14. Seduzione

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Lyon sentì caldo di colpo e arrossì vistosamente quando Juvia bloccò di colpo l'andamento rotatorio dell'ombrello, allontanandolo appena dalla sua testa, e togliendo una mano dall'asta la alzò vicino la bocca senza togliere lo sguardo dal mago incantato.
La sua mano nivea era chiusa in un pugno dolce, assumendo la posizione dei gatti quando si lavano con la zampa. Gli occhi seducenti fissi su Lyon. Seduta ancora sulla lastra rocciosa, che esaltava il suo corpo messo in risalto dal kimono corto.
Sembrava stesse aspettando qualcosa, ma Lyon non riusciva a capire cosa. E nel frattempo il cuore di Lyon batteva sempre più veloce, quasi a sentirlo.
Erano troppo in profondità della cava per sentire la pioggia precipitare rumorosamente.
Ma, da una crepa sul soffitto roccioso, scivolando su una stalattite, una goccia d'acqua si fermò. Rimasta in bilico sulla stalattite, lasciando suspense al giovane mago ignaro, venne poi scossa dai movimenti della lotta tra Gray e il guardiano e alla fine la goccia d'acqua precipitò sul dorso della mano di Juvia.
Le vibrazioni dello scontro echeggiarono nella grotta e fecero cadere altre gocce sul dorso della mano della maga posseduta.
Senza togliere i suoi occhi languidi dal mago di ghiaccio, schiuse lentamente la bocca facendo uscire la punta della lingua.
Lyon rimase con il fiato sospeso, paonazzo dall'imbarazzo.
Su una cosa aveva ragione: quella donna l'avrebbe fatto impazzire.
Il nodo in gola, il cuore in tumulto, tutto ciò rese Lyon meno lucido in battaglia.
Juvia diede il colpo di grazia, socchiuse appena gli occhi leccandosi il dorso della mano con fare lento e lascivo, dissetandosi delle gocce d'acqua. Si gustò le labbra con sensualità e lentezza mentre vide la reazione del mago nella luce azzurra delle lucciole e del guardiano.
Lyon non capì più nulla e si sentì spaesato, senza accorgersi del ghigno compiaciuto della maga e del ghiaccio sciolto che si dirigeva verso di lei. Erano troppo in profondità della cava per sentire la pioggia precipitare rumorosamente.
Ma, da una crepa sul soffitto roccioso, scivolando su una stalattite, una goccia d'acqua si fermò. Rimasta in bilico sulla stalattite, lasciando suspense al giovane mago ignaro, venne poi scossa dai movimenti della lotta tra Gray e il guardiano e alla fine la goccia d'acqua precipitò sul dorso della mano di Juvia.
Le vibrazioni dello scontro echeggiarono nella grotta e fecero cadere altre gocce sul dorso della mano della maga posseduta.
Senza togliere i suoi occhi languidi dal mago di ghiaccio, schiuse lentamente la bocca facendo uscire la punta della lingua.
Lyon rimase con il fiato sospeso, paonazzo dall'imbarazzo.
Su una cosa aveva ragione: quella donna l'avrebbe fatto impazzire.
Il nodo in gola, il cuore in tumulto, tutto ciò rese Lyon meno lucido in battaglia.
Juvia diede il colpo di grazia, socchiuse appena gli occhi leccandosi il dorso della mano con fare lento e lascivo, dissetandosi delle gocce d'acqua. Si gustò le labbra con sensualità e lentezza mentre vide la reazione del mago nella luce azzurra delle lucciole e del guardiano.
Lyon non capì più nulla e si sentì spaesato, senza accorgersi del ghigno compiaciuto della maga e del ghiaccio sciolto che si dirigeva verso di lei.

Il mistero della grottaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora