25- Lo hai già fatto, Margherita

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"Che dici, viene meglio?" domando esitante a Michele, finendo di suonare. 

"Si, al piano ti viene bene"mi rassicura, facendomi un mezzo sorriso. 

"Ma?" insisto io. Sono certa che ci sia qualcosa che non va, ma non riesco a capire cosa. Questa canzone mi piace tantissimo, è tra le mie preferite dell'ultimo anno. Eppure non riesco a renderla come vorrei. 

"Ma si vede che non ci sei tanto dentro Marghe. Questa è una canzone triste, tu in questi giorni tocchi il cielo con un dito!" risponde Michi, ridendo. 

Mi viene automatico sorridere, perchè so che ha ragione. Mancano solo tre giorni all'ultima puntata, e dopo sabato io e Ale abbiamo passato ogni minuto disponibile insieme. Avevo dimenticato quanta complicità avessimo, e aver scoperto di essere complici anche in altri campi ci aveva uniti ancora di più. 

"Lo so, hai ragione, ma devo comunque farla bene. Blu mi piace troppo, e poi volevo suonare il piano almeno una volta" sbuffo, alzandomi e andando a bere.

"Lavoraci meglio, hai ancora un paio di giorni. Se non te la senti sicura, non schierarla" mi suggerisce, facendo girare lo sgabello su cui è seduto. 

"Si, tanto ho comunque Coco e De Andrè" concordo, risedendomi al piano. 

"Permesso?" domanda la voce di Ale, mentre lui fa capolino dalla porta lentamente. 

"Ciao Ale" lo saluta Michele. Mi fa piacere che si stiano simpatici e si stimino. In fondo sono due fuoriclasse entrambi, non poteva che essere diversamente. 

"Che fate?" chiede Alessio, venendo da me e dandomi un bacio sui capelli, mentre mi cinge le spalle con  un braccio. 

"Stavo provando Blu" gli spiego, mostrandogli lo spartito. 

"E come va?" 

"Benino dai, devo lavorarci ancora un po'" dico, alzando le spalle. 

"Preparatela bene, mi raccomando, che altrimenti non ti scelgo come supporter" mi prende in giro, scompigliandomi i capelli. 

"Uuh, allora fuori su, che devo provarla come si deve" esclamo, fingendo un tono preoccupato.

"Ecco brava, impegnati. Io adesso vado, devo ricominciare le prove. Vieni da me stasera?" propone, alzandosi. 

"Mmh si dai, però vorrei passare prima dall'hotel, prendo alcune cose e ci sono" acconsento, sfogliando tra i vari spartiti. 

"Perfetto dai, allora ci vediamo più tardi" mi saluta Alessio, dandomi un bacio veloce. Da il cinque a Michele passando ed esce dalla stanza, rivolgendomi un ultimo sorriso. 

Michele mi lascia da sola dopo poco, andando a provare anche lui. 

Resto a provare per ore, cercando di rendere quanto più possibile in quella canzone, ma non sono troppo convinta del risultato. Forse è vero, sono troppo felice ora per cantare una canzone come questa. 

Dalla finestra ormai non entra più neanche un filo di luce, segno evidente che ormai è ora di chiudere tutto. Raccatto confusamente le mie cose e mi dirigo al mio camerino, scrivendo ad Ale di raggiungermi lì. 

Infilo la mia giacca di jeans e mi do velocemente una spazzolata ai capelli, rassettandomi il vestito. 

Sento bussare alla porta e mi precipito ad  aprire, certa che sia Ale.

"Ohi, sono quasi pronta, possiamo and..ciao Javi!" esclamo sorpresa, vedendomelo comparire dietro la porta. 

"Hola Flor! Como estas? Tu vieni en hotel estasera?" mi saluta entrando nel camerino e appoggiandosi al tavolo. 

"Si Javi, sto aspettando Ale che mi accompagna e poi però vado da lui...perchè?" gli chiedo, continuando a guardarmi intorno, per accertarmi di aver preso tutto. 

"No, porque yo y Gabriele volevamo fare qualcosa estasera, contigo y con Ale....ma facciamo domani, no problema" mi spiega, sorridendomi. 

"Scusate, so che in questi giorni sono stata un po'...beh, impegnata" ammetto, rivolgendogli un sorriso di scuse. 

"No te preocupes Flor, yo y Gabriele estamos felicissimi por vos. Estate bellissimi juntos" mi rassicura, aprendo le braccia come per invitarmi a stringerlo. 

Lo abbraccio volentieri, stringendolo. Lo adoro, mette subito allegria. 

"Marghe sei pronta? Oh....scusate se vi interrompo eh" dice acidamente Alessio, entrando in quel momento nella stanza. 

"Si Ale ci sono, ho preso tutto" gli rispondo staccandomi da Javier. 

"Prometto che domani stiamo insieme Javi, giuro" dico, prendendo la borsa e avviandomi verso la porta. Alessio non dice una parola per tutto il tragitto fino alla macchina, ignorando totalmente le mie domande. 

"Si può sapere che hai?" gli chiedo per la quattrocentesima volta una volta saliti in auto. Stringe le mani sul volante e distorce il viso in una smorfia di rabbia. 

"Niente Margherita. Niente" dice secco. Non mi ha guardata in faccia nemmeno per sbaglio. 

Restiamo in silenzio per quasi tutta la strada finchè, mentre sistema l'auto nel parcheggio dell'hotel, non trovo il coraggio di rivolgergli la domanda che mi balena in testa da tanto, troppo tempo. 

"Sei geloso di Javier, vero?" 

Lui si volta a guardarmi, con aria velenosa. 

"Non sono geloso Margherita. Semplicemente non sono stupido. C'è stato qualcosa è evidente" sibila tra i denti. 

"Cosa? Ma sei scemo? Con Javier poi?" esclamo, incredula. 

"Che proprio perchè non sono scemo! Che ti credi, che non ho visto i commenti che vi lasciate? O che non sappia che state insieme tutte le sere? Le vedo le storie di Gabriele in cui stai tutta abbarbicata a lui, non credere di poter prendere in giro anche me" sbotta. 

Ecco. Lo sapevo che prima o poi saremo giunti a questo. 

"Cosa vorresti dire?" chiedo, sapendo perfettamente dove voglia andare a parare. 

"Senti io non faccio la fine di Cristiano, chiaro? Non me la faccio fare sotto il naso! Lo hai già fatto Margherita, perchè non dovresti farlo un'altra volta?" Alessio non mi aveva mai guardata così. Quello sguardo pieno di cattiveria, che gli avevo visto in tante coreografie, ora mi stava trapassando da parte a parte. 

"Beh, forse perchè con te è diverso Ale? Sai benissimo che io e te non abbiamo lo stesso rapporto che avevo con Cristiano" provo a dire, venendo interrotta dalla sua risata. Una risata vuota, crudele. 

"Si, è diverso vero? Ma fammi il favore dai. Lo hai fatto una volta, e lo farai sempre. Ne ho già viste come te. E non mi fido di te. Non mi fiderò mai".

Sento montarmi la rabbia fin da sotto i piedi, e non ci vedo più.

"Beh, sai che c'è? Faccio così schifo, sono tanto inaffidabile, però mi sei venuto dietro per quattro cazzo di anni, hai detto addirittura che eri innamorato di me! Alla faccia, e meno male che eri innamorato! Pensa se ti stavo sul cazzo che mi dicevi! Sai che c'è? Buonanotte, ci vediamo domani" grido, scendendo dalla macchina e sbattendo la portiera con tutta la forza che ho. Attraverso spedita il parcheggio, fermandomi solo una volta arrivata all'ingresso dell'hotel. Mi volto, sperando con tutta me stessa che Alessio sia sceso dall'auto e stia correndo da me. Invece lo vedo solo dare un colpo con rabbia al volante, prima di rimettere in moto e andarsene.



Basta che mi guardi - Amici Speciali|Alessio GaudinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora