Verità

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-"Christopher! Devi fermarti!"- gridai contro di lui che ormai era ormai fuori controllo. Ha preso i poteri di tutti i nostri prigionieri, questa cosa potrebbe ucciderlo se non avesse le competenze per quel male. Christopher ignorò completamente il mio richiamò, mandandomi diverse onde di fuoco e cercando di colpirmi anche con dei fulmini, venendo fermati subito dalle mie barriere.
-"Christopher, non constringermi a piegarti in due!"- gli dissi mentre Michel e Marzio tentavano di tenerlo alle strette, facendomi riuscire a comunicargli, tenendolo in delle catene. Lui iniziò a ridere mentre mi guardava negli occhi, sbattendo Marzio e Michel contro il suolo, intrappolando poi me in un pugno.
-"credevi veramente che tutto quello che io facessi, era per aiutare te?!"- mi gridò contro ricevendo qualche schizzo della sua saliva sul mio volto, facendomi rimanere di stucco.
-"cosa?.."- dissi in modo incredulo.
-"sei così innocente, perfino tua sorella potrebbe essere più cattiva di te"- continuò con un sorriso malizioso.
-"..spiegati meglio.."- dissi mentre di sottofondo si sentivano Marzio e Michel cercare di ribellarsi a Christopher, intrappolati sotto ad un suo "piede".
-"non ci arrivi proprio eh? Secondo te perché avevo un portale ultradimensionale? Perché volevo  vendicare i miei compagni dall'associazione? No.. in realtà sono stato io ad uccidere!"- mi disse facendomi spalancare gli occhi.
-"cosa.."-
-"eh già, colui che comandava, sono sempre stato io! Io, io, io!"- disse mentre iniziava a stritolarmi nel suo pugno.
-"secondo te mi importava qualcosa del tuo grande sogno?! "Rendere il mondo un posto migliore" non ho mai sentito una così grande stupidaggine! Credevi davvero che se avresti offerto una mano a tutti loro, ti avrebbero portato rispetto. Solo con la violenza si può vincere altra violenza."- continuò stritolandomi nella mano, mentre ora tutto mi sembrava tornare familiare. Come se tutto si stesse montando come un puzzle. È sempre stato lui a propormi l'idea di privare le persone dei loro stessi poteri per poi sfruttarli, ed è sempre stato lui a constringermi ad imprigionarli. lui non vuole rendere l'universo migliore, vuole possederli!

                  Sono un idiota!

-"Selena!"- Gridò Marzio, mentre io ero concentrata a guardare in viso Christopher, scioccata da quello che avessi fatto per colpa sua.
-"combatti! Selena!"- mi gridarono poi Marzio insieme a Michel, che cercavano ancora di liberarsi dal potere di Christopher. 
-"Michel.. Marzio.."- dissi girandomi verso di loro con le lacrime agli occhi.
Per colpa mia Marzio ha visto suo padre venir ucciso.. l'ho frustato più volte, e l'ho fatto frustrare dalla sua stessa madre.. mentre Michel. Di lui mi sono approfittata.. gli ho promesso che tutti noi lo avremmo rispettato, che non ci sarebbe importato del fatto che fosse "diverso" solo perché a differenza di tutti, lui potesse creare soltanto armi che nessuno creava. Ricordo ancora quel giorno.. non mi ero ancora lasciata abbindolare dalle parole di Christopher, della sua grande stupidaggine della violenza.. fu anche il più rapido da portare con noi.
Erano ormai giorni e giorni che continuavamo ad osservare lui, ed io ormai convinta che fosse quello giusto. Tutte le persone continuavano a dirgli di arrendersi, e di non usare più il suo potere visto che fosse "pericoloso" concentrandosi soltanto sul lato cattivo della cosa. Ogni minuto diventavano sempre più cattivi, e vicino a lui soltanto una persona gli rimaneva fedele.
-"fai schifo! Non sai creare neanche una piccola parete!"- mi gridarono quelle solite persone ignoranti.
-"non è colpa mia, e poi se ti faccio così schifo perché continui a parlarmi?"- gli risposi mentre continuavo la mia strada per tornare a casa.
-"te lo dico io il perché, perché non hai nulla da fare nella tua piccola ed inutile vita"- gli risposi prima che mi potesse dire qualcosa, ricevendo solo delle risate da parte sua e dei suoi "amici".
-"ah già dimenticavamo con chi stiamo parlando, stiamo parlando con Michel il ragazzo più popolare della scuola. Ma sta zitto."- mi rispose.
-"ah beh vedo che ti interessa la mia vita sociale"- gli risposi di gusto continuando a camminare, venendo raggiunto da Gabriele appena arrivato fuori l'università.
-"hey Michel, va tutto bene?"- disse guardando con la coda dell'occhio i ragazzi alle mie spalle,  mentre i suoi occhi iniziava a dipingersi di colore rosso, guardando con tono minaccioso i tizi che continuavano a darmi fastidio.
-"certo, va tutto bene, vero?"- dissi con un ghigno contro di loro, mentre loro sbiancavano.
-"ottimo. Allora andiamo? A casa ti aspettiamo per pranzare"- mi disse Gabriele mentre si girava.
-"certo"- gli risposi sorridendo mentre ci avviavamo verso l'uscita. Anche se potesse sembrare strano, a me non importa di quello che questi sconosciuti mi dicono, non valgono neanche cinquanta persone in confronto a Gabriele. Lui non mi ha mai giudicato per quello che non posso fare, ma vedendo chi fossi.
-"ma come fa a parlagli con tanta naturalezza.."- disse uno dei ragazzi, facendo girare Gabriele di scatto, con occhi maggiormente rossi.
-"non li pensare Gabriele, continuiamo a camminare"- dissi iniziando ad impanicarmi.
-"scusa, puoi ripetere?"- rispose al ragazzo, mentre tutti loro iniziavano a sbiancare.
-"Gabriele!"- gridai a voce alta richiamando la sua attenzione, facendolo sospirare e girarsi di nuovo verso di me.
-"va bene, scusami"- disse avviandosi verso l'uscita venendo seguito da me.
-"io lo ammazzo a quello.."- sentì alle mie spalle da quei ragazzi, facendomi girare gli occhi dalla noia. Sempre le solite minacce.
Entrammo poi in una carrozza che ci portava verso il castello, cioè casa sua.
-"Principe, perché non avete portato la vostra corona? Dovete indossarla ogni volta quando uscite"- disse un fedele maggiordomo sotto al suo cospetto.
-"Alfred, lo sai che non fa per me, e per favore chiamami Gabriele"- disse lui sbuffando.
-"va bene, Principe."- gli rispose guardandolo con le sopracciglia alzate in modo ironico, facendo sorridere entrambi.
-"Comunque apparte le baggianate, sapete che non posso, mi giustizierebbero.
Oggi comunque Lucas, del terzo regno, ha chiesto uno scontro"- gli disse.
-"vuole perdere ancora? È la terza volta questa settimana"-
-"sappiamo che quel principe vuole riprendersi il suo territorio, è abbastanza orgoglioso"-
-"posso venire ad assistere?"- chiesi ad entrambi, vedendo Gabriele guardare Alfred per avere risposta.
-"certo"- mi rispose lui.
Alfred era uno dei pochi che mi trattavano bene, senza basarsi su cosa fosse il mio potere ma basandosi su chi fossi. Riguardo invece allo scontro che ha accennato, Si tratta semplicemente di costruzione. La struttura meglio costruita ed allo stesso tempo, più abbellita, vince,  guadagnando punti su ogni cosa. È come una gigantesca partita a scacchi, fatta però di palazzi. La partita iniziò il pomeriggio, ed ovviamente Gabriele la vinse per la quarta volta consecutiva, una serie di vittorie difficile da recuperare. Questo è anche il modo di come noi scegliamo un principe, e lui lo è diventato dai suoi otto anni, e rimane ancora il più forte anche se ora ne ha solo quattordici.
-"grande partita"- disse Gabriele offrendo una stretta di mano a Lucas, ma lui lo guardo con uno sguardo nervoso dandogli le spalle di scatto, andandosene via borbottando senza stringergli la mano. Tutti noi altri spettatori, iniziammo ad applaudire, passando così al giorno dopo.

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