Arrivammo davanti una struttura molto, molto alta. Nel mio mondo case del genere le avremmo soltanto sognate, le nostre case sono fatte in legno e mattoni, ma non raggiungerebbero mai altezze di questo livello. Però mi chiedo a cosa serva avere una casa con così tante finestre, e di altezze elevate. Rimasi a vedere le finestre di quella costruzione per un po' di tempo, prima di essere richiamata da Hiyori.
-"vuoi rimanere a fissarlo un altro po'?"- disse ridacchiando mentre schiacciava un pulsante di una scatoletta metallica.
-"ma a cosa servono così tante finestre per una casa?"-
Le chiesi.
-"non è tutta casa mia, è un palazzo. Ha più case su tutti questi piani"-
-"non ho ben capito ma.. -donataa?-"
Si sentì qualcuno di sottofondo. Il verso uscì dalla stessa scatoletta dove Hiyori premette il pulsante, feci un verso di sopresa.
-"sore wa whatashidesu"-
Rispose Hiyori alla scatoletta,
oh dio mio.. ma che lingua è..
Pensai tra me e me.
-"shikashi anata to issho ni iru no wa darrdesu ka?"-
-"kono monwoakeru ka dõ ka?!"-
Non so che cosa si stessero dicendo, ma senti uno sbuffo accompagnato da un "hai hai" mentre il cancello metallico fece un rumore, forse si era aperto.
-"è magia.."-
-"nah, è solo un cancello che si apre, vedi?"-
Dice aprendo e chiudendo il cancello mostrandomi come funzionasse.
-"che succede se faccio così?"-
Dico chiudendo il cancello, il ché fece un rumore di blocco, per poi cercare di aprirlo di nuovo.
-"perché non si apre?"-
Chiesi perplessa continuando a spingere il cancello con le mie forze, mentre Hiyori iniziò a ridere dopo pochi secondi.
-"l'hai chiuso del tutto"-
Disse ridacchiando e schiacciando di nuovo il pulsante di prima, sentendo di nuovo uno strano rumore dal cancello.
-" questa si chiama tecnologia"- disse ridendo e facendomi un cenno di seguirla, entrando nella enorme costruzione. La seguì girandomi verso il cancello che fece lo stesso rumore di prima, solbazai dalla paura dal rumore inaspettato seguendo più velocemente hiyori.
-"le ni imasu!"-
disse entrando in un enorme casa, c'erano molte porte ed alcune anche di acciaio.
La guardai un po' perplessa per poi cercare di dire la stessa cosa che lei ha detto, facendo uscire un "e mi imascu" lei mi guardò ridendo dicendo:
-"tranquilla prima o poi ti farò imparare il giapponese"- mi disse sorridendo. Non appena concluse la frase un bambino piccolo arrivò da noi abbracciando Hiyori, guardando me sott'occhio, non so cosa si continuarono a dire tra di loro, ma Hiyori si girò verso di me dicendo:
-"vai pure in cucina, ti terrà compagnia questa peste" disse scompigliando i capelli a credo, suo fratello minore. Dopo avermi indicato dove fosse la cucina mi avviai annuendo, notando con la coda dell'occhio che si mise all'altezza del fratello più piccolo dicendogli qualcosa, ma non mi ci applicai molto su, tanto non avrei capito nulla. Quando mi sedetti su una sedia della cucina, vidi il fratellino più piccolo venire da me e prendere delle tazze ed un piatto. Notai che mentre continuava a prendere dei piattini, alcuni gli stavano quasi per cadere da mano. li fermai giusto in tempo dall'essere frantumati facendoli fluttuare, -"attento"- gli dissi mentre li posavo sul tavolo. Vidi i suoi occhi da cerbiatto illuminarsi, sorridere e venire verso da me, gli sorrisi iniziando a far svolazzare nell'aria gli oggetti, capendo cosa volesse da me.
-"papà! Dove sei??"-
Chiesi cercando mio padre per la casa, di solito è sempre nel suo studio a fare ricerche e cose del genere.
-"papà??"-
Dissi aprendo lo studio non vedendolo, quando voglio vederlo non riesco mai a trovarlo! Poi se non lo cerco ce l'ho sempre davanti.
-"avevi ragione!"-
-"lo sapevo!!"-
Disse gridando dalla stanza di fianco spalancando la porta e correndo verso di me, quasi cadendo portandosi appresso dei fili legati al piede, entrando così nello studio principale.
-"aspetta ma avevo ragione su cosa?"-
-"sui mondi paralleli"-
-"lo sapevo!!"-
Disse dandosi uno schiaffo sul ginocchio per poi alzare le braccia in segno di vittoria.
-"aspetta, ma come fai a dire che avevo ragione?"- disse mentre cercava di slegarsi il piede dai fili.
-"ecco.. meglio mostrartelo"- gli dissi uscendo dallo studio, per poi venir seguita da mio padre con delle boccette in mano. Mi fermai però a metà corridoio, girandomi verso di lui dicendogli:
-"prima però devi giurarmi che non farai e non sarai, per nulla al mondo! Strano."-
Gli dissi muovendo il dito intorno al suo viso, per poi premergli il naso vedendo la sua reazione.
-"dai tranquilla, cosa mai potrò fare"-
Mi disse sorridendo e muovendosi sul posto.
eh.. chissà che potresti fare..
Pensai tra me e me, mentre vidi che lui continuò a camminare verso la cucina, lo seguì entrando nella stanza. Vedemmo mio fratello piccolo fluttuare in aria mentre rideva, alcune posate invece sembravano ballare sul tavolo seguite da delle tazze, che cadevano a terra ma non si franttuvavano.
-"Principessa! Quando ti ho detto di non parlare con nessuno di quello che ti è successo, intendevo anche di non mostrare i tuoi poteri!"- dissi schiaffeggiandomi la fronte vedendo mio fratello cadere quasi a terra, ma essere preso in tempo di nuovo dai suoi poteri.
-"scusa.."-
Mi disse in modo dispiaciuto mettendo sul pavimento mio fratello che continuava a ridere. Mentre le posate, tazzine e piattini, che stavano sul tavolo, tornavano nel cassetto delle posate in modo ordinato. Mi girai verso mio padre notando il suo volto sconvolto, a bocca aperta mostrando un sorrisetto. Sorrisi in modo imbarazzato verso di lei chiudendo la bocca di mio padre, paccandogli il capo continuando a ridere in modo imbarazzato.
-"lo sapevo!!"-
Urlò saltando di gioia iniziando a girare intorno alla nostra ospite, toccandole i capelli e le sue mani.
-"papà! Basta dai, la infastidisci così!"-
Gli dissi richiamandolo cercando di farlo calmare almeno un po'.
-"sai che significa! Potremmo far vedere all'associazione il vero! Potremmo recuperare i soldi e..-
papà, non abbiamo bisogno di dismostrare nulla"-
Lo interruppi vedendo che stava iniziando a parlare molto velocemente venendo verso di me con gli occhi lucidi, quando fa così significa che è davvero emozionato. Presi le sue mani stringendole tra le mie sorridendo.
-"si ma.. tu così potrai fare un lavoro che ti piace davvero"-
-"papà io amo il mio lavoro, le mie colleghe sono fantastiche, danno un ottima paga, e ho portata lei qui perché tu possa aiutarla. ti dedichi a questo studio da una vita come se fosse stato il tuo secondo lavoro. E sono sicura che tu sia quello giusto per aiutarla."-
Dissi guardandolo negli occhi, per poi sentirmi avvolta nelle sue braccia e venir stretta.
-"non sai quanto sarebbe orgogliosa tua madre.."-
Mi disse continuando a stringermi senza mollarmi, misi le mie braccia intorno alle sue spalle mettendo poi la testa appoggiata sul suo petto.
-"lo so.."-
Dissi sorridendo. Rimanemmo così per qualche secondo prima di girarmi verso la principessa vedendo che ci donava un fazzoletto chiedendo:
"va tutto bene?.."-
Non credo abbia capito un qualcosa di tutto quello ci siamo detto, visto che per tutto il tempo con mio padre, ovviamente ho comunicato in giapponese. Ma sinceramente credo sia meglio così, non vorrei le venissero dei sensi di colpa, sulla storia di mia madre.
-"si.. tranquilla"-
Gli dissi sorridendo e prendendo il fazzoletto che ci stava gentilmente Donando, ascugai le lacrime di mio padre per poi metterglielo sul naso.
-"su, soffia"-
Dissi sorridendo, invece di sembrare una soffiata di naso, sembrava una tromba.
-"piano che il naso ti serve"-
dissi ridacchiando.
-"scusa se non siamo riuscite a capirci fino ad ora, ma tranquilla mio padre conosce molto bene l'ingle... la tua lingua, non ci saranno più problemi"-
-"d'accordo.. è Gasha comunque"-
Le sentì dire sorridendo, mentre ni ricordava come lei, chiamasse l'inglese.
-"quindi ora per la mia famiglia.."-
-"Non devi preoccuparti, noi ti aiuteremo qualsiasi cosa succeda"-
Gli disse in modo pacato mio padre mentre buttava il fazzoletto nel cestino. Sorrisi per poi girarmi verso mio fratello, che ci guardava in modo stranito come se stessimo parlando la lingua più difficile del mondo.
-"hey principessa, mentre noi apparecchiamo la tavola, ti va di far divertire ancora un po' questa peste? Dopo penseremo al tuo look"- le dissi prendendo in braccio il mio fratellino che non capì nulla di quello appena detto, gli scompigliai i capelli mentre le dicevo il tutto.
-"il mio look? E perché?"-
-"perché se non vuoi essere riconosciuta dopo un passo fuori casa, credo sia il minimo, poi così ti rilasserai un po' facendo cose da ragazze, no?"-
-"beh.."-
-"dai, hai passato brutti momenti in poco tempo. So che è una richiesta grande, ma se rimarrai così tanto in pensiero.. non riuscirai a fare molto"- le dissi cercando di farla rilassare, notando quanto sotto sotto fosse in panico.
-"va bene.."- mi rispose sorridendo
-"e poi perché quel vestito è ridicolo"-
Dissi in modo ironico cercando di creare un atmosfera leggere mentre ride.
-"oh, va bene allora.. Aspetta, come ridicolo!?"- disse dopo pochi secondi ridendo, realizzando cosa avessi detto. iniziai a ridere insieme a lei mentre mio padre si sedeva osservandoci.
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Pietra
FantasyChe cosa potrebbe mai fare una sola ragazza? Condizionata sempre da qualcuno di minore a lei, anche se potesse essere la persona più importante. Una singola persona non potrebbe fare nulla, "ovviamente", e lei lo sapeva benissimo, ed anche la sua s...