania, tu cosa faresti?》
La rossa si mise a riflettere. Andò indietro coi suoi ricordi, fino alla morte di Elena: se Greil, completamente devastato dalla morte della moglie, l'avesse supplicata di scappare via con lui, abbandonando Ike e Mist, lei avrebbe accettato? Per quanto lo amava, avrebbe potuto accettarlo? Poi però gli tornarono in mente i visi di quei due bambini, che aveva visto proprio come i suoi figli, e la risposta fu chiara.
《La bambina. Sceglierei la bambina, sempre e comunque.》
《Anche al costo di perdere il tuo amore?》
《Sì: dopotutto, il mio amato è un soldato, so che riuscirà a cavarsela. Ma una neonata, peraltro ammalata, non sopravvivrebbe senza una figura materna che si curi di lei.》replicò serissima Titania, mani che si stringevano sui gomiti.
《Eppoi,》aggiunse《mica è detto che non giungerà un secondo principe azzurro.》
《Ihih, comprendo la tua posizione.》commentò Genny, congiungendo le proprie mani《Bene, ora posso riprendere a scrivere.》
《Sei sicura che sia sufficiente solo la mia opinione? Perché non chiedi anche ad altri?》
La faccia della curatrice si inclinò sorpresa:《Ma come, non te nei sei accorta? La protagonista è ispirata a te! Non c'è persona migliore a cui chiedere!》
La rossa puntò l'indice sinistro verso la propria faccia:《Ah sì?》
《Sì sì.》confermò l'altra《Ho preso ispirazione dalla tua "relazione" con quell'uomo di cui mi hai parlato.》
Le guance della mercenaria si tinsero leggermente di rosso vermiglio:《Genny, non so che dire... Sono onorata di essere in un tuo racconto.》
Appena pronunciate queste parole, le si insinuò un dubbio in testa:《E la neonata saresti tu?》
La scrittrice fu colta alla sprovvista da quelle parole, ma alla fine annuì:《Sì, quella sarei io.》
Beh, c'era da aspettarselo: Genny era stata abbandonata dalla madre, questo doveva essere uno dei modi con cui si addolciva la pillola.
《Quindi tu mi vedi come una figura materna?》domandò, sorriso sulle labbra.
La curatrice si passò la mano nervosamente tra i capelli:《 Un... un po'. Ma con questo non voglio dire che ti considero vecchio, credimi!》
《Ah ah!》rise l'altra 《Tranquilla, non mi offendo. Eppoi, non mi dispiace nemmeno l'idea.》
《Davvero?》
《Davvero! Te l'ho già detto, sono stata come una seconda madre per i figli del mio capo. Una in più non mi ucciderà.》
Genny era rimasta a corto di parole. Ma poi, con gli occhi lucidi, pronunciò un semplice "Grazie".
《Di nulla.》replicò Titania《Ma se vuoi che mi atteggi a madre, allora ecco il mio primo ordine: pulisci la tua camera.》Con un gesto rotatorio della mano indicò tutta la stanza:《Sembra di stare in un maxi-cestino!》
La ragazzina rise:《Agli ordini!》e si mise senza indugi a raccogliere le pagine strappate e accortorciate.
Per i primi secondi, la mercenaria rimase a guardarla, per poi unirsi a sua volta, come una madre con la propria figlia.~~~~~~~~~~
Angolo Autore
Fiuuu, è finita un'altra oneshot. Mi scuso per il ritardo nella pubblicazione, ma... scuola e anche un po' di svogliatezza da parte mia. Detto questo, non ho molto da dire su questo capitoletto in sé, se non che è un po' deludente che la voglia di scrivere di Genny non sia mai stata approfondita in Echoes. Me l'avrebbe resa ancora più simpatica.
Comunque, commentate numerosi (e intendo VERI commenti, niente voti)!
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La vita nell'Ordine degli Eroi-I sostegni
FanfictionSemplici one-shot dedicate alle coppie di sostegno che ho creato nei miei team di FEH. Potrebbero essere storielle di coppie d'innamorati, semplici amici, rapporti simil-familiari e ccetera. Tutto questo insieme a un/una Kiran genderfluid! N.B.: Per...