Future's Drop.
Non era raro, per una figura importante come Magnus Bane, uomo che, per quanto non mondano, prendeva con frequenza parte alla vita della società londinese, ricevere missive; erano solitamente lettere scritte con attenzione da signori rispettabili, appartenenti all'alta nobiltà, sia mortali che non. Si trattava di solente di inviti a feste, inaugurazioni o balli. In rari casi, invece, di richieste di lavoro od aiuto. Aiuti che, comunque, andavano sempre a costare molto caro. In che altro modo avrebbe potuto altrimenti guadagnare lo stregone? Vendere incantesimi, pozioni o prestazioni magiche era certamente il sistema più redditizio. E non importava quanto di rado venisse contattato, perché, molto spesso, con un unico compito, riusciva a far fruttare abbastanza utile da potere sopravvivere in completa agiatezza per mesi e mesi. L'appartamento che condivideva con Woosley ne era decisamente una prova; per quanto la casa appartenesse al lupo mannaro, era innegabile il fatto che i drappi costosi, i quadri incantevoli e le porcellane orientali non fossero altro che il risultato del gusto dello stregone, viziato e facile a spendere denaro per oggetti futili, ma di straordinario splendore. A questo proposito, molte persone che finivano con il visitare la casa, arrivavano persino a scrivere lettere riguardo quanto meravigliosamente avessero trovato arredato il tutto, in modo raffinato e mai volgare. Già, un innumerevole numero di lettere. Ne arrivavano ogni giorno, sempre uguali, molte che lo stregone neppure leggeva.
Quel pomeriggio, però, la busta che, una volta rincasato, vide spiccare al centro dell'ampio tavolo in legno massiccio, lo fece tremare. Abbandonò a terra il proprio cappotto pregiato, cucito in Italia solo che qualche settimana prima. Percorse la distanza che lo separava dalla lettera per mezzo di ampie e goffe falcate e, una volta arrivatole d'innanzi, l'afferro. Sollevò la busta di carta spessa ed ingiallita, se la rigirò tra le mani e per poco non sussultò nel notare, sul fronte di essa, fermo a chiudere il tutto, il sigillo in cera colata della famiglia Fairchild. Sospirò e si impose la calma. Solo di recente aveva preso a reagire in modo tanto ostentato per una piccolezza del genere, per una missiva proveniente dall'Istituto di Nephilim londinese. Sapeva che era per colpa di William e dell'affetto che, inconsapevolmente, aveva iniziato iniziato a provare per lui. Ma non poteva farci ormai più niente. Era troppo tardi, e quello strano legame, che non era amore e neppure amicizia, quella sorta di obbligo fraterno, lo stava ormai possedendo. Lo possedeva in ogni fibra del suo essere, intaccandogli ogni pensiero ed ogni presupposto. Per questo motivo era così spaventato di fronte la lettera di Charlotte; perché era convinto che, se si erano presi la briga di mandargliela, in qualche modo c'entrava Will.
-State sollevando tanta polvere per un nonnulla, Charlotte.- parlò con voce pacata Gideon Lightwood, stanco di vedere la piccola donna sfrecciare da una parte all'altra dell'Istituto causando il caos generale. Ormai la testa gli doleva, e la donna non faceva altro che chiudersi nel proprio ufficio, chiamare a sé Sophie e poi mandarla via poco dopo. Una volta aveva visto la bellissima cameriera uscirne con in mano una busta, ma quest'ultima era poi stata lasciata nelle mani di Cyril, il quale aveva poi velocemente lasciato le mura dell'Istituto. Il tutto era poi accaduto mentre Gideon, Cecily, James, Tessa e Clarissa restavano immobili a tavola, appena finito di pranzare. Henry non si era presentato, troppo impegnato in esperimenti e studi, a sua detta, incredibilmente innovativi. In compenso, però, la rossa aveva finalmente fatto la conoscenza della sorella minore di William.
-Lo definisci nonnulla, Gideon?- domandò, con una nota di disappunto nella voce, Charlotte. Il suo tono acuto risuonò dall'ufficio distante, ma le parole risultarono comunque ben chiare a tutti i ragazzi -Non è decisamente un nonnulla.- intervenne nuovamente. Nessuno rispose e, dopo pochi istanti, la figura esile della donna fece capolino sulla soglia della sala da pranzo. Aveva indosso un abito lungo e dai toni scuri, che si intonava molto bene con i suoi lunghi capelli.
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Future's Drop. -Goccia di futuro-
Fanfic-Jessa, Wessa, Clace- Dopo una riunione a Londra, Magnus deciderà di lanciare un veloce incantesimo per rispedire Clary a casa. Ma se facesse confusione tra spazio e tempo? Se la spedisse in un passato lontano? Nel 1878? Lì farà la conoscenza di una...