8. sᴛᴀ ᴢɪᴛᴛᴏ, ᴍɪɴʜᴏ

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"Sei sicura?"

Annuisco. So che può sembrare cliché, ma anche se interiormente sto avendo dubbi su tutte le scelte che mi hanno portata a questo momento, so che sono andata troppo lontana per fermarmi ora.

"Devo farlo, per lui, lo capisci vero?" Questa volta è lui ad annuire.

"Poi, incasinare i piani di Janson è un bonus." cerco di scherzare, cercando di tagliare la tensione nell'aria, ottenendo una risata in risposta.

"Mi mancherai." dico al ragazzo davanti a me.

"Non ti ricorderai nemmeno di me quando ti risveglierai." la sua voce trema.

Non posso mentire e dirgli che mi ricorderò per sempre di lui. Non posso fare una promessa che poi, inevitabilmente, infrangerò, quindi mi limito a dire al ragazzo "Ci vediamo presto, va bene?"

Senza rispondermi, mi circonda con le sue braccia e mi stringe a sè.

Quando mi svegliai ero circondata da un altro paio di braccia, ma il senso di sicurezza che provavo era lo stesso. Decisi di rimanere lì un momento e godermi quella sensazione.

Sentii rumori intorno a noi, ma non ci prestai attenzione, avevo ancora troppo sonno.

Aprii gli occhi solo quando sentii Newt muoversi sotto di me. La mia testa era appoggiata sul suo petto e il suo respiro, che aveva l'odore distinto della sbobba di Gally, mi solleticava la guancia.

Mi portai un mano alla bocca per coprire uno sbadiglio.

"Bene bene, pensavo che Gally dicesse caspiate come il suo solito, ma a quanto vedo è tutto vero." canticchiò una voce che riconobbi, dopo un secondo o due, come quella di Minho.

Guardai il Velocista raccogliere la bottiglia vuota sul terreno accanto a noi. "Bella la tecnica di farla ubriacare prima di-"

"Sta zitto, Minho." la voce di Newt era roca, nonostante le sue parole sembrassero irritate, il tono con qui le disse era quasi divertito.

Mi nascosi il volto tra le mani. Perchè pensano tutti subito a quello?

Sentii Newt muoversi sotto di me, quindi mi misi a sedere in modo che si potesse alzare liberamente. Minho ci stava guardando con le braccia incrociate, un piccolo sorrisetto sulle sue labbra e un sopracciglio inarcato, la sua gamba sinistra era leggermente avanzata verso di noi.

"É troppo presto..." bofonchiai; le porte non si erano ancora aperte. Afferrai la mano che Minho mi stava tendendo e mi alzai, seguita subito dopo da Newt che si mise in piedi da solo, senza l'aiuto del Velocista. La mia treccia, almeno così mi pareva al tatto, era rimasta relativamente intatta.

Seguii i due verso il Casolare senza dire molto, avevo un leggero mal di testa e inoltre ero leggermente imbarazzata da come ci eravamo addormentati -infatti camminai con lo sguardo puntato sui miei piedi.

Non mi accorsi nemmeno quando i due radurai si fermarono nella fila per la colazione, e andai a sbattere contro Minho. Immediatamente mi scusai con non poco imbarazzo.

Prendemmo i nostri piatti e andammo a cercare un tavolo libero.

L'ultima cosa che sentii quando ci allontanammo dal bancone fu Frypan che esclamava esasperato "Qualcuno ha rubato delle fragole! Quel furfantello!"

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Lavorare con i Medicali era abbastanza noioso, non c'era molto da fare; infatti ce n'erano solo due, l'Intendente, Clint, e Jeff, il Medicale che aveva cucito il taglio di Elion.

Stavo sistemando l'armadietto dove ponevano disinfettanti, bende e altro, quando la porta si aprì, facendomi alzare lo sguardo.

Parli del diavolo, spuntano le corna.

Sulla soglia della porta c'era Elion in persona che sorrise quando mi vide.

"Hey." lo salutai prima che il mio sguardo si spostasse sulla sua mano fasciata da bende che ora erano macchiate di sangue.

Feci una smorfia. "Ti sei fatto male di nuovo?"

Scosse la testa. "Credo che si sia riaperto il taglio."

Finalmente qualcosa da fare, pensai inizialmente, ma subito dopo realizzai che avrei dovuto ricucirlo io dato che Clint e Jeff erano spariti, probabilmente per provare ad aiutare negli altri lavori dato che non era arrivato nessuno a farsi curare.

"Mettiti a sedere e appoggia la mano sul ripiano per favore." Annuí ubbidientemente.

Andai a prendere il necessario. Non ero sicura di cosa stessi facendo, ma avevo osservato Jeff ricucire il taglio la prima volta quindi sapevo almeno in che direzione muovermi. Sciolsi la fasciatura ed effettivamente un paio di punti sul polso si erano aperti, probabilmente l'aveva mosso troppo.

Ripulii la ferita con dell'acqua ossigenata, Elion sussultò quando il cotone entrò in contatto con il taglio. Allora presi un ago e lo sterilizzai tenendolo sospeso sopra la fiamma di una delle candele, a circa sette centimetri dalla fiamma. Lo tenni lì per un po', ma, per buona misura, decisi di pulirlo anche con del disinfettante.

Non c'erano porta-aghi o pinze quindi era richiesta più precisione, non volevo che i punti fossero storti.

Probabilmente trattenni il respiro più di lui durante il processo, ma avevo paura di fargli troppo male o di ricucire male la ferita.

Mi dispiaceva per lui, ora non c'era nessuno a tenergli la mano e nonostante tutto stava ancora cercando di non fare mostrare la sua sofferenza. Era terrorizzato dagli aghi.

Dopo aver messo i punti ci misi poco a fasciare la mano, feci in modo che le bende intorno ai punti che avevo appena ricucito fossero abbastanza strette, per tenere tutto fermo.

Elion fu l'ultima persona a visitarci quella mattina, ma i due Medicali mi avevano detto di rimanere nel Casolare per ogni eventualità.

Quando arrivò l'ora di pranzo avevo risistemato tutta la stanza ed ero anche riuscita a scacciare i ragni negli angoli -non so con quale coraggio l'avevo fatto. Attraverso la finestra doveva sembrare una scena ridicola, una ragazza in cima a un tavolo che agita in aria diversi oggetti, ogni tanto arretrando velocemente e poi tornando avanti, come se fosse una qualche danza rituale.

Ero orgogliosa di quello che avevo fatto e così mi sentivo anche meno inutile. Mi avevano detto che non tolleravano gli scansafatiche eppure mi avevano lasciata chiusa in una stanza a non fare nulla -o quasi- per tutta la mattina.

Dopo un altro paio di ore rinchiusa nella stanza da sola, un po' assonnata per aver pranzato, venni liberata da Clint che finalmente decise di darmi il cambio. Me ne andai così in fretta che non fece nemmeno in tempo a commentare la nuova organizzazione dell'infermeria.

Nonostante avessi passato quasi tutta la mattina e parte del pomeriggio da sola, decisi di tornare nel posto in cui avevo dormito quella notte che in quel momento era vuoto.

Mi appoggiai contro il tronco dell'albero con gli occhi chiusi, la testa leggermente inclinata all'indietro. Speravo che nessuno (con nessuno ovviamente intendevo Gally o Alby) mi venisse a disturbare.

E per un po' non venni disturbata.

Poi sentii il rumore di un legnetto che veniva spezzato sul terreno di fianco a me.

Nevermore -NewtDove le storie prendono vita. Scoprilo ora