La seconda fatica
Le cose si fecero subito serie. Ci portarono su una torre del castello e stavolta ci spiegarono che ognuno aveva un solo tentativo. Si doveva entrare uno alla volta in una stanza, nessuno sapeva cosa c'era all'interno, chi usciva non poteva parlare o rivolgere gesti agli altri e, se sorpreso, sarebbe stato punito con la morte. Il "gobbo" iniziò a chiamare i primi nomi ed i ragazzi uno alla volta entrarono nella stanza misteriosa. Ogni ragazzo stava dentro poco più di un paio di minuti. Poi, fuori dalla stanza, alcuni ragazzi venivano accompagnati in una porta a sinistra ed altri ad una porta a destra.
Nessun ragazzo provò a girarsi fuori dalla stanza. Solamente uno allargò la mano ed indicò qualcosa di indecifrabile. Fu sorpreso immediatamente da un guardiano e ucciso all'istante. Questa cosa scioccò un po' tutti quanti. Ci fece capire che quello non era un gioco qualunque, non era il gioco "tocca la pietra" che avevo inventato con Federico.
Fui nominato proprio un'istante dopo. Era il mio turno.
Entrai nella stanza e rimasi sbigottito: c'era lei, Greta. Per la prima volta i nostri sguardi si incrociarono. La sua bellezza era pura. Mi rivolse la parola: "Siediti pure Arturo".
Ero perso. Stralunato.
Un uomo fidato mi invitò nuovamente a sedermi di fronte a Greta. Ubbidii.
Poi l'uomo disse: "in questa seconda fatica avrai solamente un minuto per ricevere l'ok da Greta per proseguire questo percorso oppure per abbandonarlo. Sfruttalo al meglio da ora!"
Non dissi nulla. Avevo la gola secca, salivazione assente. Continuai a guardarla cercando di sforzarmi a dire qualcosa di sensato ma non riusci proprio; non riusci nemmeno a guardarla costantemente negli occhi che ogn itanto si abbassavano. Era potente. O ero debole io.
In un istante il tempo finì, che stupido, avevo avuto l'occasione di parlarle e non l'avevo sfruttata. Così, chinai il capo rassegnato. Il "gobbo" chiese a Greta: "il muto ovviamente porta di destra mia Principessa?"
Greta rispose: "No, porta di sinistra!"
Il "gobbo" sollevando le spalle mi accompagnò alla porta di sinistra. Io non capivo. Fino a quando mi disse: "ragazzo, sei muto? non so come ci sei riuscito senza dire niente ma sei passato!"
Sono passato? Ero incredulo ma felicissimo. Non lascerò farmi sfuggire una seconda possibilità se mai ci sarà.
La prova fu fatale per il mio amico Federico. Non arrivò mai a quella porta di sinistra. Però dentro di me ero felice per lui perchè sapevo che non si era fatto male.
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Le dodici fatiche di Arturo
AdventureUn giovane ragazzo di nome Arturo, di un piccolo paese medioevale, vive la sua vita normale fino a quando il Re in persona comunica un avvenimento straordinario. Il ragazzo che supererà le "dodici fatiche" diventerà Principe e potrà sposare la figli...