Il magone la assalì per un momento ma la situazione in cui erano non le permise di avere nostalgia.
Il mostro estrasse la canna di bambù dal torace e vide la donna addentrarsi nella foresta.
Il mostro la seguì con la canna ancora in mano e come un esperto atleta del tiro del giavellotto, lanciò la canna traffiggendo Aimi nello stomaco. Il bambino stretto al suo seno aveva smesso da poco di piangere. Entrambi accasciati per terra, in una pozza di sangue che si stava espandendo macchiando i suoi vestiti bianchi.
Il mostro si avvicinò ad Aimi e al neonato con passo affaticato e si inginocchiò vicino ad Aimi a causa del buco nel torace.
Vide la donna che ancora si muoveva cercando di trascinarsi sul fianco per mettere al sicuro almeno il neonato ma non sapeva nemmeno lei dove. Lo aveva infagottato in una sua veste strappata per proteggerlo dal freddo e lo coprì per bene prima di allontanarlo dal suo seno e dalla pozza rossa in espansione, facendolo rotolare via.
Aimi era in preda a degli spasmi e buttava sangue dalla bocca ma con un occhio proteso alla salvezza del bambino. Con un leggero sorriso sulle labbra, cercò di farsi forza e contrastare la belva demoniaca che aveva davanti, prendendo tempo e salvando almeno il pargolo.
Il mostro era irritato per aver visto il suo pasto allontanarsi favorito dalla pendenza. Prese Aimi per i capelli e la sollevò, poi le sbatté la testa contro il suolo, lei si sentì stordita e trattenne un gemito. Poi ancora, prese la canna di bambù estraendola con forza e rabbia e gli occhi della donna si sbarrarono dal dolore. I suoi sensi la stavano abbandonando mentre veniva uccisa barbaramente dal mostro. Le unghie squarciavano la pelle come coltelli affilati, con lembi di pelle che si conficcavano sotto le unghie e volavano via dal corpo facendola sanguinare copiosamente, mettendo in evidenza le sue vene, quasi si scorgevano i muscoli. Agitava le mani rugose con maestria trucidandola finché non divenne rossa dai graffi e dal sangue e nonostante questo massacro, gli occhi le si colmarono di lacrime.
Almeno il bambino si era salvato.
Con questo ultimo pensiero e con lo sguardo verso la pendenza, un leggero sorriso fiorì sulle sue labbra. Almeno non era morta invano.
L'ameonna, dal canto suo, si era affaticata troppo nell'esprimere la sua rabbia con ferocia che, a causa del buco nel torace, ne risentì e cadde accanto ad Aimi finendo nella pozza di sangue.
Avendo ucciso l'ameonna, c'era una sorta di "passaggio del testimone" e questa eredità maledetta si manifestò con il sangue delle vittime mischiato, materializzandosi sul corpo di Aimi. L'ameonna accanto a lei sparì, ma la pelle restante di Aimi si disidratò diventando secca e rugosa; le sue gote non erano più rosa e la sua bellezza svanì.
Aveva assimilato i ricordi delle ameonna precedenti e si risvegliò di soprassalto.
Aveva fame. Molta fame.
Si alzò dalla pozza di sangue, seguì l'odore della sua preda e scendendo dal pendio trovò il bambino che aveva salvato. Appoggiato a un masso che bloccò il suo rotolio.
Lo prese tra le scarne braccia e lo guardò dormire per la stanchezza.
Notò il cambiamento dalle sue mani e dalla sensazione di fame che stava provando, mentre era invasa da pensieri contrastanti.
Mangiarlo o non mangiarlo?
Lo riavvolse nella veste strappata e sparì con il bambino, trovando nel suo viaggio una borsa di canapa dove lo mise al suo interno.
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Il mistero della grotta
FanficGray e Juvia si ritroveranno ad aiutare un amico in una missione non facile. Un mistero è racchiuso in una grotta che attira i bambini e non fanno più ritorno. Cosa ci sarà in quella grotta? Li aspetterà un'avventura che farà scoprire la mitologia g...