19- Tu non hai capito proprio niente, vero?

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Resto interdetta, fissandolo a bocca aperta. 

"Scusami, forse non è stata una buona idea venire qui...a domani, buonanotte" dice in fretta, voltandosi per andarsene. Ormai è arrivato alla fine del corridoio quando ritorno in me e inizio a correre. 

"Dove diavolo vai? Entra, cretino" sibilo per non disturbare gli altri ospiti dell'hotel. Lo afferro per un polso e lo trascino dentro alla mia stanza, incurante della sua espressione insofferente. 

Chiudo la porta a chiave e prendo un profondo respiro. Ale è in piedi, guardandosi intorno con l'aria di chi vorrebbe solo sparire. 

"Che ci fai qui?" le parole mi escono fuori prima che io possa controllarle. Lui si volta verso di me, apre la bocca e poi la richiude. Mi avvicino a lui e incrocio le braccia. Aspetto. Ci guardiamo negli occhi, in silenzio. I minuti passano inesorabilmente, ma lui non dice una parola. 

"Insomma Ale si può sapere perchè diav..." inizio a dire, prima di venire interrotta dalle sue labbra sulle mie. Mi bacia con urgenza, come se ne andasse della sua vita. Sento man mano il mio animo ricomporsi, mentre mi stringo forte a lui e ricambio il bacio. Le sue mani salgono dai miei fianchi, e si infiltrano tra i miei capelli, accarezzandoli dolcemente. Ci stacchiamo dopo una vita, e poggia delicatamente la sua fronte sulla mia. 

Sospira, strofinando delicatamente la punta del suo naso sul mio. 

"Mi sei mancata" sussurra, dandomi un bacio sulle labbra. 

Nella mia testa passano mille pensieri. L'immagine di quel letto vuoto, di me che corro nella notte urlando il suo nome. Quella sensazione di solitudine, di abbandono, torna a stringermi lo stomaco, e mi fa allontanare. 

"No" dico solo. Mi guarda stranito, come se non capisse perchè mai avrei dovuto allontanarmi. 

"Che ti prende Marghe?" mormora, avvicinandosi. 

"Che mi prende Ale? Che mi prende? Tu davvero mi stai chiedendo cosa mi prende?" esclamo, incredula. 

"Ale cazzo, ma tu ti rendi conto di cosa mi hai fatto? Mi hai baciata ad una festa, ci siamo chiusi ubriachi in camera a fare l'indicibile, mi addormento e quando mi sveglio cosa trovo? Un bigliettino del cavolo dove mi mandi elegantemente a fare in culo! Io ti sono corsa dietro al buio, da sola, in una città che non era la mia, e tu lo sapevi benissimo. Mi hai lasciata lì come un'idiota, e sei sparito dalla mia vita! Ti ritrovo qui e praticamente ti urlo in faccia che mi manchi, che posso sopportare che tu mi abbia trattata di merda, perchè avevo bisogno della tua amicizia, e tu di nuovo, lì che fai? Scappi, un'altra volta! E ora pensi che venire qui e limonarmi basti?" urlo, senza curarmi del fatto che siano le quattro di notte e che il resto dell'hotel magari se ne sbatta altamente dei fatti miei. 

"Io scappo Margherita? Io? Sei tu che mi hai trattato come un giocattolino! Cazzo ma ti rendi conto di quello che dici?" 

"Certo che me ne rendo conto Ale! Mi hai lasciata lì, con un cazzo di bigliettino, senza una spiegazione, e sei sparito! E poi, come un giocattolo? E per quale oscuro motivo?"

"Tu...tu non hai capito proprio niente, vero?"

Faccio cenno di no con la testa, il cuore che mi batte all'impazzata. 

"Io sono innamorato di te. Dal quel dannato primo giorno in cui sono entrato nella scuola. Ricordo che dopo l'esibizione ti ho guardata per caso, e tu mi fissavi, con gli occhi sbarrati, come se fossi incantata. E poi mi hai sorriso. E l'unica cosa che sono riuscito a pensare è stata 'Vorrei che mi guardasse sempre così'"

Resto in silenzio, il respiro mozzato, cercando di assorbire l'effetto delle sue parole.

"Perchè non mi hai mai detto nulla?" riesco a dire, con un filo di voce.

"Perchè cazzo, dopo nemmeno una settimana ti ho trovata mentre uscivi dalla camera di Cristiano, e tu ci stavi sotto...pensavo di aver lasciato perdere, ma quando quella sera lo abbiamo fatto, mi sono sentito la persona più felice del mondo. Erano secoli che non stavo così bene con una persona, sembrava tutto così meravigliosamente naturale...peccato che tu la mattina dopo mi abbia detto che volevi far finta di nulla!" esclama, rialzando la voce.

"Si Ale, ma io credevo che lo volessi anche tu!"

"Margherita ma che cazzo, è possibile che tu non ti sia mai accorta di nulla?"

"Mai Alessio, neanche per un secondo! E soprattutto, visto che eri così innamorato, si può sapere perchè cazzo quella sera sei scappato via? Eravamo insieme, soli, io e te. E te ne sei andato!"

"Vuoi sapere perchè? Davvero non ti ricordi cosa mi hai detto?"

"No, sai com'è, stavamo scopando ed ero ubriaca marcia, quindi non ricordo troppo!"

"Vedi? Ecco perchè me ne sono andato! Perchè tu non dai mai peso a un cazzo di niente! Per te è tutto un gioco. Ci stavamo per addormentare, mi hai baciato e mi hai detto 'Lo sai che sei solo mio?' E il problema lo sai qual è? Che io tuo mi ci sentivo davvero! Però tu mia non lo sei, e non lo sei mai stata. E non lo sarai mai"

"Cioè tu sei andato via perchè ti sei complessato su mezza cosa che t'ho detto? Ma tu stai di fuori eh!" 

"Sono andato via perchè era meglio così. Mi dispiace averti lasciato lì da sola, ma dovevo tutelarmi. Non volevo più stare male per te, non era giusto" 

"E ora perchè sei qui? In fondo sono sempre la stronza che ti ha fatto stare male, no?"

"Lo so. Lo so e ho combattuto contro ogni centimetro di pelle che ogni volta che ti vedeva urlava di avvicinarsi a te, che implorava un contatto con la tua. Ma tu hai sto cazzo di potere su di me, ogni volta che mi guardi mi sento esplodere, è incontrollabile. Non ce la faccio più" conclude, guardandomi intensamente. Sento le lacrime scorrermi sulle guance, e vorrei solo scomparire in questo momento. Mi sembra tutto così assurdo. 

"Dimmi qualcosa..." insiste lui, avvicinandosi ancora di più.

Scuoto la testa, allontanandomi. 

"Margherita io sono innamorato di te. Te lo dico ora, ma avrei dovuto dirtelo quattro anni fa. Però sono stanco, stanco della tua eterna indecisione, del tuo lasciarti trasportare solo da ciò che vuoi far tu, senza pensare al fatto che la gente intorno a te possa starci male. Dimmi qualcosa, se un poco ti importa di me" 

Apro la bocca, senza riuscire ad emettere alcun suono. Mi esplode la testa. 

Lui sbuffa, con una risata di scherno, e scuote la testa. 

"Come pensavo. Stammi bene Margherita" sussurra, uscendo dalla stanza. 

Resto ferma, mentre sento la porta sbattere dietro di lui. 

'Che cosa ho fatto?'

Basta che mi guardi - Amici Speciali|Alessio GaudinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora