Suga's pov

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Mi dispiace per tutte le persone a cui spezzerò il cuore con questo capitolo. Mi scuso già da subito.

Suga's pov:

Me ne tornai a casa con la testa bassa, sentivo che il mio cuore avrebbe potuto cedere da un momento all'altro. Cavolo... quanto faceva male.

Ma era possibile che in pochi mesi mi fossi innamorato di una ragazza? La mia prima cotta in tutta la vita la avevo avuto per una persona quasi sconosciuta.

Quasi perchè di lei conoscevo bene o male un paio di paure e il suo carattere e fisico. Cioè sapevo che aveva paura del giudizio degli altri, aveva paura di non essere all'altezza delle situazioni e di essere sbagliata.

Caratterialmente però sembrava solo insicura ma conoscendola di più era anche dolce e si preoccupava degli altri.

E fisicamente... cavolo era fantastica. Non era la solita ragazza magra e alta ma non era nemmeno troppo in carne. Era quella metà che ai miei occhi era perfetta. Belle curve, seno abbastanza prosperoso...

Il viso poi. Era quasi paffuto ma i suoi lineamenti era dolci e la rendevano bellissima sotto ogni punto di vista. Era adorabile...

Sospirai, si mi ero innamorato di una persona dopo pochi mesi che la conoscevo. E lei non ricambiava. Perchè il mio primo amore doveva essere così disastroso?

Entrai in casa e mi chiusi la porta alle spalle. Non salutai nessuno perchè tanto i miei genitori erano al lavoro, ancora una volta ero da solo.

Salii al piano di sopra ed andai in camera mia non avendo voglia di fare niente. Mi chiusi la porta alle spalle chiudendola poi a chiave e mi guardai stancamente in giro. Per quanto in quel momento non mi sentivo bene avevo una sensazione di sicurezza nello stare li.

I vari poster della pallavolo, il letto con le coperte messe in ordine e coordinate con il colore delle pareti, l'ordine che regnava come sempre, tutto questo mi dava una sensazione di calma.

Chiusi le tende e tirai giù le tapparelle, in quel momento volevo solo stare al buio e pensare.

Mi lanciai con poca grazia sul letto e rimasi con la faccia contro al cuscino fino a quando il mio fiato resistette. Poi mi girai e mi misi a guardare il soffitto semi buio e pensare.

Perchè l'amore faceva così tanto male? Non doveva essere una cosa bella, una cosa che ti faceva battere forte il cuore? Non doveva essere così?

Perchè invece era così doloroso? Al posto di sentire un calore confortevole nel petto sentivo un dolore lancinante, come di una spada conficcatami nel petto.

Come se fossi stato buttato di peso in una vasca d'acqua con poco ossigeno a disposizione e ogni respiro risultava sempre più faticoso. Come se i polmoni non rispondessero più davvero ai suoi comandi e facessero quello che volevano.

Eppure, anche provando tutto questo male non riuscivo ad odiare [t/n]. Se ci provavo, se provavo a pensare a quello che odiavo di lei, non riuscivo a trovare niente. Ai miei occhi lei non aveva nulla di sbagliato, nulla che potevo definire odiabile.

Sentii le lacrime salirmi agli occhi e il dolore al petto aumentò non di poco. Portai una mano a stringere la maglietta e una sugli occhi cercando di frenare almeno di poco le lacrime che scendevano sulle mie guance.

Non volevo piangere, mi faceva sentire debole, e io non volevo essere debole. Io volevo essere quel tipo di persona da cui si andava quando si stava male, volevo essere quel tipo di persona di cui ti puoi fidare. Non quello che aveva bisogno di aiuto per restare ancorato alla vita.

Suga: Piccola mia... perchè mi fai questo?

Sussurrai continuando a piangere in silenzio, senza pensare e senza parlare più.

Si inizia con un solo passoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora