La quarta fatica
Quattro vasche con all'interno animali velenosi. Ogni ragazzo doveva entrare in ogni vasca e starci per dieci secondi. Fermo. Immobile.
Il "gobbo" cominciò a chiamare i nomi.
Alcuni ragazzi si rifiutarono di eseguire la sfida e furono eliminati.
Il turno di Giacomo arrivò prima del mio. Entrò nella prima vasca, quella piena di vedove nere. Fu morso ad una caviglia dopo pochi secondi, urlò di dolore ma proseguì alla seconda vasca, quella dei serpenti. Le gambe non lo ressero più e cadde privo di sensi. Un guardiano lo recuperò con una corda. Eliminato. Gli iniettarono qualcosa e fu portato via in barella.
Questa sfida non aveva senso. Giacomo il coraggio di entrare nelle vasche lo aveva avuto ma è solo stato sfortunato ad essere morso. Nessuno si azzardò a dire nulla. Anzi, molti ragazzi si dimostrarono felici di avere un avversario in meno.
"Arturo"! Tocca a te!
Entrai nella vasca dei ragni. Avevo paura ma non volevo ritirarmi prima di aver tentato. In fondo anche i ragni avevano paura di me e nessuno di loro mi raggiunse. Otto, nove e dieci. Via nella vasca dei serpenti. Due grossi esemplari si attorcigliarono alla mia gamba destra. La stretta era sempre più forte ma io rimasi immobile, con lo sguardo in avanti. Via alla terza vasca. Gli scorpioni. A differenza dei ragni si dimostrarono aggressivi. Uno di loro si avvicinò al mio piede, alzò la coda appuntita e mi attaccò. Il pungilione impattò il mio scarponcino. Sentì un dolore tremendo ma per solo un paio di secondi. Forse non era riuscito ad iniettarmi tutta la dose di veleno.
Dieci! Via alla quarta ed ultima vasca. Le formiche giganti. Appena entrato si piombarono sulle mie gambe. Non conoscevo la pericolosità delle formiche giganti. Ma al quinto secondo iniziarono a mordermi. Il dolore era altissimo. Quasi insopportabile. La gamba sinistra si piegò priva di forze ma riuscì a non appoggiare il ginocchio a terra. I secondi risultavano interminabili. Poi il "gobbo" urlò: Dieci! Fuori di li! Passi il turno!"
Zoppicando vistosamente feci due salti per scrollarmi di dosso tutte le formiche. Uscì dalla vasca e caddi a terra dal dolore. Mi guardai le gambe. Erano gonfie, rosse e piene di puntini neri. Me le accarezzai fino alla fine della prova dei ragazzi.
Dopo quella prova rimanemmo in 54 ma soprattutto si creò tra di noi un certo rispetto. Non con tutti. Ma la fatica ed il dolore comune in qualche modo ci aveva unito e fatto sentire meno soli.
STAI LEGGENDO
Le dodici fatiche di Arturo
AdventureUn giovane ragazzo di nome Arturo, di un piccolo paese medioevale, vive la sua vita normale fino a quando il Re in persona comunica un avvenimento straordinario. Il ragazzo che supererà le "dodici fatiche" diventerà Principe e potrà sposare la figli...