15. sᴏɢɴᴏ ᴏ sᴏɴ ᴅᴇsᴛᴏ?

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Scusatemi per l'aggiornamento saltato di settimana scorsa, sono in vacanza, quando torno a casa non ci saranno più questi problemi- almeno spero. Detto questo, vi lascio alla lettura!

Eravamo rimasti solamente io ed Elion, Minho era sparito nella stanza delle mappe ormai già da una manciata di minuti. 

"Qualcuno si è mai ricordato qualcosa del suo passato?" chiesi improvvisamente.

Sembró essere preso alla sprovvista dalla domanda, eppure non dovevo essere stata la prima persona a porla. Scommetto che anche gli altri pive -facevo ancora fatica ad adattarmi al e impadronirmi del gergo della Radura- avevano cercato di investigare sul periodo dimenticato.

"Non, uh, non esattamente." rispose incertamente.

Lo guardai, spingendolo a continuare e a spiegare meglio quello che intendeva dire.

"Newt e Alby ti hanno parlato dei Dolenti, giusto?"

Annuii. "Ne ho anche visto uno, dalla finestra in una delle mura."

"Ecco, hanno un ago, intinto in qualche sorta di veleno- be', non siamo esattamente sicuri di cosa sia. Se ti punge, diventi un rincaspiato totale."

Non pensavo che quelle creature potessero diventare ancor più terribili mostri ai miei occhi, eppure Elion mi aveva appena provato che sí, era possibile.

"Se riesci a tornare in tempo nella Radura, i Medicali ti somministrano una specie di medicina, il dolosiero. Ti tiene in vita, certo, però è dolorosissimo e quando ti risvegli non sei più te stesso."

Chiuse un attimo gli occhi, come per cancellare qualche brutto ricordo, come per bloccarlo dalla sua mente, forse per sempre.

"È per questo che chiamiamo il periodo prima del tuo risveglio -a volte ci possono volere anche settimane- Mutazione. Ricordi qualche frammento della tua vita passata. Ma sono molto confusi, magari si contraddicono e ti ritrovi a impazzire cercando di distinguere realtà da finzione."

Deglutii. Cattivo non è buono, di questo ne ero certa.

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Avevo pensato a lungo a quello che aveva detto Elion sulla Mutazione e sui ricordi.

Non aveva spiegato esattamente quello che succedeva durante quei giorni di inferno, ma dalla sua espressione avevo dedotto che non doveva essere piacevole nemmeno assisterci.

"Perché sei così pensierosa?" mi chiese Newt, tirando fuori due sacco a pelo dalla cassa mezza rotta in cui erano riposti, che si richiuse con un sonoro tonfo.

"Stavo solo pensando a una cosa che mi ha detto Elion." risposi, prendendo il mio sacco a pelo dalle sue mani.

"E esattamente cosa ti ha detto Elion?"

Uscimmo dal casolare, dirigendoci verso il posto dove ormai eravamo soliti dormire.

"Mi ha parlato della Mutazione- non arrabbiarti con lui," aggiunsi vedendo la sua espressione corrucciata "me l'ha detto solo perché gliel'ho chiesto."

"Non eri pronta a saperlo." disse, ma decisi di ignorare il suo commento e continuare.

"Mi ha spiegato come la Mutazione ti porti a ricordare qualcosa sul tuo passato."

"In realtà non ne siamo proprio sicuri, potrebbe trattarsi di cose che i Creatori ci vogliono far vedere. Insomma, perché cancellarci i ricordi e poi darci un modo per recuperarli?"

Annuii. Rimasi un attimo in silenzio.

"Devo dirti una cosa."

Mi ero chiesta a lungo se raccontare o meno ciò che avevo sognato, e alla fine avevo deciso che l'unica persona a cui l'avrei mai detto era proprio Newt. Mi fidavo di lui.

"Ho fatto un sogno." Non sapevo esattamente che parole scegliere, avevo paura che non mi credesse o che ignorasse la cosa. "Ero con un ragazzo -non mi ricordo il suo nome, ma so per certo che non è qui nella Radura."

Newt aveva smesso di camminare, mi stava ascoltando attentamente.

"Non so esattamente di cosa stessimo parlando, qualcosa al riguardo di un certo Janson e di come avrei incasinato i suoi piani. Lui ha detto che sapeva che non mi sarei più ricordata di lui dopo che avessi fatto tutto."

"E tu credi che sia un ricordo?" disse, un'espressione un tono seri.

"Potrebbe esserlo?" risposi con un'altra domanda. "Chi era quel ragazzo e chi è Janson?"

"Non saprei, non mi é mai successa una cosa del genere." disse sinceramente il biondo. "Forse è meglio che tu non lo dica a nessuno, alcune persone potrebbero non reagire bene."

Alzai un sopracciglio. "Intendi Gally?"

Annuí.

Quel ragazzo mi odiava già, non avevo bisogno di dargli un altro motivo per additarmi come diversa e come un pericolo.

"Non sapevo se dirtelo o meno." dissi sinceramente.

"Tu mi puoi dire tutto." La sua espressione si addolcì lievemente. "Però promettimi una cosa." disse Newt.

È la seconda promessa che dobbiamo stringere in soli sei giorni, pensai, rimanendo però in silenzio, in attesa della sua richiesta.

"Se fai di nuovo un sogno simile, o anche lo stesso sogno, dimmelo, immediatamente. Così proviamo a capire di cosa si tratta insieme, va bene?"

Concordai con un cenno della testa e ripresimi il cammino.

Nevermore -NewtDove le storie prendono vita. Scoprilo ora