Nei tre giorni precedenti avevamo fatto pratica in diverse postazioni (nodi, lancio dei coltelli, lotta corpo a corpo) con una sola regola, suggeritaci da Haymitch: "imparate ció che non sapete fare. Sfoggiare i propri talenti é un comportamento da Favoriti... ed é agli Strateghi che dovete mostrarli." continuava a ripetere, teso.
Dopo che il nostro mentore ha detto a Katniss che io avevo preso una decisione, lei si é allontanata da me ancor più di prima. Si sentirà tradita? Ancora una volta mi vien da pensare che dopotutto le importi almeno un pochino di me.
Alzo lo sguardo e la vedo con gli occhi grigio-Giacimento puntati sul muro che ci sta davanti. Non mi degna di uno sguardo. Quando una voce femminile annuncia "Katniss Everdeen. Distretto 12. Sessione privata per valutazione." sono io il primo a parlare.
"Tira dritto." Le sussurro.
Si volta impercettibilmente, forse ancora troppo ferita o forse solo terrorizzata da quella stanza piena di Strateghi (che poi possono essere considerati i suoi assassini).
Annuisce appena e poi rimango solo.
Quello che succede quando mi chiamano, beh, é alquanto insolito: gli Strateghi non mi considerano (e questo me lo aspettavo), si scambiano sguardi nervosi, parlottano a bassa voce. Una squadra di tecnici sta installando uno strano velo trasparente a tratti leggermente luccicante, come un.., come un..
"Campo di forza" dice altezzosamente Seneca Crane, il Capo Stratega. "E Signor, mh, Mellark, giusto?" Annuisco. "Non le dispiacerebbe fingere di non aver visto nulla e farci fare il nostro lavoro?"
Intanto qualcuno parla di maleducazione, speranza, addirittura ribellione.
Avevo visto qualcosa che non avrei dovuto assolutamente vedere: le conseguenze della Sessione privata di un altro tributo.
É inaccettabile, soprattutto se si tratta di qualcosa di grosso. Cosa potrà mai aver fatto Katniss di così pericoloso da indurli a pensare ad una ribellione?
Mi guardo intorno sconvolto, poi un uomo si fa avanti (sembra un po' più benevolo), mentre si pulisce la manica della giacca da, cosa?, un cibo che non conosco: "forse dovremmo solo lasciarlo andare"
"Che ne dici di un 8, bel biondino? Eh, ti piace?" si prende gioco di me un'altra voce.
Cosa? Queste persone vogliono davvero corrompermi con un voto? Forse pensano che un 8 sarà plausibile, vista la mia stazza.
Devo mantenere il silenzio, una cosa é certa.
"Se ne vada, signor Mellark. Se ne vada con un bell'8 e con la bocca cucita." é la sentenza di Crane.
"O la ragazza muore davanti ai tuoi occhi in quell'arena" aggiunge.
Questo non lo potrei sopportare. Così indosso la mia maschera di indifferenza e custodisco dentro di me questo segreto.
Un segreto che verrà perso negli eventi successivi a quel "Ci vediamo a mezzanotte".*
*N.B.: ho deciso di inserire questa parte (inventata completamente da me), perché penso che voi tutti che venite qui a leggere FF su Hunger Games abbiate già letto Il canto della Rivolta o che comunque sappiate del depistaggio di Peeta che avverrà nel terzo libro, che in ogni caso viene spiegato nel film. Per chi non ricordasse e volesse rinfrescarsi la memoria, le ultime parole di Katniss a Peeta sono proprio "Ci vediamo a mezzanotte", nella seconda arena. Solo che poi quella mezzanotte non arrivó: come sapete Katniss distrugge l'arena e Peeta viene catturato da Capitol City, dove il Presidente lo tortura entrando nel suo cervello e manipolando i suoi ricordi. Così Peeta perde questo suo ricordo della propria Sessione Privata al Centro d'Addestramento, prima di aver avuto la possibilità di parlarne con qualcuno. Aggiunta mia, visto che dal punto di vista di Peeta molte cose sono state naturalmente tralasciate, non essendo lui il protagonista dei libri della Collins.
Grazie per la vostra considerazione.
STAI LEGGENDO
Peeta's Games.
FanficI Giochi dal punto di vista di Peeta Mellark, tributo maschio del distretto 12.