Finalmente manager

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~skip time: due settimane dopo

Era da ormai due settimane che ero in prova come manager. Tutti nella squadra mi avevano preso in simpatia e mi proteggevano sempre, anche quando non ce n'era bisogno.

Ukai aveva pure iniziato a darmi nomignoli strani come Bimba o Piccola, facendomi ridere ogni volta. Nomignoli che presto usarono anche Suga e Daichi che sembravano quasi i miei genitori. E questo non lo dico solo perchè avevamo affibbiato loro i nomignoli mamma e papà.

Tanaka e Noya avevano messo su un gruppo (formato da loro più Daichi, Sho e Kags) con l'intenzione di essere le mie guardie del corpo personali. All'inizio non mi andava molto perchè venivano sempre da me sia prima che dopo le lezioni. Per tornare a casa facevo il primo pezzo con loro e poi mi affidavano a Suga. Ma col tempo mi ci ero abituata, anche se le occhiatacce dalle mie compagne non me le levava nessuno, dato che a molte piacevano quelli del club di pallavolo, ma a loro non gliene fregava niente e davano attenzioni solo a me e a poche fortunate.

Avevo anche scoperto dell'esistenza di un'altra manager, Kyioko Shimizu che però era dovuta partire non so bene dove ma con una grande probabilità sarebbe tornata durante l'anno.

Uno degli esempi del "problema" Tanaka-Noya accadde quel giorno. La campanella era appena suonata forse da due minuti e la porta della classe si spalancò lasciando spazio a degli urlanti Tanaka e Noya.

Tanaka: [t/n]!

Noya: SE QUALCUNO TI HA TOCCATA li AMMAZZIAMO!

Urlarono come se non ci fosse un domani e come se io non fossi in imbarazzo. Ma ormai ci ero quasi abituata per cui ci ridevo sopra.

[T/n]: Ragazzi ragazzi calmatevi! Non mi è successo nulla.

Dissi piegandomi in due sul banco ridendo come una pazza. Quei due erano incredibilmente imbarazzanti, in fondo ero felice di averli come amici.

Sentii qualcuno prendermi per i fianchi facendomi alzare dalla sedia e trascinarmi fuori dall'aula. Mi voltai e lanciai un occhiataccia al pelato dietro di me che come al solito si metteva a trascinarmi ovunque.

Tanaka : Bene [t/n], vieni ti porto a pranzo!

Disse ridendo.

[T/n]: TANAKA. Posso camminare da sola!

In risposta venni alzata ancora di più e mi mise Su una delle sue spalle, mentre con una mano mi teneva per la coscia e con l'altra mi teneva giù la gonna. Mi ero sempre chiesta perchè le divise dovevano essere così corte e in quei momenti odiavo avere la gonna.

Vidi in lontananza Daichi e Suga che parlottavano tra di loro. Bene, la mia salvezza!

Infatti erano intenti a parlare di qualcosa con una terza persona di cui non sapevo il nome ma a giudicare dall'età dimostrata poteva benissimo essere un professore o il padre di uno dei due. No, non credo fosse il padre... mi pareva di averlo già visto parlare con Daichi ma non ne ero sicura.

Suga alzò lo sguardo dal foglio e i miei occhi incontrarono subito quelli di lui. Lui mi sorrise dolcemente mettendosi poi a ridere per la buffa situazione in cui ero. A quella risata anche Daichi alzò lo sguardo e lo puntò verso Tanaka e Nishinoya guardandoli come per dire: adesso siete morti.

Daichi: Tanaka. Mi. Spieghi. Cosa. State. Facendo?

Aiuto... faceva più paura il suo sguardo che le parole scandite così bene. Credo di non averlo mai visto così arrabbiato, nemmeno quando arrivavamo in ritardo o facevamo cazzate per la palestra.

Si avvicinò a noi con grandi falcate lasciando da solo Suga e l'altro tipo, che nel frattempo aveva alzato lo sguardo verso di noi. Uno a ridere a crepapelle e l'altro a guardarci scioccato.

Si inizia con un solo passoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora