18.

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Future's Drop.





Tessa era immobile, bloccata sulla soglia della soffitta, con le mani febbrilmente strette attorno al legno rovinato ed antico della piccola porta. Osservava con estrema sofferenza la scena che le si parava d'innanzi: William e Clarissa, stretti l'uno nell'abbraccio dell'altra, avvolti da un'atmosfera decisamente intima. Mille domande le affiorarono alla mente, ma a nessuna dette ascolto. E mentre il cuore le doleva sempre più prepotentemente, Tessa si limitò  ad abbassare lo sguardo, timorosa di non potere controllare le lacrime che incombevano. Infine, dopo avere deglutito a vuoto, e dopo avere imposto alle proprie mani di smettere di tremare, parlò.

-Clarissa, c'è una persona alla porta...- mormorò con un filo di voce -Ha chiesto di voi.-

William lanciò un'occhiata alla rossa. Si era scostata dall'abbraccio, ma gli era ancora particolarmente vicina. Poteva sentirla tremare d'ansia. La vide alzare lo sguardo verso Tessa, e sorriderle mestamente.

-Se si tratta di Magnus Bane, per favore, non fatemelo incontrare.- pregò Clary con voce pacata,  ricordando la tremenda sofferenza che aveva provato solo pochi giorni prima a causa del tradimento dello stregone. Infondo, in quell'epoca così distante, chi altro poteva cercarla? Chi altri conosceva lei? Nessuno. Eppure, Tessa disse qualcosa di estremamente inaspettato;

-Non è affatto Bane. Si tratta di un giovane...-






E qualcosa, dentro Clary, prese a muoversi a velocità inaudita. Era il suo piccolo cuore. E batteva. Batteva prepotentemente, come desideroso di sradicarlesi dal petto. Istintivamente, la giovane Morgenstern lanciò un'occhiata all'anello della Corte Seliee, poi, lasciando soli dentro la soffitta sia William che Tessa, uscì. Corse le innumerevoli rampe di scale che la separavano dall'ingresso e più volte rischiò di inciampare nelle gonne troppo lunghe e troppo dannatamente gonfie. Non riusciva a pensare a nulla di coerente e, nel caso il suo presentimento si fosse rivelato sbagliato, beh, non voleva saperlo. Voleva solo vedere la persona che chiedeva di incontrarla,  voleva essere certa che fosse chi credeva, voleva abbracciarlo, piangere e baciarlo... E poi avrebbe ringraziato Magnus per sempre.

Quando infine lo vide, circondato dagli abitanti dell'Istituto, fermo di fronte all'ingresso, non potè evitare di gridare commossa per la sorpresa. E lo vide voltarsi verso di lei, sorriderle grato e farsi spazio tra i presenti per correrle incontro. E solamente quando Clarissa lo sentì portarle le mani ai fianchi e stringerla con bisogno a sé, seppe di non essere nel bel mezzo di un sogno. Non questa volta, almeno. In quel momento  era tutto estremamente concreto ed estremamente assuefacente. E lui, Jace, era proprio lì, in carne ed ossa, a mormorarle un'infinità di scuse all'orecchio. E lei piangeva di gioia, e non capiva di cosa dovesse perdonarlo.






Né Clarissa, né Jace seppero per quanto tempo rimasero così, abbracciati ed inseparabili. Il mondo attorno a loro parve svanire. Sotto le suole delle loro scarpe non vi era più il pavimento. Si sentivano come sospesi in tutta quella meraviglia, in quella splendida tranquillità. Era come se, dopo settimane all'apparenza infinite, il cuore di entrambi avesse ripreso a battere. Si sentivano come se, dopo essere stati a lungo orribilmente incompleti  e vuoti, fosse tutto tornato normale. Come se tutto avesse nuovamente assunto un senso. Come se passato e presente non avessero differenza. Poi, improvvisamente, Charlotte parlò, incerta ma sempre severa, fattasi avanti tra i presenti.

-Clarissa, chi è lui?-

I due innamorati si separarono, si lanciarono un'ultima occhiata, e finalmente la rossa rispose. Le sembrava tutto straordinariamente magico. Non doveva mentire.  Non in quel momento -Lui è Jace. Lui...-

Future's Drop. -Goccia di futuro-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora